Capitolo 35

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"Scusami veramente non intendevo lasciami pulire" Dice iniziando a sfregare sopra il cavallo dei pantaloni con un tovagliolo. Menomale che doveva stare tranquilla eh. Vale si sta trattenendo, e dio solo sa se mi parlerà ancora dopo questa cosa.

"Io non ho più fame" Dice lasciando il tavolo. Esce dal ristorante, mi alzo per inseguirla, non sa minimamente dove andare e se le succedesse qualcosa non me lo perdonerei mai.

"Vale fermati un attimo ti prego" Dico prendendola per la spalla.

"Che cazzo vuoi?!" Mi risponde incazzata.

"Non è come pensi"

"Ah no? Ti stava scopando sul tavolo in pratica" Dice continuando a camminare.

"Tra me e lei c'è stato qualcosa..." Alle mie parole si blocca.

"E perché non me lo hai detto subito, mentre mi dicevi di stare e che vuoi solo me, eh?"

"Perché avevo paura di perderti"

"L'ami?" Mi chiede secca ed io scuoto la testa.

"No Vale, io amo te, e cascasse il mondo io sto con te e un giorno sposerò te..."

"Non dire cose che non puoi mantenere" Dice scuotendo la testa. Sì ci ho veramente pensato, ho pensato ad un nostro possibile futuro, alla nostra famiglia... Ma ora no, ora la mia vita e la musica, e pian piano Vale sta arrivando ad avere la sua stessa importanza.

"Io ti giuro..." Dico prendendole la mano e mettendogliela sul mio petto all'altezza del cuore.

"Lo senti?" Continuo e lei annuisce, i suoi occhi sono tristi, la sto ferendo, non è quello che mi sono promesso, non posso rovinarla.

"Questo sei tu, mi rendi vivo" Dico e la stringo a me facendole posare l'orecchio sul mio petto.

"La mando via" Dico e lei mi guarda con gli occhi lucidi, no cazzo non piangere ti prego.

"Parlami" Le dico.

"Fil, io non so più cosa dirti, ti dimentichi di me, e non mi vuoi tra i piedi in sintesi e poi non mi dici nemmeno la verità, come faccio a fidarmi?" Mi chiede cercando di trattenere le lacrime.

"Sono in prova, ma ti prego non rinunciare a credere in noi" Dico supplicandola.

"Devo pensarci... torno a casa con te ma se si avvicina un'altra modella le taglio tutti i capelli" Dice sorpassandomi tornando verso la macchina. Arriviamo in villa ed io do il ben servito a Lau, dopo tutto una cosa le avevo chiesto e non l'ha rispettata, pensavo fosse mia amica o una cosa del genere e come al solito sono rimasto deluso.

"Fil mi parli di Victoria" Mi chiede Vale mentre siamo sdraiati nel letto.

"Se ti avvicini te lo racconto" Dico invitandola tra le mie braccia.

"No" Risponde secca.

"Vic era molto importante per me, siamo rimasti insieme per quasi quattro anni, mi è stata accanto in un periodo strano, dove starmi vicino non era semplice per niente, eravamo tanto innamorati, le avrei donato la luna, tutta la felicità del mondo se avessi potuto; poi dopo il periodo del Covid sono partito per scrivere l'album e ho incominciato ad allontanarmi, involontariamente e lei giustamente si è sentita abbandonata e messa da parte" Mi guarda perplessa, e so bene che ha paura che succeda anche con lei.

"Mi mandava messaggi alla quale non avevo il coraggio di rispondere per la merda che ero diventato, poi quando sono tornato a Milano e ci siamo visti e mi ha lasciato; sono stato male ma era giusto, sono stato solo un coglione, e non ho capito che stavo ferendo chi avevo accanto. Ma con te è diverso, sì ho sbagliato a non dirti della partenza, e sì sono solo un coglione, ma puoi chiedere a Lori e a chi vuoi di quanto parli di te, di quanto ogni volta mi crei delle paranoie solo per te, perché sono un casino, non mi merito una ragazza così pura al mio fianco, e dicendoti questo ho la fottuta paura che tu mi abbandoni"

"Non mi vedrai mai uscire dalla tua vita Filo, solo che ora non so che cosa fare..."

"Non lasciarmi anche tu ti prego" Dico prendendole le mani.

"Fil non ho dieci anni, io voglio stare con te ma se è questo il futuro che mi aspetta non ne sono più tanto convinta"

"Ti voglio più di quanto immagini e farò di tutto per non ferirti ancora" Mi bacia, e dio solo sa quanto mi sono mancate le sue labbra.

"So che me lo vuoi chiedere" Dico mentre siamo abbracciati a rilassarci, io ascoltando il suo battito e lei facendomi i grattini tra i capelli.

"No Fil, ti ho fatto parlare abbastanza, non mi va di riaprirti ferite che..."

"Riusciresti solo tu a richiudere" Dico finendo la sua frase.

"Rolex, no? Lei è stata la prima volta per tutto, mi sono innamorato di lei e ho fatto tante cazzate per lei, fuggivo dal mio gruppo solo per vederla la sera, era una prostituta alla quale volevo dare una vita normale, una famiglia, io il figlio che stavo per avere con lei lo volevo, ma lei ha deciso per entrambi e mi ha tagliato fuori da tutto, l'ho abbandonata, di lei conservo solo il ricordo, non l'ho mai dimenticata e non potrò mai farlo perché è parte fondamentale della mi vita, mi ha segnato profondamente ogni sua parola o pensiero" Dico e qualche lacrima mi riga il viso, fortunatamente Vale non le può vedere.

"Se lei tornasse..."

"Certo avrebbe un impatto fortissimo, ma non ti lascerei mai per lei" Dico e sono le mie ultime parole prima di addormentarmi cullato dalle sue carezze.

POV VALENTINA

Sono tornata da poco a Milano e la data dell'esame orale si avvicina, ormai quelli scritti sono un ricordo, ora i promemoria sono: non parlare troppo velocemente e non impappinarsi. C'è la farò? Probabilmente no, ma ci avrò provato, al massimo posso tornare l'anno prossimo. Ma a che penso?! O la va o la spacca! Questi giorni senza di lui sono riuscita oltre che a studiare a riflettere parecchio; non posso e non riesco a lasciarlo, in un modo o nell'altro torno sempre a lui e nonostante le litigate finiremo sempre per ritrovarci. Di Rolex? Ho pianto quella sera, perché Filippo sta lasciando il segno in me tanto quanto ha fatto lei con lui. Un periodo lontani ci è servito, poi non ero sola, con me è tornato anche Lori e Chri e mio padre si preoccupavano che ogni tanto mi fermassi per mangiare o dormire. Domani ci sarà l'esame, sto ripassando come una posseduta, Lori è accanto a me che mi fa le domande, e mi guarda come se fossi pazza.

"Tu non sei ufficialmente umana sappilo" Mi dice facendomi ridere notando stessi parlando alla velocità della luce, poi sentiamo il campanello suonare. Usciamo dalla stanza e con mio padre ci lanciamo degli sguardi confusi. Lui va ad aprire e si ritrova il cantante piumato con tanto di occhiali da sole alle otto di sera.

"Salve, posso?" Gli chiede e mio padre lo guarda male per poi scoppiare a ridere: semplicemente si diverte a terrorizzarlo.

"Che ci fai qui?" Gli dico correndogli in contro per poi saltargli addosso.

"Le mani" Gli dice mio padre, visto che per prendermi mi ha messo le mani sul fondo schiena.

"Scusi" Dice arrossendo spostando le mani ai lati delle gambe. 

Paranoia - Irama-Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora