Capitolo 42

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"No, che partenza?" Le chiedo.

"Vuole andare a scrivere a Miami, e starci qualche mese" Dice, ed io rimango paralizzata, perfino Pietro mi guarda spaventato. Irama è sempre andato a Miami, e spesso vado con lui, come in puglia e altri posti, ma era sempre per tempi brevi, ma perché cazzo non me lo ha detto? La giornata passa, e visto che siamo a casa dei genitori, non mi va di dare spettacolo. Entro a casa sua e mi butto sul divano, lui tira avanti quasi non mi avesse proprio visto.

"Tutto bene Irama?" Gli chiedo e lui si volta verso di me guardandomi storto.

"Non ho voglia di discutere" Dice scuotendo la testa.

"Non sai nemmeno quello che ti stavo per dire" Rispondo e già inizio ad alterarmi con quella faccia da schiaffi che fa.

"Si capisce già che sei incazzata e quando ti sarai calmata parleremo" Dice, per poi continuare come se non fosse successo nulla.

"Andiamo a letto?" Mi chiede ed io scuoto la testa.

"Me ne vado a casa" Dico prendendo la borsa, cercando poi di aprire la porta ma Filippo mi ci si para davanti.

"Che fai!" Gli chiedo stizzita.

"No tu che fai, questa ormai è casa tua, stai più qui che da tuo padre" Mi dice quasi rinfacciandomelo.

"Ti pesa?" Gli chiedo, cercando di tirargli fuori qualche informazione, visto che a quanto pare se ne vuole andare.

"Ma che dici, se sono sempre io a chiederti di restare, questa casa ormai è nostra, non più mia" Dice sorridendomi, e no mo' non posso farmi ammaliare, devo rimanere concentrata sull'obbiettivo.

"Sai tua sorella mentre giocavo con Pietro mi ha detto una cosa..." Dico sperando ci arrivi.

"Cazzo" Dice allontanandosi dalla porta mettendosi le mani nei capelli.

"Non dovevi saperlo così, giuro che te lo avrei detto"

"Sì, quando saresti stato già sull'aereo,- guarda amore sto partendo, forse torno tra qualche mese – "Dico mimando una possibile chiamata.

"No"

"No cosa, è evidente che non mi vuoi più, stai prendendo una strada che non posso seguire, dove è finito il mi manchi, il ti amo, è sfumato tutto per un biglietto?"

"No, volevo chiederti se volevi venire con me" Mi dice, anche se è ovvio che cerca solo di riparare al danno.

"No, e sai perché, perché quando hai preso quel biglietto non ero contemplata nel tuo piano, e non lo sono tutt'ora"

"Se iniziava starti stretta la vita con me bastava dirlo" Continuo e lo vedo iniziare a cedere.

"No Vale, non è come pensi tu, solo che non te l'ho detto perché avevo paura di questa reazione"

"Mi ami ancora?" Lui annuisce.

"Da morire" Continua.

"Allora non puoi chiedermi di lasciare tutto, e lo sai anche tu, non puoi chiedermi di scegliere tra te e la mia vita qui" Dico.

"E se ti ricordi non è nemmeno la prima volta... da quel momento mi hai detto che saresti cambiato, che non ti saresti dimenticato di me, e che se lo avresti fatto avrei potuto lasciarti" Dico e lo vedo sbiancare.

"Dici tanto che sono piccolina, sembro una bimba" Dico facendo una pausa drammatica.

"La mia bimba" Puntualizza con lo sguardo basso, non ha nemmeno il coraggio di guardarmi in faccia.

"Sì quello che vuoi, ma comunque ad essere stato infantile sei stato tu, e lo stai facendo ancora" Dico prima di uscire da quella casa. Voglio tornare dentro, ma non posso, non ho intenzione di annullare me stessa, lasciare tutto, non mi pento della mia scelta; ma perché sto piangendo allora? Non mi sono mossa dal portone di casa sua, nella mia testa commino ma in realtà non riesco a muovermi da qui. Lo sento scendere le scale, e fermarsi quando mi vede.

"Non te ne andare, ti amo Vale, ti prego non mi lasciare..." Dice e alzando lo sguardo vedo i suoi occhi rossi mentre cerca di trattenere le lacrime.

"Non posso, Filo, io ti amo, ma non posso tarparti le ali, e nemmeno tu lo puoi fare con me, sono sicura che troverai una ragazza che non ti soffochi come ho fatto io" Dico, trovando la forza di dargli le spalle pronta ad andarmene.

"Hai detto che non puoi, non che non vuoi" Dice con la voce che gli trema, mi fermo per un secondo, e tra me e me penso – Sì Filo perché se seguissi la mia parte irrazionale ora tornerei indietro e ti bacerei all'istante – Invece inizio a camminare, sentendo le lacrime cadere. Chiamo un uber che mi riporta a casa, e piango, abbraccio mio padre ritrovando il mio mondo, e vorrei che mia madre fosse qui, anche se so che sicuramente ora sta piangendo con me.

POV FILIPPO

Sono un coglione, voglio sempre troppo, avevo tutto e ora non ho più nulla. Avevo ragione, come mi ha ricostruito quella ragazza mi ha anche completamente distrutto.

"Lori l'ho persa" Dico in chiamata con il mio migliore amico.

"Che cazzo dici" Mi chiede.

"Mi ha lasciato, sono stato uno stronzo, non gli ho detto di Miami, e ha pensato che non fosse contemplata nel mio futuro"

"Ed è così?" Mi chiede il fotografo dall'altra parte del telefono.

"Cazzo no, ho sempre pensato a lei, e pensavo che mi avrebbe seguito, però sono stato stupido, perché cazzo non gliel'ho detto subito" Dico trattenendo un singhiozzo.

"Avevi paura di perderla"

"Sì, ma alla fine l'ho persa comunque" Rispondo realizzando che non la vedrò mai più girare per casa, ne poter ricevere quei suoi abbracci e baci che riscaldano il cuore.

"Vengo da te, così non fai cazzate" Dice chiudendo. Mi manca già, a quest'ora eravamo nel nostro letto, mentre la stringevo a me. Poco dopo sento suonare il citofono.

"Bro ci andiamo a bere qualcosa?" Gli chiedo.

"No, non ti ubriacherai a merda" Dice.

"No promesso, voglio solo uscire, ora tutto mi ricorda lei" Dico, riferendomi ad ogni angolo, centimetro di questa casa, ogni gesto, bacio e litigata; con lei era tutto stupendo. Alla fine Lori non riesce a fermarmi, e arrivo a non vedere nemmeno più il bicchiere, riprendo conoscenza ritrovandomi nel bagno di casa mia, mentre vomito l'anima. Apro gli occhi, ho un mal di testa assurdo, la luce che entra dalle finestre mi acceca, e toccando nel posto vuoto accanto a me sento subito la sua mancanza, la voglia di baciarla e di correre sotto casa sua è troppa. Alzo leggermente il busto trovando sul comodino un'aspirina, un bicchiere d'acqua e un biglietto – Non ti dico dove vado, perché so già che vorresti venire con me, e comunque non ti porto più a bere, Lori – 

Paranoia - Irama-Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora