Capitolo 31

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"Filo per quello che ho da dirti ci sarà tempo, ora voglio ascoltarti, la tua voce riesce a calmarmi più di qualunque altra cosa" Gli dico, e anche solo con questa frase riassumo tutto ciò che provo.

"Ti amo" Dice ed è l'ultima cosa che sento prima di addormentarmi. La mattina dopo torniamo a Milano; in macchina continuo a lavorare alla tesina e come una scema mi faccio venire la nausea.

"No Filo non lo spegnere devo finire almeno di scrivere".

"Va bene te lo scrivo io, dammi il testo" Mi dice porgendomi la mano per dargli il foglio.

"No, per te è una sorpresa" Gli dico, e mi guarda interrogativo.

"Tu mi nascondi troppe cose in sto periodo"

"Ma che sei esagerato" Gli dico chiudendo gli occhi, anche perché se parlo ancora rischio di sboccare sul sedile.

"Dammi glielo scrivo io, prima che va in paranoia e sta peggio" Dice Lori, e senza aprire gli occhi gli prendo la mano per ringraziarlo. Lui è il mio migliore amico, senza dubbio una delle persone più umili, gentili, e simpatiche che abbia mai conosciuto, mi pare di conoscerlo da sempre, mi capisce al volo anche solo da una smorfia.

"Ti sto amando sappilo" Gli dico.

"Ora che te l'ho fatto dire, lo dici a briglia sciolta vedo" Mi dice Filo.

"Che sei geloso, non crederai mica di avere il primato" Gli rispondo secca.

"Ho il primato su tante altre cose però" Dice facendomi arrossire, ma che cazzo, non riesco a mantenere un dibattito con lui. In risposta gli mostro il medio, e appoggio la testa sulla spalla del fotografo. Appena arrivo a casa mi faccio una doccia, dormo dieci minuti contati e inizio il mio studio matto e disperatissimo per lo scritto d'italiano. Oramai manca così poco che inizio a sentire la paura. Chissà se a Filo e alla commissione piacerà la mia tesina, al massimo mi bocciano.

"Vale hai fame?" Mi chiede mio padre, io scuoto la testa e abbasso nuovamente la testa sul libro. Guardo l'orario, sto studiando da otto ore filate, mamma mia mi sta venendo l'esaurimento. Il lunedì mattina sempre stato traumatico, abbraccio Aisha ed entriamo per iniziare il tormento di ripetizioni che fra un mese inizia la maturità, che siamo delle capre, e che probabilmente non c'è la faremo mai; ma nessuna pressione eh! Esco da scuola stravolta e aprendo la porta di casa trovo qualcuno che mi fa passare subito tutto il magone della giornata.

"Ma che ci fai qui!" Gli dico.

"Non saluti nemmeno più?" Mi chiede Christian, ci conosciamo da quando siamo piccolissimi, lui un anno più grande ed io sempre stata la sorellina più piccola da proteggere. Le nostre mamme erano molto amiche da giovani, tanto che avevano aperto una scuola di ballo che è ancora tutt'oggi aperta sotto il nome de – la scuola dei sogni – con la conduzione della mia fantastica zia acquisita Anna; da piccolina non avendo per niente il ritmo nel sangue preferivo guardare Christian ballare dalla mattina alla sera anche mentre facevo i compiti, ero la sua più grande fan, anzi lo sono tutt'ora, e poi lui ha intrapreso la sua carriera da ballerino ad Amici e da quel momento ci siamo visti sempre più raramente, visto le sue masterclass e gli spettacoli in giro per l'Italia.

"Ma non mi avevi detto niente" Lo rimprovero.

"Io ancora non ho sentito un saluto come si deve" Dice cercando l'approvazione di mio padre che arriva subito. Butto a terra la cartella e gli salto in braccio.

"Sei sempre più piccola" Mi dice ridendo.

"Vuoi già iniziare a litigare?" Gli chiedo mentre ci sediamo a mangiare. 

Paranoia - Irama-Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora