Forse un giorno...

Anna

Galà ospedale, 17/05/1988

"Sei bellissima questa sera" ti dice il ragazzo offrendoti il braccio che accogli sorridendogli.
Il vestito rosso da sera si adagia sul tuo corpo in maniera perfetta, lungo fino si piedi.
I tacchi a spillo che suonano contro il pavimento gelido del salone.
Camminate in silenzio fino alla porta socchiusa da cui proviene un chiacchiericcio assordante.
Entrate e vieni sopraffatta dalla musica leggera e dagli sguardi di centinaia di persone che vi fissano.
"Vado a recuperare qualcosa da bere" ti dice dandoti un bacio leggero sulla guancia, sorridi e poi vi separate.
Lui si avvicina al bancone mentre tu ti addentri tra la folla.
Gli uomini ti squadrano come se fossi un piatto da portata.
Sorridi, alzi la testa e ti senti potente facendo risaltare il rumore dei tacchi.
"Anna?" chiede una voce, una mano ti afferra il braccio.
Ti volti e lo vedi.
La bocca ti si serra.
"Ciao" dici solo stizzita.
"Ciao" ricambia, "sei diventata bellissima" sussurra.
"Grazie ma lo sono sempre stata" ribatti e lui sorride
"Quasi mi ero dimenticato della tua lingua"
Non sorridi, rimani impassibile.
"Desideri?" chiedi acida
"Cosa ci fai qua?" domanda facendo un passo in dietro come se lo avessi preso a schiaffi
"Sono qua con Giacomo".
Lui sembra rimanere un attimo sbigottito
"Ah, giusto. Il mio capo?" domanda e tu annuisci.
"Si, ora se vuoi scusarmi" enfatizzi voltandoti.
Lui ti afferra nuovamente il polso
"Scusami, scusami per tutto, sono stato uno stupido" dice e tu deglutisci
"Ormai è tardi"
"Non lo è mai"
"Si, invece. Ho smesso di aspettarti e di essere trattata come se non fossi nessuno. Ora hai capito? Bene, ma io ora sono stufa" sottolinei strattonando il braccio.
"Non è vero, Anna"
Sbuffi e poi le sue labbra sono contro le tue.
"No" dici respingendolo
Lui sembra confuso.
Poi lo guardi, i suoi occhi verdi colmi di qualcosa, forse speranza?
Lo baci.