37. Angeli caduti

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Tu sei una persona

 di quelle che si incontrano

 quando la vita decide di farti un regalo...



Mattia


L'orologio da polso emise un lieve bip che si disperse all'interno dell'abitacolo. Lo smartwatch segnava le due.

In lontananza i lampi illuminavano la notte e sperai non si mettesse a piovere, altrimenti il mio incontro sarebbe saltato e non ci voleva per niente.

Aprii lo sportello e l'aria estiva con un sentore di pioggia invase le narici. Ne approfittai per prendere una boccata d'aria fuori dall'abitacolo.

Mi osservai attorno, ammirando i piccoli palazzi di Monza e le aree verdi del grande giardino pubblico vicino a dove mi trovavo.

Era veramente un bel quartiere, a differenza di dove io vivevo.

Occupato a osservarmi intorno, con il culo appoggiato alla mia BMW nera e con le mani nelle tasche dei pantaloni sartoriali, non mi resi conto del lieve colpo di tosse alla mia destra.

Mi voltai quando un paio di tacchi neri in vernice invasero il mio spazio visivo. Quel piede piccolo racchiuso in quelle scarpe era probabilmente la cosa più affascinante che avessi mai visto, ma il mio pensiero cambiò radicalmente quando il mio sguardo percorse le cosce per metà coperte da un vestito bordeaux che stringeva la vita sottile e stretta.

Il seno riempiva l'accenno di scollatura formale e il collo da cigno lasciava spazio a una chioma bionda e folta che cadeva sulle spalle in boccoli morbidi.

Gli occhi da cerbiatto, quasi verdi erano contornati da lunghe ciglia color miele e il naso all'insù era abbinato a un paio di labbra piene. Mi chiesi se fossero naturali, probabilmente no ma erano bellissime.

"Lei è il commissario Borghi?"

La sua voce maledettamente sexy mi fece riportare lo sguardo nel suo.

"Sono io. Lei è la signorina Rachel?"

"Cosa pensava, commissario? Di trovare una donna diversa?" il cipiglio in viso, quasi malizioso mi fece dedurre che aveva notato eccome il mio sguardo poco educato. Insomma... l'avevo quasi spogliata con gli occhi, cazzo.

"Per niente. Volete accomodarvi in auto? Sa, per discrezione"

"Preferisco di no, non mi fido degli sbirri, gli ho sempre odiati" incrociò le braccia sotto il seno, gonfiando la tenera seconda che portava. Dio... da quando sbavavo per una seconda di reggiseno!?

"Bene..."
"Cosa vuole da me? Non è tanto gentile mandare una squadra nel bordello dove lavoro per farmi prelevare. E inoltre dica ai suoi uomini di stare alla larga dalle mie colleghe. Arrapati del cazzo" sbottò facendosi un po' rossa sulle guance.

"Mi dispiace per l'irruzione ma era necessario" mi avvicinai a lei, così da parlarle nell'orecchio.

Dovetti abbassare il capo di molto, per via dei centimetri che ci separavano, nonostante indossasse i tacchi.

"Steve ha rapito una ragazza a cui Xavier tiene molto. Davil, io e un ragazzino ex scagnozzo del tuo vecchio capo che ha cercato di ammazzarti siamo sulle sue tracce da due mesi. L'unica che può aiutarci è lei"

"Come hai fatto a trovarmi?" mi diede del tu, spezzando la formalità "io sono morta per tutti, quello stronzo ha dato i miei funerali"

"Dovrei essere io a farti domande... tu come hai fatto a scappare con una pallottola in testa? Dovresti essere morta"

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