Luglio 1988
Cammini nel reparto, di fretta.
Stai cercando di arrivare in orario nonostante l'ora del turno sia iniziata da almeno mezz'ora.
Ti maledici.
Giri l'angolo salendo verso le scale.
Ti blocchi.
Vorresti prendere l'ascensore,
ma poi pensi che non stai consumando abbastanza,
che quella mattina hai dovuto mangiare di più perché altrimenti saresti svenuta in sala come il giorno prima.
Poi il suono delle porte che si aprono ti desta.
Come se stesse aspettando te.
Sali.
Scuotendo il capo,
schiacci il pulsante per salire
e aspetti, vedi le porte che piano si chiudono.
Poi una mano che si immette tra le lastre.
-Scusi- dice solo entrando
Lo fissi.
Rimani senza parole.
Lui non sembra averti riconosciuto.
Si volta sorridendo e poi capisce.
Deglutisce e vedi la sua soggezione.
-Ciao- saluti
-Ciao- dice lui
-Ti trovo bene- dici sorridendogli,
cercando di mascherare il dolore che come una lama ti ha riaperto il cuore.
Improvvisamente sei tornata a tre mesi prima.
-Non posso dire lo stesso di te-
Sussurra.
Ti guarda.
Ti scruta.
Fissa le tue braccia nude piene di tagli ormai sbiaditi.
-Sei dimagrita- aggiunge piano
-Sto bene-
Menti.
Lui fa una smorfia leggera.
-Non è vero Anna-
Tu alzi gli occhi al cielo frustrata.
-Cosa vuoi che ti dica?
Che sta andando tutto male? Che svengo in sala operatoria? Che piango tutte le sere? Cosa, cosa vuoi sentirti dire?-
Urli rabbiosa e lui sembra colpito da quelle parole.
Come se l'avessi preso a schiaffi.
-Mi dispiace- dice invece.
Tu annuisci.
-Hai scelto lei e non me, non c'è nulla di cui dispiacerti-
Borbotti aspettando che quel mezzo ti porti all'ultimo piano.
-Ho fatto una cazzata-
Sorridi.
-L'hai fatta- sussurri.
-Era il momento sbagliato- dice lui placido.
Non osi fiatare.
Sai che le lacrime ti stanno pungendo gli occhi.
Sai che se aprirai bocca non smetterai più.
-Ti va se ricominciamo?- chiede guardandoti.
Le lacrime ti solcano le guance
-No, Anna per favore- aggiunge avvicinandosi e asciugandoti le lacrime come aveva fatto milioni di volte.
-Per favore- singhiozzi tu
Cercando di fare un passo indietro
-Per favore- ripeti mentre il fiato ti manca.
-Mi dispiace così tanto- sussurra stringendoti a se.
E tu crolli tra le sue braccia.
-Per favore ricominciamo, riproviamoci, dammi questa opportunità- ti chiede contro l'orecchio.
-Mi hai uccisa- balbetti.
-Lo so.
Per favore fammi aggiustare le cose questa volta-
-Va bene- dici solo.
Lui ti guarda.
Gli occhi verdi lucidi come i tuoi.
Poi si china e ti bacia.
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Forse un giorno...
RomanceSe è destino vi reincontrerete, così diceva sempre mia nonna. Peccato io stia ancora aspettando. Galeotto il tempo che ci ha visto innamorati.