Capitolo 41

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"Non sembrava ieri" Dico e mentre cerca di parlare qualcuno bussa alla porta.

"Allora, Aisha mi ha detto che vai a pranzo dai tuoi nonni e mi ha chiesto di venire per accompagnarla" Dice Lori entrando.

"Le hai detto di sì, vero?" Gli chiedo speranzosa.

"Ovvio, solo che deve venire anche Filo, se no non c'è la faccio" Dice supplicandomi, ma che si sono messi d'accordo per caso?

"Sì lui viene" Affermo rassegnata. Durante il tragitto in macchina ci sono Lori e Aisha che parlano tranquillamente e poi me e Filo: io un pezzo di ghiaccio e lui che prova a cercare un contatto.

"Ciao bella!" Mi dice mio nonno abbracciandomi, che bello rivederli tutti, i miei zii, i miei nonni, i cani, quanta nostalgia, quanti ricordi di tutte le estati passate qui. Da sempre la mia casa delle vacanze preferita, in collina a due piani con un orto enorme e tantissimi animali, e anche se sono più da mare questo posto mi ha sempre trasmesso tranquillità, tanto che quando ero piccola mi facevo mettere l'amaca da mio zio e rimanevo sotto l'albero del pepe le ore ad ascoltare la musica, leggere e persino dormire.

"Ho portato un po' di amici" Dico.

"Piacere Lorenzo" Dice il fotografo presentandosi ai miei parenti, seguito dalla mia migliore amica.

"Io sono Filippo" Dice poi il cantante.

"Ah sì, ti ho visto in tv, sei Irama" Dice mia nonna. Li ho addestrati troppo bene, ne sono super orgogliosa.

"Sì, sono io" Dice sorridendo. Li guarda con tenerezza, e come una scema non ho pensato a cosa potesse provare venendo qui e incontrando i miei nonni, sono stata un insensibile, forse dovrei portarlo via? No, non posso andarmene.

"Sappi che è molto bella la canzone di Sanremo" Dice mia zia, lo posso confermare, poiché io avrò perso una madre, ma loro una figlia e una sorella.

"Andiamo a mangiare?" Mi chiede mio nonno prendendomi sotto braccio, per farsi accompagnare al tavolo. Mentre aspettiamo che sia tutto pronto porto i ragazzi a fare un giro della proprietà, con tanto di animali.

"Non gli hai detto che stiamo insieme" Dice Filippo ad una certa mentre camminiamo.

"Non c'è stata occasione" Rispondo secca, mentre mi chino ad accarezzare Ugo, uno dei miei cani preferiti; un bellissimo beagle bianco marrone e nero, un tenerone, non sa nemmeno cosa voglia dire mordere. Passando le estati qui e senza amici stavo molto tempo con lui e con gli altri animali, al punto che sono diventati i miei migliori amici.

"Vale ti prego... Non volevo intendere di non volerti ascoltare, solo che in quel momento mi volevo godere un po' del mio silenzio, perché sai che i miei momenti di pace sono con la musica e con te..." Rimango impietrita, forse me la sono presa troppo, e ora sono troppo orgogliosa per ammetterlo.

"Ugo è il mio migliore amico, e ho passato con lui la maggior parte delle mie estati, oltre che insieme a te" Mi rialzo e torno dentro casa, sto facendo una cazzata dietro l'altra, dovevo abbracciarlo, chiedergli scusa non andarmene come se non fosse successo niente.

"Com'è? vi piace?" Ci chiede mia nonna, mentre mangiamo la sua specialità: la carne alla griglia.

"Come sempre" Rispondo seguita dai miei amici.

"Come vi siete conosciuti?" Mi chiede mia zia.

"Fil è venuto a scuola a farci una lezione alla quale sarebbe seguito un test e chi avrebbe raggiunto il punteggio più alto avrebbe passato una settimana con lui, e io ho vinto, mi ha portata a Sanremo e..." Che faccio lo dico? Non lo dico? Magari se lo dico mi faccio perdonare.

"Ci siamo messi insieme" Continua il cantante. Per salvare la situazione gli prendo la mano, appoggiandola sul tavolo.

"Con chi ti saresti fidanzata?" Mi chiede mio nonno.

"Con lui" Rispondo ridendo indicando Filippo.

"Nono io sono geloso" Dice scuotendo la testa facendo ridere tutti.

"Prometto di prendermene cura" Aggiunge il cantante.

"Eh bravo, ti devi comportare bene" Sembra una velatissima minaccia eh.

"Tranquillo nonno, è un bravissimo ragazzo" Dico afferrandogli la mano. Dopo il pranzo ci sediamo sul divano per digerire, perché sì tutto buono ma almeno tre giorni tutti perché mi ritorni la fame.

"Quindi mi hai perdonato?" Mi chiede all'orecchio Irama ma non rispondo lasciandogli un bacio sulla guancia.

"Parliamo dopo" Aggiungo sussurrando.

"Avevo dimenticato cosa si provasse a ricevere il calore di una nonna, c'è io c'è li ho i nonni ma sai lei..." Dice mentre guida di ritorno in hotel.

"Sì Fil, lo so, anzi scusami, non avrei dovuto portarti, non ho pensato che avrebbe potuto farti male..."

"No non mi importa, perché è la tua famiglia e ci tenevo tanto a conoscerla"

"Ora è anche un po' la tua" Dico e lui si gira sorridendomi, appoggiando la sua mano sulla mia coscia.

"Comunque mi dispiace, sono stata troppo orgogliosa per ammetterlo prima, ma forse ho un po' esagerato"

"No, mi sono espresso male, tu sei molto diversa da me"

"Che significa?"

"Che reagiamo in modo diverso alle frasi dette"

"No, non siamo molto diversi, il silenzio per me è fatale, e solo tu riesci a farmi stare tranquilla in quello stato" Dico.

"Ti amo" Dice baciandomi la mano. Da quel momento ormai sono passati due anni, due anniversari, tante litigate, amore, e risate.

"Amore ti muovi facciamo tardi" Mi dice Filo. Sì, come al solito sono la più lenta a preparami. Stiamo andando a casa dei suoi, li ho conosciuti l'anno scorso insieme il piccolo Pietro, il nipote di Filippo, che è un amore. No, la musica di Filippo non ha smesso di calmarmi, ne ha smesso di farmi piangere. L'università? Sì, diciamo che va, ho superato il primo anno per un miracolo divino, e a settembre ho iniziato il secondo, se anche questi esami estivi vanno a buon fine sono a cavallo.

"Sono pronta" Dico, uscendo dalla stanza con un vestito leggero floreale, e delle all star ai piedi; elegante sì, ma sempre comoda. Appena arriviamo saluto la sua famiglia e mentre parlo con Jolanda gioco con suo figlio.

"Sono felice che tu l'abbia presa bene" Dice ad un certo punto, ed io la guardo confusa.

"La partenza, non te lo ha detto?" Mi chiede vedendo la mia evidente faccia imbarazzata. 

Paranoia - Irama-Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora