29. Collaborazione

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Xavier


"Avete sentito questo splendido suono? Quando lo sentirete nuovamente significa che il minuto sarà terminato. Ora voglio sapere dove si trova Steve. Si accettano volontari. Chi deciderà di parlare verrà automaticamente ingaggiato dal sottoscritto, mi assumerò la responsabilità di proteggervi da lui contro ogni ritorsione" conclusi a voce alta, portando poi la sigaretta alle labbra.

Mattia e Davil guardavano il mio piccolo teatrino in silenzio, a braccia conserte, al mio fianco. Nella sala regnava il silenzio assoluto e il ticchettio dell'orologio del commissario era piuttosto snervante.

"Non vorrei mettervi pressione ma il tempo sta per scadere e sinceramente non sono molto in vena di vedere i vostri bulbi oculari schizzarvi fuori dalle orbite"

"Vaffanculo io lo dico, non me ne frega un cazzo!" intervenne uno di loro, sbracciandosi.

"Prego, mio valoroso guerriero" lo incitai, prendendolo per il culo.

"Non so dove sia Steve, so solo che ha lasciato il paese poche ore fa, sta con Casadei. Non ci ha detto altro, noi rispettiamo solo gli ordini"

Guardai attentamente quel ragazzo. Era giovane, molto giovane. Non raggiungeva i venti anni.

Chiusi gli occhi a due fessure, risucchiando il fumo della sigaretta tra le guance, guardandolo ancora. Io lo avevo già visto, cazzo.

Quando alzò gli occhi vitrei nei miei ebbi un flashback. L'asfalto pieno di sangue, Josh morto, la mustang verde.

"Io ti ho già visto" sentenziai, staccando il culo dal tavolino mezzo traballante. Mi avvicinai a grandi falcate, ordinando alle guardie di lasciarlo.

Il giovane, più basso di me di più di due spanne, mi guardò dal basso, senza mai distogliere lo sguardo. Aveva coraggio da vendere quella testina.

"E sono sicuro che anche tu mi conosci"

"Non ti sbagli" pronunciò distaccato, contraendo la mascella. Quella chewing-gum appena svezzata voleva competere con me? Gli faceva veramente onore.

"Steve non è quello che credi... Steve non è quello che voi tutti credete. Ha ucciso mio fratello davanti ai miei occhi e mi ha incastrato, ha ucciso Rachel, ve la ricordate Rachel?"

"Ha detto che si è suicidata, ha perfino fatto i funerali pochi giorni dopo la sua morte" rispose subito il ragazzino.

"Bugie, bugie cazzo! Possibile che vi ha ridotto in questo modo con il semplice lavaggio del cervello?" urlai, prendendolo per il bavero della t-shirt costosa che si ritrovava.

Era quello che faceva Steve. Ti riempiva di oro, facendoti credere che solo lui poteva renderti felice. Ma non era così e io l'avevo capito troppo tardi.

L'odore pungente di quel posto mi fece quasi sboccare, tant'è che abbandonai il ragazzino e mi allontanai da loro, ritornando vicino ai miei.

Respirai ancora il fumo, togliendo dalle narici l'odore acre del sudore e della droga. Che merda di posto.

"Voglio che il ragazzino venga con noi, sento che c'è dell'altro, glielo leggo negli occhi. Gli altri sono un caso perso, non possono rimanere in vita, faranno solo danni e comunicheranno a quel coglione che noi siamo venuti qui..."

Davil concordò con me e io mi voltai nuovamente verso il ragazzo.

"Ehi tu, come ti chiami?"

"Luca"

Gli feci cenno di avvicinarsi. Squadrò tutti e tre con indifferenza e anche un po' di timore. Erano tutti bravi a fare i duri a quell'età, ma in fondo erano degli adolescenti che non sapevano cosa farne della loro vita, un po' come lo ero io.

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