Lorenzo

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"Non sei ancora fidanzato?" ti domanda il tuo superiore, tu scuoti il capo seguendolo per le stradine dell'ospedale.
Slacci il camice e lasci che l'arietta del mattino ti solletichi il viso.
"Voglio presentarti questa ragazza" sussurra divertito e tu lo guardi sbigottito.
"Chi?" domandi incuriosito.
Lui non risponde.
Lascia che la frase aleggi tra voi.
"Dove stiamo andando?" domandi poi mentre vi avvicinate alla sala conferenze.
"Stiamo andando ad ascoltare proprio questa ragazza, ha vinto un premio, un concorso di poesie indetto dai medici. È una studentessa di medicina qua, quindi hanno deciso di premiarla nel nostro ospedale. Ci ho parlato l'altro giorno, leggendo anche il suo libro che verrà a breve pubblicato. È molto brava oltre ad essere molto bella" ammicca nella tua direzione.
"Peccato io sia troppo vecchio per lei" ridacchia e tu lo guardi storto.
"È davvero così..." non sai come terminare e lui dice solo: "si"
Arrivate nella sala gremita di persone importanti.
Ti senti in imbarazzo, lisci le pieghe invisibili del camice e ti ricordi che quelli sono i direttori sanitari e che alcuni passi più in là c'è il direttore generale dell'ordine dei medici.
Guardi l'uomo che ti ha accompagnato, anche lui, pur essendo professore sembra essere in soggezione.
Non la vedi la ragazza.
Ti guardi intorno.
Un uomo in giacca e cravatta si avvicina salutando il tuo capo.
"Ah eccovi qua, bene, mi fa molto piacere che siate riusciti a venire.
Questa ragazza è formidabile. Una poesia coi fiocchi. Davvero, abbiamo provveduto a farle pubblicare la raccolta" sussurra ribadendovi le stesse cose che ti aveva già anticipato.
"Lei dove è?" domandi e lui ridacchia, "
"sta arrivando".
Scruti le persone che ti circondano, ragazzi giovani che attendo impazienti di vedere questa figura. Ridi perché i medici sono così prevedibili.
Ti immagini una ragazza scarna, normale, brutta che passa le giornate a scrivere sul computer senza sapere che in realtà sta facendo medicina.
Poi ti passa un foglio su cui è stata stampata la poesia che le ha permesso di vincere.
Impallidisci.
Non è possibile, pensi.
Quella poesia, la stessa che hai appeso in camera tua un anno prima.
Quella.
Alzi gli occhi come attratto da una sensazione e la vedi.
Lei è lì.
Immobile, la stanza si è fatta quieta.
Tutti gli sguardi puntati su di lei.
È bellissima come una volta, capelli chiari che le ricadono a boccoli sopra un tailleur panna.
Il viso solare, linee sinuose delle labbra piegate in un sorriso.
Sembra più magra noti.
Poi vedi anche che nonostante il caldo afoso indossa la giacca, lunga, le maniche calate sulle braccia da cui spunta una dolcevita scura.
Sospiri.
Poi i suoi occhi si fanno largo tra la folla bloccandosi nei tuoi.
Ti fissa, in silenzio.
Senti il peso di quello sguardo, alcuni si voltano verso di te, l'oggetto che ha catturato quella donna.
Poi schiocca la lingua e sale sul piccolo podio.
Riguardi il foglio tra le mani, la poesia che ti aveva dedicato quando vi eravate conosciuti.
Merda pensi.
"È lei, non puoi dirmi che non sia bella. Tutti la vogliono conoscere, hai visto quanti medici giovani? Fanno la fila per lei" sussurra l'uomo accanto.
"Te la devo presentare" bisbiglia ancora e tu chiudi gli occhi perché la conosci già, sai già come si chiama.
Sai già il sapore della sua lingua contro la tua
Purtroppo.
Uno squarcio sul passato si riapre e ti maledici di averla lasciata andare.

Forse un giorno...Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora