Lorenzo

5 1 0
                                    


Casa, 27/05/2024

Apri la porta a finestra ed esci sul balcone, ti affacci a guardare le luci della città che da lì, in alto, sembrano molto più distanti.

Hai comprato quella casa perché ti piaceva, ti ricordava qualcosa, ti suscitava quell'idea di libertà che quando eri giovane cercavi tanto.

Ora sei lì,

da solo in mezzo a quella che per te è diventata una prigione di ricordi.

Tiri fuori il pacchetto di sigarette,

lo apri e ne tiri fuori una; come tradizione dovresti girarla e prenderne un'altra ma oggi non sei in vena di formalità;

la prendi e la fissi e ti ripeti che forse Carofiglio aveva ragione.

Te la rigiri tra le dita con quella voglia irrefrenabile di accenderla, di sentire la botta di nicotina nei polmoni, di buttar fuori insieme al fumo tutta la merda della giornata.

Non si può mai smettere di fumare,

si può evitare per un periodo ma non sarà mai definitivo.

Avevi smesso quando avevi incontrato lei,

scuoti la testa,

sei arrabbiato perché è in giornate come quelle che vorresti che fosse lì, accanto a te.

Quella donna che ti aveva salvato, che era arrivata come una boccata di ossigeno puro.

Eppure ti dici che quella giornata era stata davvero dura ne avresti accesa solo una,

poi avresti rimesso a posto il pacchetto nel cassetto dove era rimasto fino a quella sera.

Ti volti indietro e vedi la casa buia,

ti ricordi quando era tutto acceso con la musica, ora odi la musica, ma prima l'amavi,

quando in quella casa c'era ancora vita quando c'era lei.

Lei suonava il violino amavi quello strumento perché la rendeva così felice.

Torni a guardare le luci della città e ti chiedi se tornando indietro faresti le stesse cose, la lasceresti uscire quella sera?

La lasceresti andare in contro a quel destino crudele?

Chiudi gli occhi e ti sembra di tornare indietro di cinque anni, la sua voce squillante "vado a prendere la cena, torno subito".

Le ultime parole.

E poi un attimo

una chiamata sul telefono di lavoro

eri di guardia quella sera,

incidente stradale una donna morta; un ragazzo sulla ventina,

giovane ti dici,

ubriaco ha sbagliato a imboccare un senso unico, ti chiedono se vuoi prendere le parti della difesa di quel ragazzo.

Ci pensi e dici che in quel periodo non hai molto da fare,

poi la domanda,

chiedi chi è la donna rimasta vittima dell'incidente.

Il nome,

poi sentì il nome e anche l'interlocutore dall'altra parte comprende e si crea quel silenzio lasciato dall'imbarazzo e dal dolore.

Chiedi se può controllare, se è sicuro,

risponde di sì è sicuro.

Chiudi gli occhi e ti passi furiosamente la mano tra i capelli.

Riagganci bruscamente.

Spalanchi gli occhi in prenda al panico, il cuore che batte il dolore che ancora ti lacera.

Tiri fuori dalla tasca posteriore l'accendino,

metti tra le labbra la sigaretta e l'accendi.

Tiri una pesante boccata e chiudi gli occhi.

Non si può mai smettere di fumare, si può solo evitare per un periodo ma prima o poi

è inevitabile.

Forse un giorno...Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora