7. Angeli e demoni

90 5 1
                                    

!!! Contenuti sensibili !!!

Sofia

"Dovresti smetterla di cacciarti nei guai, di questo passo rimarrai nuda" affermò riferendosi all'ennesimo cambio che mi aveva offerto. Un'altra t-shirt lunga come un vestito.

"Emh... ok" riuscii a dire. Non sapevo come comportarmi, come rispondere...

Ero seduta sul letto, intenta a sgranocchiare le patatine che aveva recuperato dopo la doccia gelida a cui ero stata sottoposta. Anche lui si era cambiato: indossava un maglione a collo alto che fasciava il busto, un paio di jeans regular e degli anfibi, total black.

Aveva i gomiti poggiati sul piccolo balconcino della finestra aperta, sigaretta tra le labbra e la solita espressione di uno che odiava la vita da quando era nato. Soffiava lentamente il fumo, mentre osservava con indifferenza le palazzine intorno.

Io cercavo di fare meno rumore possibile, masticando le patatine lentamente una a una.

Dopo quella frase, piuttosto inaspettata, ero rimasta immobile con gli occhi sgranati.

Mi aveva presa in braccio e trascinata fuori dalla vasca, avvolta in un asciugamano e cambiata come una bambina di cinque anni. Ero rimasta così, avevo perso la facoltà di parlare, di muovermi e di connettere.

Avevo la maglia pulita ma il reggiseno e i boxer erano completamente fradici; non aveva mai osato toccarmi, né l'idea di togliermi l'intimo gli era sfiorata nella mente. Mi allungai sul comodino e presi la bottiglietta in plastica, scuotendola.

Merda... me l'ero scolata il giorno prima. Avevo sete, stavo completamente seccando, anche a causa del sale presente nelle patatine.

"Emh... X-xavier?"

Si girò lentamente e arrossii per l'imbarazzo. E adesso? Dio mio, volevo sotterrarmi.

"Ecco io... ho accidentalmente finito la b-bottiglia" balbettai, in realtà me la stavo facendo sotto. Non sapevo se il tono con cui avevo detto quella frase andasse bene, o peggio se potevo permettermi di chiedere.

"Vai in cucina, puoi riempirla con l'acqua del rubinetto" sentenziò, tornando a fumare.

Allargai gli occhi... ah però, non me l'aspettavo. Forse forse potevo anche chiedere qualcosina...

Scesi dal letto e camminai lentamente fino a raggiungere la cucina. Riempii la bottiglia e chiusi il lavello.

"Ahh!" urlai, girandomi di spalle. Per poco non rischiavo un infarto.

Xavier se ne stava con una spalla appoggiata sulla cornice della porta, caviglie e braccia incrociate.

"Ti faccio così paura?" scoppio a ridere prendendosi beffa di me, mentre io rimasi con la bottiglietta stretta al petto. La sua risata profonda fu qualcosa di affascinante e maledettamente sensuale.

Cosa stavo dicendo?! Dovevo darmi una svegliata.

"No, non mi fai paura" affermai, alzando il mento e assumendo un'aria di superiorità.

I suoi occhi percorsero il mio corpo più volte. Stava quasi per ridermi in faccia, ma non lo fece. Si leccò il labbro inferiore per poi morderlo delicatamente.

Ok, avevo esagerato. La consapevolezza di essere una formica, pronta a essere schiacciata da un momento all'altro, ritornò imponente come un campanello d'allarme: abbandonò la parete, infilò le mani nelle tasche dei jeans e girò più volte intorno a me, come un predatore.

Abbassai il capo e trovai improvvisamente interessante la benda nuova che Mr. Ex detenuto mi aveva fasciato sulla caviglia.

"Ti piace provocare, non è così, Cocò?" il suo fiato arrivò sulla mia nuca.

More and overDove le storie prendono vita. Scoprilo ora