Lorenzo

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Lorenzo pensava di aver più tempo.
Non avrebbe mai pensato che invece tutto il suo mondo potesse essergli strappato via.
In un istante.
Quando aveva visto sua moglie, stesa gelida sul lettino dell'obitorio aveva capito quanto fosse stato stupido da giovane.
Se avesse saputo che avrebbero avuto così poco tempo non ne avrebbe sicuramente sprecato così tanto a temporeggiare con lei.
Così definiva quello che aveva fatto con Anna.
Aveva temporeggiato, aveva giocato. Aspettando non sapeva neanche lui cosa.
Aveva sprecato tanto di quel tempo che ora sembrava irrecuperabile e invece all'epoca non gli era sembrato così importante.
Se avesse saputo che da un giorno all'altro Anna non avrebbe più fatto parte della sua vita avrebbe cercato di fare di più.
Avrebbe voluto condividere con lei ancora tanto.
Una vita davanti si erano promessi.
Il giorno del loro matrimonio lei era bellissima:

"Arriverà?" aveva sibilato Lorenzo preoccupato al suo testimone.
L'amico gli aveva dato una generosa pacca sulla spalla.
"Le spose sono sempre in ritardo, abbi fede! Ti sei preparato i voti?" gli aveva domandato ma Lorenzo era rimasto esterrefatto alla vista della ragazza.
In fondo alla navata.
La luce che entrava dall'enorme portone la rendeva quasi eterea.
Il vestito che le aleggiava attorno e il velo che le nascondeva parzialmente il volto.
La saliva era sparita, non riusciva più a parlare.
Non poteva credere che stava per sposare la sua Anna.
La sua migliore amica, la ragazza che gli aveva scombussolato tutto il suo universo.
Stavano diventano una cosa sola.
Cercò di deglutire ma il groppo in gola era diventato quasi insopportabile.
"Vuoi un fazzoletto?" aveva bisbigliato l'amico e lui aveva annuito solo incapace di proferire parola.
Il ragazzo aveva riso passandogli la stoffa leggera.
Si era asciugato le lacrime di felicità.
Anna aveva attraversato la navata con estrema eleganza accompagnata da suo padre.
Quando era arrivata ad una debita distanza si era permesso di fissarla.
Voleva imprimersi tutto di quel momento.
Il suo sorriso enorme, i suoi occhi che brillavano.
Le mani che stringevano il bouquet di rose, l'abito in pizzo che strascicava nella chiesa e il velo leggero.
Tutto.
L'avrebbe sempre ricordata così, si disse.
Se mai avesse avuto un dubbio quell'immagine avrebbe rimesso tutto a posto.
Quel giorno. Quel viso.
Quelle emozioni.
"Prometto di amarti, di rimanerti accanto per l'eternità. So che non posso prometterti il sole per tutto l'anno ma posso promettere di accenderti sempre la luce quando avrai paura del buio.
E se mai dovessimo ritrovarci all'ombra prometto di tenerti la mano sempre.
Come ho sempre fatto, ti terrò la mano quando dovrai affrontare le tue paure, quando avrai ansia che la tua testa possa prendere il controllo io, Anna, prometto di scacciare via quella voce.
Come ti avevo promesso quella volta che ti avrei aiutato in ospedale, ti aiuterò sempre. Ti ho detto una volta che avrei promesso solo cose che ero certo di poter mantenere e ora ti prometto l'eternità perché so che non potrei vivere senza di te.
Ti affido il mio cuore, per favore, trattalo bene.
In salute e in malattia, non posso prometterti che starò sempre bene, ma seppur malato, io ci sarò sempre".

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