Lorenzo

6 1 0
                                    

Ospedale, 10/11/2014

Cammini tra gli olmi ingialliti,

il suo profumo che ti permea le narici.

Ti volti a guardarla:

i suoi occhi colmi di amore,

che ti ricambiano.

Sono sempre lì

quando tu li cerchi.

Pronti a sostenerti

ad incoraggiarti.

Lei si stringe a te,

prendendoti il braccio come faceva sempre quando eravate giovani

e amavate passeggiare nel parco prima di arrivare all'ospedale.

Due dottori in borghese,

così ti diceva sempre lei.

Sorridi perché

mentre superi le statue

riesci ancora a vederla.

Percepisci ancora la sua essenza

in quel mondo

da cui tu stai fuggendo.

Ti da un colpetto col fianco

per richiamare la tua attenzione.

Ridacchi.

Poi la fissi.

Quei suoi occhi dolci

orati come il miele,

cristalli d'ambra al sole.

Ti chiede se siete quasi arrivati.

Annuisci,

riconoscendo il sentiero che ormai percorri abitualmente.

Tutti i giorni.

Ti insinui in mezzo a delle pietre antiche,

scritte e nomi di vecchi amori.

Fiori che appassiscono.

Regali di spasimanti ormai conclusi.

Eccola, esordisci fissandola.

Lei si avvicina.

Fissa la lapide.

Ti dice che le rose bianche le piacciono molto.

Tu sorridi.

Dici che lo sai,

sai che sono sempre state i suoi fiori preferiti.

Accarezzi la fredda pietra.

Mi manchi sussurri.

Poi ti volti

e lei non c'è più.

Sepolta sotto

metri di terra.

Forse un giorno...Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora