JOSEPH
«Credo di esserne diventata dipendente» sussurra Sarah nel buio della mia stanza, mentre Roma fuori corre verso il Capodanno. Ci siamo, è il trentuno dicembre, saranno le cinque di pomeriggio, minuto più minuto meno, e noi siamo a letto. Nudi. Sudati. Abbracciati.
Siamo in questo letto da giorni. Lo abbiamo abbandonato solo per mangiare e per andare in bagno, di tanto in tanto. Dopo il pranzo natalizio, ci siamo chiusi in casa per stare da soli, io e lei. Abbiamo riso, abbiamo parlato, abbiamo fatto l'amore e poi dormito abbracciati. Cose che facevamo anche prima – quasi tutte – eppure tutte estremamente nuove. Ci siamo visti per la prima volta sotto una luce del tutto diversa, più intima e profonda. E no, non per il sesso. Non per l'atto in sé, comunque. È quello che c'è prima e subito dopo. È osservarci senza alcuna maschera, senza sovrastrutture, nel nostro momento più intimo e privato. È guardarci, senza alcuna difesa.
Lei, con me, sta perdendo ogni inibizione. Giorno per giorno, è sempre più sicura di sé, sempre più tranquilla, sempre più presente e, quasi, autoritaria. Io amo sentirla parlare, amo assecondarla. Amo guardarla.
«A un certo punto dovremmo lavarci e prepararci per stasera» borbotto mogio. «O potremmo pisciare tutti» azzardo.
«Non se ne parla» sentenzia, spingendomi verso il bordo del letto, «anzi, vai a lavarti»
«Vieni con me?» chiedo ammiccante.
«Non tentarmi. Alle otto dobbiamo essere pronti e a me il bagno serve per almeno un'ora. Muoviti»
«Sì, capo» e con un balzo atletico mi metto in piedi imitando una recluta che obbedisce al sergente. Lei ridacchia e prende il cellulare, cominciando a rispondere alla valanga di messaggi che le saranno sicuramente arrivati nelle ultime ore.
Mi chiudo in bagno e la sento parlottare al telefono con la madre. Poi stacca e chiama Angelica per prendere accordi in vista della serata. Infine, fa partire un po' di musica, canticchia e, sicuramente, si perde nei meandri di Instagram. Azzurra e Alice, dopo il Natale in Umbria, negli ultimi giorni si sono trasferite a casa dei genitori della seconda per passare insieme a loro qualche giorno. Ci rivedremo stasera alla festa e, da domani, niente più casa libera per noi.
Esco dalla doccia e torno in camera, stretto in un accappatoio ormai sbiadito che dovrei cambiare. Sarah è ancora avvolta dal piumone e canticchia una vecchia canzone mentre non stacca gli occhi dallo schermo del cellulare. Di tanto in tanto mugugna, a volte indignata, a volte divertita, a volte apparentemente preoccupata.
«Le tue influencer preferite che faranno per Capodanno?» chiedo, fingendo interesse. Lei di tutta risposta mi lancia un cuscino.
«Sai che non seguo influencer. Stavo guardando le prossime uscite: libri, film, serie tv... c'è roba interessante» spiega.
«Tipo?»
«Mah... un po' di tutto. Tra qualche mese dovrebbe uscire anche la seconda stagione di quella serie di cui ti parlavo girata a Latina, ricordi?» annuisco non proprio convinto. «Quella con i due gemelli, uno dei due non binario... dai, te ne ho parlato tantissimo, questo significa che non ascolti» si lamenta.
«Prisma... ho capito, dovevo solo fare mente locale» ribatto facendola sorridere.
«Comunque...» lascia la frase in sospeso e io, mentre finisco di vestirmi, mi volto verso di lei.
«Cosa?»
«No, niente» ci ripensa, bloccando il telefono e poggiandolo sul comodino. La squadro e mi butto sul letto. È Sarah, non riuscirebbe a stare zitta nemmeno se la pagassero.