Anna pensava che il problema fosse lei, che la sua mente contorta la rendesse una persona difficile da avvicinare.Una persona che doveva fingere di essere qualcun altro per essere davvero mai considerata.
Non riteneva che la gente si sentisse privilegiata di averla nella propria vita.
Finché un giorno non parlò con Sofia, una ragazza del suo corso che aveva conosciuto casualmente.
Sofia era più grande, la stessa età di Lorenzo.
Sembrava che della vita lei ormai avesse capito tutto, sembrava sincera, solare.
Ad Anna era piaciuta subito.
L'aveva trovata travolgente, la sua solarità era in grado di circondarti e far sparire le nuvole che la ragazza si portava sempre dietro.
Era tenace secondo Anna, anzi, la vedeva come un punto di riferimento: "un giorno anche io sarò così cazzuta" si diceva.
Sofia invece era tutt'altro che esperta della vita, nonostante i suoi 32 anni, non aveva ancora capito cosa fare della sua esistenza.
Aveva cambiato facoltà, aveva lavorato, aveva provato tante cose senza mai sentirsi veramente a posto con se stessa.
Poi aveva conosciuto Anna.
Si erano trovate, due persone strane.
Anna, secondo Sofia, era una persona estremamente sensibile, con un cuore enorme pronta a donare tutto il suo amore. Trovava quasi fastidiosa la capacità che Anna aveva di preoccuparsi sempre degli altri, la invidiava per quello.
Era sempre disponibile, riusciva a notare tutto, ogni minimo cambiamento e notava sempre quando Sofia era giù di morale.
Sofia capì perchè fosse così accorta quando Anna si confidò con lei.
Si sciolse quando notò quanto dolore aveva sopportato e che ancora stava sopportando, si era meravigliata inoltre, della capacità di Anna a nascondere le cose.
Mai avrebbe detto che quella ragazzina, con un enorme sorriso stamapato sul volto, sempre pronta a tenderti la mano, soffrisse di depressione e avesse tentato due volte il suicidio.
Anna d'altro canto rimase sconvolta di quella ragazza.
Sofia le aveva aperto gli occhi una sera mentre, insieme, mangiavano una pizza nel minuscolo appartamento della ragazza.
"La gente non scappa da te" aveva iniziato Sofia, "la gente scappa dalle responsabilità, scappa da se stessa. Tu semplicemente metti le persone di fronte ai loro lati negativi, sei così pura che gli altri si sentiranno sempre inferiori e alla gente non piace.
Non piace alla gente essere messa di fronte ai propri difetti e alle proprie mancanze. La gente scappa perchè non è la tua malattia a farli scappare ma la loro presa di coscienza. Le persone sono delle merde, le difficoltà spaventano. Ma quelle persone lì le devi lasciare andare, meglio che se ne vadano" aveva proseguito.
"Quelle persone lì, non vogliono né crescere né affrontare la realtà. Tu devi tenere strette invece le persone che vogliono imparare da te e fidati ce ne sono, perchè fai riflettere. Sei speciale Anna.
Fidati io non ho mai trovato una persona buona e gentile come te, hai una testa che ne ha già vissute talmente tante da avere una maturità quasi eccessiva"
Anna era rimasta sbalordita, la forchetta che pendeva dalla mano e la pizza ancora intatta nel cartone di fronte a lei.
Anna non aveva mai pensato che il problema potessero essere gli altri. Il problema era, e sarebbe sempre stato: lei.
Gli altri non avevano mai colpa, sempre lei.
"Sei sicura?" era riuscita solo a dire.
Sofia aveva riso, spensierata.
"Guarda quando hai consolato me, quando ho avuto una crisi, sapevi cosa dirmi, capivi la mia situazione in maniera che nessuno è mai riuscita. O ogni volta che noti se qualcuno è triste, o come ti preoccupi per i pazienti in ospedale, l'attenzione che hai, Anna dannazione, perchè non ti vedi?" domandò con un misto di divertimento e rabbia.
Anna fissò il suo piatto ancora integro.
"Io ho solo paura che voi mi vediate come me" bisbigliò e Sofia non riuscì a trattenersi, l'aveva abbracciata.
"Oh Anna" le aveva detto, "come è ingiusto il mondo"
"La gente , fidati, si sente onorata di averti nella sua vita. E arriverà quel ragazzo che farà di tutto per volerti, perchè vedrà il valore che sprigioni e non vorrà lasciarti andare mai più. Io farò così, guai se te ne vai. Io non scappo"
Così aveva concluso Sofia e Anna non si era mai sentita così felice.
Iniziava a capire che non era lei, forse, il problema, ma tutte le persone che aveva conosciuto prima, che l'avevano fatta sentire sbagliata, inadeguata, rotta in qualche modo.
Era tutta una finzione, forse in fondo non era poi così male come persone e forse, ma diceva forse, non valeva la pena morire.
STAI LEGGENDO
Forse un giorno...
RomanceSe è destino vi reincontrerete, così diceva sempre mia nonna. Peccato io stia ancora aspettando. Galeotto il tempo che ci ha visto innamorati.