Capitolo 14

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"Io si, e te?" Io annuisco in risposta e lui invece di seguire gli altri mi trascina in camera sua, mettendo il non disturbare fuori dalla porta. Mi lancia sul letto facendomi sedere, si toglie la maglia, si mette su di me cercando di togliermi il vestito.

"Con cosa lo hai sigillato, l'acciaio?" Mi chiede facendomi ridere, e io passo una mano dietro la schiena slacciando la zip. D'istinto mi copro, ma lui mi ferma.

"Non vergognarti, non con me, voglio vedere e toccare ogni centimetro del tuo corpo se tu me lo permetterai" Dice lasciandomi qualche bacio sul petto.

"Servita su un piatto d'argento" Gli sussurro e lui socchiude gli occhi sentendo il contatto delle mie labbra sul sua collo. Continuiamo a stuzzicarci tra baci, ma poi lo vedo scendere sempre più in basso. Mi guarda chiedendomi il permesso, ed io in risposta annuisco. Smetto di pensare, ormai non ci riesco nemmeno più, inarco la schiena dal piacere. Vedo il rigonfiamento nei suoi pantaloni, che subito raggiungono il pavimento, mi guarda e nota il mio sguardo impaurito.

"Non voglio costringerti, nessuno ci corre dietro" Dice, ma io lo bacio incitandolo a continuare. Si mette sopra di me e prende un preservativo dal portafoglio.

"Farà male?" Gli chiedo.

"Non voglio mentirti, cercherò di fare il più piano possibile" Dice e in pochi secondi è dentro di me, un dolore lancinante mi colpisce, e a stento riesco a trattenere le lacrime, con una mano gli graffio la schiena mentre l'latra è trattenuta dalla sua.

"Piangi amore mio... dimmi quando posso muovermi"

"Vai" Dico dopo essermi abituata. Ci muoviamo con movimenti inizialmente molto lenti e poi sempre più veloci, quasi a sembrare una danza, sembra del tutto normale, come se il mio corpo avesse sempre aspettato il suo. La mattina dopo ci svegliamo, anche se si può effettivamente anche dire che non siamo mai andati a dormire.

"Buongiorno bimba" Mi dice con la voce roca.

"Oi" Dico cercando di muovermi ma uno, ho le gambe completamente doloranti, manco risveglio muscolare e poi sono trattenuta dalle sue mani che stringono le mie cosce.

"Stai bene? è stato come ti immaginavi?" Mi chiede guardandomi con quei suoi occhi stupendi.

"Medio, avevo delle aspettative molto più alte" Dico scherzando.

"Che stronza, vorrà dire che ti dovrò far cambiare idea" Dice ribaltando le posizioni facendomi finire sotto di lui. Ma vogliamo parlare del corpo da Dio greco che ha? No perché potrei usare almeno altri venti fogli; non lo posso scrivere su questo il tema?

"Calma tigre, hai delle interviste sta mattina" Gli dico facendogli alzare gli occhi al cielo.

"Preferisco stare qua con te" Dice baciandomi il collo.

"Sai che se è solo per quello puoi pure andartene, vero?"

"Ma per chi mi hai preso, è anche quello, è compreso nel pacchetto" Dice alzandosi.

"Comunque sappi che il discorso non finisce qui, prima o poi riuscirò a farmi dire qualcosa di carino" Dice mentre si veste.

"Credici" Gli dico lasciandogli un bacio sulla nuca alzandomi dal letto. Non posso farci niente sono stronza e sottona di natura, le cose carine non le so dire, anche se per lui potrei fare qualche sforzo. Comunque voto, in una scala da uno a dieci, direi il massimo con la lode ma non glielo dirò mai. Ci alziamo, lui fa le sue interviste ed io cerco di tenermi occupata usando il telefono.

Paranoia - Irama-Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora