19. Concedere

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Xavier


Con il cellulare incastrato tra spalla e orecchio destro, ero intento a girare l'ennesima sigaretta, nonché la prima di quel mattino di febbraio.

Il sole era sorto da poco, la piccoletta dormiva tra le coperte ancora sporche. I capelli lunghi e mori erano sparpagliati sui cuscini scomposti, mentre il piumino lasciava intravedere la posizione in cui dormiva: pancia in giù, una gamba stesa e l'altra piegata lateralmente.

I raggi del sole colpivano il suo viso ma non se ne curava minimamente, anzi, continuava a sonnecchiare tranquilla, come se stesse sognando.

"Pronto?"

"Davil... sono io, Xavier"

"Cazzo, ho dimenticato di salvare questo numero. Tutto bene? Non ti sento da Natale... è successo qualcosa?" chiese allarmato, con la voce ancora impastata dal sonno.

Mi sentivo un coglione ad averlo chiamato a quell'ora, ma sapevo che era l'unico modo per evitare che sua moglie lo sentisse e che non lo disturbassi sul lavoro. Soffiai fuori il fumo e recuperai il cellulare nella mano per stare più comodo.

"E' tutto ok... assicurati che tua moglie non senta"

"Mia moglie... sono successe tante cose in questi mesi. Quella stronza mi ha lasciato perché aveva un altro"

Percepii la sua rabbia e mi sentii ancora più in colpa per averlo chiamato in quella situazione... fui ad un passo dal dirgli una bugia ma lui mi precedette.

"Hai bisogno di aiuto, non è cosi?"

Seguirono attimi di silenzio, in cui realizzai quanto Davil mi conoscesse bene. Con lui non era necessario neanche uno sguardo per capirci. C'era un filo che ci legava in modo debole e sottile e sebbene fosse passato tanto tempo lui continuava a capirmi come una volta.

"Si tratta di Steve... ho scoperto dove si nasconde"

"Cazzo questa si che è una bella notizia"

"Ha ucciso Rachel davanti ai miei occhi" sentenziai apatico, per poi portare la sigaretta alle labbra.

Nuovamente silenzio e io non mi aspettavo altro.

La ragazza costituiva per tutti un punto di riferimento, l'unica luce dentro tutta quella merda. Anche Davil la conosceva, forse più di me poiché era la sua guardia del corpo quando Steve si assentava.

"R-Rachel?" balbettò, mentre la voce si incrinava sempre di più "perché?"

"Ha inserito dei file compromettenti di Steve sulla mia pen drive affinché avessi ulteriori prove per incastrarlo. Lui l'ha scoperta e l'ha fatta fuori come una bestia da macello, pistola nel petto e via" sputai fuori e non mi resi conto di star tremando dalla rabbia.

Sebbene avessi un tono di voce basso, con la coda dell'occhio notai Sofia rigirarsi tra le coperte.

"Non posso crederci"

Davil aveva visto Rachel in tutte le sue sfaccettature, le voleva bene e cercava sempre di proteggerla all'infuori del suo lavoro.

Il loro rapporto era una solida amicizia che si era affievolita quando le cose si erano complicate e Davil ha deciso di abbandonare tutto, a malincuore.

Almeno per lui non c'erano stati problemi. Io invece avevo pagato un caro prezzo: perdere Francis.

"Non so chi altro chiamare, ho tentato di far da solo ma la piccoletta... intendo la ragazzina qui... mi ha consigliato la giusta via"

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