È il tuo primo giorno da professore.
Hai controllato l'orario, più di una volta, in maniera quasi ossessiva.
Devi tenere alcune lezioni per quelli degli ultimi anni di medicina.
Una parte di te è euforica all'idea di poter rivedere la ragazza.
In realtà non sai se verrà, le lezioni di solito sono sempre deserte.
Cammini di fretta verso il piano sotterraneo poi spalanchi la porta entrando nell'aula immensa.
L'aula più grossa della vostra facoltà.
Senza guardare nessuno, consapevole degli sguardi fissi degli studenti sulla tua schiena, prosegui verso l'immensa cattedra rialzata.
Accendi i microfoni, poi il proiettore e infine ti accomodi.
Togli la giacca e un vociare si proponga per la sala.
Poi alzi lo sguardo.
Fissi la platea infinita che si perde verso quella che, ruffianamente, viene chiamata piccionaia.
Il buio permea le ultime file.
Scruti attento i volti, alla ricerca della sua chioma chiara.
Poi ti blocchi.
La vedi.
Seduta oltre un po' più della metà dopo il corridoio.
Sta chiacchierando con le sue amiche, scherza con dei ragazzi seduti la fila sotto.
Sembra felice, pensi.
Sembra spensierata.
Non sembra che come te, stia affrontando una notte perpetua.
Una ragazza le da una pacca sulla spalla e lei ridacchia mentre il ragazzo da sotto finge di schioccarle un bacio.
Rimani interdetto.
La platea ormai fissa con te quel gruppetto, tutti intenti a capire cosa abbia attirato la tua attenzione.
Poi lei si volta, come attratta.
Si gira nella tua direzione e i vostri occhi si scontrano.
Vorresti abbassare lo sguardo ma non riesci a smettere di fissarla.
L'aula si fa silenziosa
Solo i vostri sguardi magnetici che si fissano.
Lei arrossisce.
Non sorride
Ti fissa con tutta la rabbia che si può riversare in un semplice sguardo.
"Se volete fare silenzio, inizierei la lezione" li rimproveri sorridendole.

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Forse un giorno...
RomanceSe è destino vi reincontrerete, così diceva sempre mia nonna. Peccato io stia ancora aspettando. Galeotto il tempo che ci ha visto innamorati.