Capitolo 49

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- Per iniziare posso dire che sia stata la settimana più estenuante della mia vita, Sanremo non è solo un programma, dietro ci sono organizzazioni, responsabilità, impegno e sacrifici; un po' come la vita di Irama, che nonostante la giovane età sta volando già così in alto. Il primo giorno con lui non solo mi ha aiutato umanamente, ma mi ha fatto capire cosa vuol dire lottare per una passione, per il proprio lavoro. Sentire la sua canzone in anteprima insieme ai suoi musicisti è stato un privilegio, e come ho detto e dirò sempre, quella canzone è stata la mia salvezza, per motivi personali, ma non solo per la canzone in sé, anche di come la stesse interpretando, facendo arrivare ogni parola dritta al cuore, come dardi. Cosa ho imparato? Che ne vale sempre la pena, buttarsi, cadere, ma soprattutto rialzarsi; sembra una frase fatta, ma è vero, il bello di cadere è riuscire a rialzarsi con le proprie forze, con la soddisfazione di essere ancora in piedi. Modestamente posso dire di essere ancora in piedi nonostante tutto, ed è grazie a lui, alla sua musica che è la mia forza –

Ne leggo una parte e qualche lacrima scende, mi ricordo benissimo la sera in cui l'ho scritta insieme a Fil.

"Stai bene amore?" Mi chiede vedendomi in lacrime e giustamente, stavo ridendo fino a pochi minuti prima, si preoccupa non sia diventata bipolare in questi anni.

"Hai conservato il mio tema" Dico.

"Sì, ho chiesto alla tua prof se potessi leggerlo, e alla fine non gliel'ho più ridato" Dice sorridendo, in teoria è anche reato, però è anche maledettamente dolce.

"In realtà sono venuto anche alla tua laurea" Dice

"Cazzo, lo sapevo! Ti avevo visto, ma ho pensato di essere pazza e che non potevi essere lì" Dico alzandomi dal letto andandogli in contro abbracciandolo.

"Sei stato tu a chiamare la giornalista vero?" Gli chiedo sapendo già la risposta, nonostante fossimo distanti non ha mai smesso di prendersi cura di me.

"Sai Lori il giorno prima della mia laurea mi ha portato alla nostra spiaggia" Dico.

"Hai espresso il tuo desiderio?" Mi chiede ed io annuisco.

"Ho chiesto ti ritrovarti" Mi bacia tenendomi stretta.

"Andiamo a letto?" Dice guardando l'ora.

"Strano il mio animale notturno mi chiede di dormire, mi devo preoccupare?"

"Preoccupati quando non ti chiederò più di venire a letto con me" Dice facendomi l'occhiolino.

"Sei proprio stupido" Ci sdraiamo uno abbracciato all'altro. Ebbene sì, sono partita in questa storia in cui il mio unico sogno era incontrarlo, periodo in cui ero sola, con tre amici in croce, un ragazzo che non mi cagava di striscio, e tanta paura, paura di fallire, deludere le persone vicine, mio padre, mia madre da lassù, ma anche di perderle; e con me c'era sempre lui, con la sua musica e alla fine quel filo rosso chiamato destino esiste, all'inizio ne parlavo ma non ci credevo fino in fondo, fin quando non l'ho visto entrare nella mia classe, colui che ha sempre placato le mie paure, mentre ora, beh... siamo sempre due paranoie ma non siamo soli, perché lui è mio ed io sono sua.

Paranoia - Irama-Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora