Xavier
Il secondo incontro con Mattia Borghi avvenne poco dopo la fine di marzo. Avevo rotto così tanto le palle a Davil per anticiparlo che mi aveva bloccato in rubrica.
Il mio amico sosteneva che il commissario era piuttosto impegnato e sollecitare di continuo un appuntamento in anticipo equivaleva a infastidirlo.
Io invece me ne sbattevo il cazzo come sempre.
Quando arrivammo alla centrale era notte inoltrata, fortuna che fosse appena primavera e che quel paesino fosse così piccolo da non avere neanche turisti.
"Ecco qui il tuo amato commissario, così almeno finisci di rompermi le palle" sbottò Davil non appena scendemmo dall'auto.
Feci un sorrisino, evitando di parlare. Sapevo essere testardo, ma in quel momento non era il caso.
Una volta superato il mingherlino matricola posteggiato davanti al portone d'ingresso raggiungemmo in fretta lo studio di Borghi.
"Ce ne avete messo di tempo!" esclamò, prendendoci per il culo.
Era colpa sua se l'appuntamento era avvenuto così tardi e ora ci stava chiaramente perculando per dieci minuti di ritardo. Mi stava sul cazzo.
Feci per rispondere ma Davil mi precedette e mise una mano su un mio pugno chiuso, pronto per ogni evenienza. Non ero abituato a essere preso per il culo in quel modo, cazzo.
"Colpa mia, ho fatto tardi per un problema all'auto" inventò una scusa per non risultare poco cordiale. Alzai gli occhi al cielo, contrariato dalle cazzate che stava inventando.
"Xavier, che piacere vederti. Prego accomodatevi... posso offrirvi un caffè, un whisky... non so"
"Whisky doppio liscio" risposi stringendo la mascella e accomodandomi come se fossi a casa mia.
Sorrise strafottente e dopo aver versato il liquido nei bicchieri ce li porse a entrambi.
"Allora... non abbiamo molte novità. Ciò che sappiamo è che il nostro amico si sposta continuamente per non essere cercato. Puntualmente ogni volta che arriviamo nei nuovi rifugi lui sparisce, non riusciamo ad anticiparlo. Si è allontanato notevolmente dalla città. L'ultimo avvistamento risale a pochi giorni fa, nei dintorni di Piacenza Nord, in una campagna sperduta vicino ad un molo. Quando siamo arrivati abbiamo trovato solo container vuoti. E' come se avesse capito di essere seguito. Sta giocando e a quanto ho capito vuole essere lui a trovare noi, quando lo deciderà uscirà allo scoperto. Non so il motivo di questa decisione. E' astuto, più di quanto immaginavamo"
Borghi finì il suo discorso, leccandosi le labbra umide di whisky. Posò il bicchiere sulla scrivania davanti a lui, attendendo delle nostre risposte.
"Figlio di puttana" sbottai senza contenermi "come ha fatto a scoprirvi? Avevi giurato di esser discreto, cazzo. Non può dirigere lui i giochi!" sbattei un pugno sul legno, facendo rovesciare il contenuto del bicchiere.
"Xavier" mi ammonì Davil, molto più calmo di me.
"Dobbiamo prenderlo, costi quel che costi" sussurrai, guardando male Mattia, che ora rispondeva al mio sguardo di fuoco.
"Vuoi prendere il mio posto? Vieni pure, vediamo che sai fare" mi sfidò.
"Ragazzi vi prego, ragioniamo. Non è il momento di farci prendere dalla rabbia, Steve vuole solo questo adesso"
La voce pacata di Davil riuscì a calmarmi... il suo tono mi ricordò inevitabilmente quello della piccoletta. Il sangue nelle vene ritornò a scorrere lentamente e sciolsi i pugni, al lato dei fianchi. Borghi tossì ricomponendosi e distolse lo sguardo dal mio, ritrovando la professionalità che lo differenziava dagli altri poliziotti.
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More and over
RomanceIl serpente, l'inganno. Le manette, la costrizione. Il passato che perseguita, manipola il presente. Ma niente può ostacolare lo schiudere del primo uovo di una farfalla che si presta a volare, pronta ad essere seguita dalle sue simili, nel gergo co...