Anna

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Casa A, 17/06/ 1988

Lo scruti.
Guardi attentamente le punte verdi che si mischiano insieme al nocciola dei suoi occhi.
"Meno male che dovevamo rimanere amici" sussurri contro la sua bocca.
"Già" dice.
"Ti voglio" aggiunge accarezzandoti i fianchi.
"Non posso" dici solo
"Perché?" chiede staccandosi,
cerca i tuoi occhi e tu invece abbassi lo sguardo tra i vostri corpi intrecciati.
Ancora la stoffa dei jeans a separarvi.
"Perché sono brutta" bisbìgli
Lui ti guarda divertito.
"In che senso? Sei sempre stata bellissima per me"
Ti alza il mento per poterti vedere in viso.
"Lo so, ma prima ero bella poi..."
Poi cosa? Poi eri dimagrita così tanto che al posto delle forme avevi spigoli e ti eri trattata così male da avere cicatrici e bruciature su tutto il corpo.
"Lascia che giudichi io" bisbiglia slacciandoti il bottone del jeans.
Ti leva poi la camicetta
Ti accarezza le clavicole ossute, poi scende fino alle costole che sporgono.
"Mmm ricordami che ti devo far più da mangiare" ridacchia e tu sorridi
Il respiro accelerato per l'effetto che il suo tocco ti fa ancora.
Prosegue sulle tue braccia piene di tagli.
I suoi occhi brillano.
Si passa la lingua sul labbro.
Ha gli occhi lucidi per il dolore.
"Ti prego non guardarmi così" dici
"Mi dispiace così tanto" sussurra piano
Poi ti aiuta a togliere i pantaloni.
Sospira, butta fuori l'aria che aveva trattenuto.
Le bruciature sono ancora visibili
"Anna, cavolo"
"L'ho detto, mi spiace. Se non mi vuoi più lo capisco" dici cercando di divincolarti ma lui ti trattiene in braccio.
"Cosa dici? Voglio solo baciarti e baciare tutti questi segni. Dimostrarti che ti amo anche così, anzi forse ti amo ancora di più"
E tu sorridi, sorridi come non mai.

Forse un giorno...Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora