Capitolo 25

749 53 23
                                    

SARAH

Ho passato l'ultima settimana a letto, barricata in camera mia. Ho finto una febbre altissima, un virus intestinale e un mal di testa lancinante, e mamma non ha fatto domande. Quando è tornata dall'Abruzzo mi ha trovata in camera, alle due di pomeriggio, con la tapparella abbassata e il piumone che mi copriva anche il viso. Le ho detto solo di stare male, senza scendere in troppi dettagli. Credo abbia capito, comunque.

Joseph è passato a casa mia tre volte. Le prime due ero sola e ho finto non ci fosse nessuno. Entrambe le volte ha suonato per mezz'ora, prima di desistere. La terza volta ha trovato mia madre, che lo ha fatto entrare senza troppi complimenti. Quando è venuta a chiamarmi, le ho detto solo di mandarlo via, mentre le lacrime continuavano a scendere indisturbate, senza che io avessi il minimo controllo. Ha annuito affranta e ha fatto come le avevo chiesto. Ho sentito lui pregarla di farmi ragionare, ma non sono io quella che deve ragionare.

«Vogliamo parlarne?» mi chiede vedendomi spuntare come uno zombie. È il mio compleanno. A mezzanotte è venuta in camera con un muffin all'albicocca con sopra una sola candelina. Ho pianto, l'ho abbracciata e l'ho ringraziata, mangiando quel dolcetto che subito ha stuzzicato la mia golosità. Non mangiavo da tre giorni e l'ho divorato.

«Non c'è niente da dire» taglio corto. Lei sospira.

«Lunedì torni a scuola» mi minaccia puntandomi contro un indice perfettamente laccato di rosso. Annuisco. Lo avevo già deciso, comunque. Ho saltato fin troppi giorni per due persone che non meritano nulla. E ho versato decisamente troppe lacrime, per loro.

«Io e Simone ci siamo lasciati» confesso, prendendo un po' di pane in cassetta dalla dispensa e mettendolo nel tostapane.

«Avevo intuito... e con Joseph?»

«Joseph è uno stronzo»

«Davvero?»

«Simone mi ha sempre tradita, da quando stiamo insieme; lui lo sapeva e non mi ha detto niente»

«Alla fine te l'ha detto»

«Sì, quando ha scoperto che era andato a letto anche con Sofia... non me l'ha detto per avvertirmi, ma perché aveva colpito lui»

«Sai... a volte non è semplice essere amico a due persone della stessa coppia. Loro due sono amici da anni. Parlagli, prova a chiedergli come sono andate le cose... avrà un motivo»

«Smettila di difenderlo» urlo. Perché è così fastidiosamente dalla sua parte? Sono io quella tradita dal fidanzato e da un amico. Non è Joseph la vittima di questa storia.

«Sarah, calmati» dice, avvicinandosi a me e accarezzandomi dolcemente i capelli.

Di nuovo queste fottutissime lacrime, non ce la faccio più. Mi sembra di piangere da mesi.

«Potresti chiamare Letizia» azzarda.

«Letizia è più stronza di loro e non voglio più averci a che fare. Anzi, sai cosa? Non voglio più avere a che fare con nessuno: con Letizia, con Joseph, con Simone, con Alice e Azzurra. Sono tutti una massa di bugiardi e li odio»

«Non esagerare con le parole» mi redarguisce.

«Esagerare, mamma? Hai capito o no cos'è successo? Sono stata per mesi con un ragazzo che nel frattempo si è scopato mezza Roma. Tutti i suoi amici lo sapevano e non ce n'è stato uno a cui ho fatto pena abbastanza da dirmelo. È questa l'amicizia? Cosa sono, un clan mafioso basato sull'omertà? Io ho tanti, tantissimi difetti, e li riconosco, ma non sono una stronza bugiarda. Non farei mai una cosa del genere a qualcuno, nemmeno a una persona che conosco da tre giorni. Non permetterei a nessuno di far diventare qualcuno lo zimbello di tutto il gruppo. Sai quante risate si saranno fatti dietro le mie spalle»

Sai di nuvola // HoldarahDove le storie prendono vita. Scoprilo ora