13. Sangue del mio sangue

88 2 0
                                    

Xavier


Guardai la piccoletta intenta a preparare la cena, con solo una delle mie felpe addosso che indossava come un vestito.

I capelli lunghi e castano scuro le cadevano morbidi sulla schiena, mentre la mano destra impugnava il mestolo con il quale di tanto in tanto girava la pasta nella pentola. Gli occhietti scuri erano intenti a osservare con i minimi dettagli qualsiasi cosa, per evitare di sbagliare. Ma ciò che non sapeva è che a me sarebbe andata bene anche la pasta cruda da sgranocchiare come patatine, se solo fosse venuta da lei.

E non lo dicevo perché avevo fame, lo dicevo perché era la verità. Avrei detto che anche la merda poteva essere gustosa se fosse stata la sua.

Stringevo tra le labbra l'ennesima sigaretta del giorno, appostato affianco al camino. Era passata la metà di gennaio da solo pochi giorni, quasi una settimana da quando la piccoletta aveva insistito per intrufolarsi nella mia vita.

Non era cambiato granché. Sapeva solo che uscissi per sbrigare questioni legate alla mia fuga dal carcere. Non ero ancora pronto per rivelarle determinate cose, o meglio non era pronta lei. Volevo tenerla lontana dai miei problemi... lontana dal mostro che era Steve.

Non osavo immaginare cosa avrebbe potuto fare se solo avesse saputo dell'esistenza di una ragazzina che mi tormentava la mente.

L'avrei tenuta al sicuro, non solo perché dovevo ricambiare il favore che lei mi aveva fatto - ovvero quello di tacere agli sbirri riguardo chi fossi - ma soprattutto perché... mi sentivo in dovere di farlo e basta. Era una sensazione strana la mia, un nodo nello stomaco che solo lei mi aveva fatto provare in tanti anni vissuti e in tanti giorni passati assieme a delle belle ragazze.

Lei era un incentivo in più, un motivo plus che mi spingeva a lottare contro il mio passato e a tramare la mia vendetta in modo più dettagliato.

Avevo conoscenti certo, avevo il mio amico fidato Davil, che più volte mi aveva aiutato. Sicuramente avrebbe fatto parte del mio piano, ma non volevo coinvolgerlo con cose del mio passato di cui lui non centrava. Eravamo sempre stati amici, anche nel mio periodo buio in cui ero scagnozzo di Steve, ma lui era il mio opposto. Era un meccanico provetto che dopo il liceo aveva iniziato subito a lavorare e ora aveva una moglie e una bambina. Quello che io potevo avere, se solo da bambino mi fossi fatto i cazzi miei.

"Xavier? Tutto ok?" il viso di Sofia intralciò i miei pensieri e mi riscossi, ritornando alla realtà.

"Si... cosa c'è?"

"Ti ho chiamato più volte. La cena è pronta"

La guardai dal basso; nonostante fossi seduto, la sua testa superava di poco la mia. I miei occhi percorsero il suo corpo per poi fermarsi sulle gambe morbide solo alla vista.

Sofia non era una ragazza magra, anzi era piuttosto in carne. Ma ogni curva del suo corpo si trovava nel posto giusto: i fianchi morbidi accoglievano un bacino largo e delle cosce altrettanto sinuose. Il seno prosperoso faceva capolino e distoglieva l'attenzione dalla vita un po' più stretta con un lieve accenno di pancetta.

Non sapevo se facesse palestra, ma ciò che vedevo era un fisico tonico e ben formato, che raramente avevo visto sulle altre donne.

Lei non mirava al fisico magro da top model, a mio parere stava bene con se stessa, non preoccupandosi di quello che mangiava e della quantità. Era una ragazza sana, in tutti i sensi. E forse era quello che mi attraeva di lei; la mente occupata da valori saldi, nonostante mi avesse detto che non tollerava la sua famiglia. Aveva custodito il suo corpo non preoccupandosi minimamente di apparire vintage rispetto alle sue coetanee. Non aveva amiche, non usciva spesso se non per studiare o fare acquisti. Mi disse tutto questo quella stessa sera in cui mi baciammo. 

More and overDove le storie prendono vita. Scoprilo ora