Spiaggia, luglio 1988
La vedi che si avvicina, cammina solitaria con le cuffie che le stringono le orecchie.
Noti che si è vestita estiva.
Sorridi perché è luglio e nonostante il caldo l'hai sempre vista molto coperta.
Invece ora, noti le gambe ossute e le spalle scoperte.
Sta scrivendo qualcosa sul telefono,
poi alza gli occhi e incrocia il tuo sguardo.
Sembra felice, sorride e a te manca la terra da sotto i piedi.
Ti reggi al muretto.
Cavolo, non ti aspettavi che ti facesse ancora quell'effetto.
Deglutisci cercando di tenere a bada gli ormoni.
"Anna" la saluti
Lei ti sorride "come stai?" chiede solo mettendo via il telefono e le cuffie.
"Bene tu?" domandi.
Lei annuisce.
"Bene".
"Ascolta -inizi- non voglio portarti via tempo..."
La tua mente che si divide se dirle di lasciarti andare o invece...
Ti immagini la sua reazione, ancora una volta una porta sbattuta in faccia.
Ti viene in mente quella sera.
A casa sua quando le avevi detto che sceglievi un altra ragazza a lei.
Avevi visto i suoi occhi riempirsi di lacrime.
Un dolore che l'aveva schiacciata portata a non mangiare più per giorni.
Poi le avevi chiesto un abbraccio l'avevi depositata leggere sulle tue gambe e la tua testa aveva avuto altri progetti. O meglio.
Il tuo corpo, tutto di te la stava volendo.
Lei l'aveva percepito.
In quello sguardo.
La tensione fra voi due.
Quel attimo in cui l'avresti baciata.
Lo sentivi
Lei ti voleva e tu la volevi.
Ma avevi dovuto dirle di no e lei... era come se l'avessi presa a schiaffi, aveva avuto una faccia tetra.
Ti aveva sbattuto fuori di casa.
Sapevi che l'avevi uccisa e che in parte era anche colpa tua se si sarebbe fatta male perché non riuscivi a decidere cosa fare.
Perché la volevi ma non sapevi perché, perché c'erano milioni di cose che non andavano ma altre milioni che invece erano perfette.
Se fosse stata più semplice?
"Lorenzo?" ti chiama lei, riportandoti alla realtà.
"Si scusa" dici tornando a guardarla.
"Al diavolo" bisbigli, prendi la parte della tua testa che sta urlando di lasciarla andare e la butti giù dal dirupo accanto a voi.
Le afferri il volto e la baci.
Lei sembra colta di sorpresa poi ricambia il bacio sciogliendosi tra le tue braccia.
Ti passa le mani attorno al collo poi ti accarezza i ricci.
La senti avvicinarsi a te e in quel momento la vuoi. La vuoi, ora, vuoi sentire ancora una volta il suo corpo nudo premere contro il tuo.
Ti stacchi per riprendere fiato.
"Voglio riprovarci, per favore. So che ho incasinato tutto e sono ancora un coglione perché ho ancora i dubbi ma con te... ho bisogno di te" sussurri piano e lei sembra ansimare.
"Mi hai ucciso, mi hai quasi tolto tutto. Ho cercato di andare avanti con Giacomo" dice lei scrutando i tuoi occhi.
Pensi se lei riuscirà mai a vedersi come tu la vedi: bella, perfetta.
"Ma ho sempre voluto te. Questa cosa non cambierà mai. Te l'avevo detto quella sera, ti avevo detto che una parte di me ti avrebbe sempre aspettato e sempre lo farà"
Sorridi.
"Scusami se ti ho fatto aspettare ma ora sono qua, sono qua e sono pronto a darti il mondo" dici
Lei ridacchia.
"Non ho mai voluto il mondo Lorenzo, ho sempre e solo voluto te".
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Forse un giorno...
RomanceSe è destino vi reincontrerete, così diceva sempre mia nonna. Peccato io stia ancora aspettando. Galeotto il tempo che ci ha visto innamorati.