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La settimana che seguì fu una delle più lunghe e devastanti della vita di Nadia. Lei, Floriana e Stefano si erano praticamente rinchiusi nello chalet, affrontando ogni singolo giorno come se fosse una battaglia. Ogni ora sembrava dilatarsi all'infinito, un susseguirsi di sforzi e paure, con Milena che oscillava tra lucidità e delirio. Nadia era esausta, il corpo e la mente spinti oltre i loro limiti, e ogni respiro sembrava carico di un peso insostenibile.

Senz'altro la prima notte fu la più terribile. Milena, ormai in astinenza da ore, cominciò a manifestare i primi sintomi: tremori, sudore, nausea. Nadia la teneva tra le braccia mentre Floriana preparava un impatto freddo. Stefano osservava tutto in silenzio e usciva per comprare il necessario.

Le prime 48 ore erano stati brutali, ma il terzo giorno fu ancora peggio. Milena cominciò ad avere attacchi di panico, a urlare nel sonno, a chiedere insistentemente qualcosa che la facesse stare meglio «Basta, ti prego! Vi prego... solo una, per calmarmi!» urlava, contorcendosi tra le coperte.

Nadia era rimasta accanto a lei tutto il tempo, tenendola stretta ogni volta che si agitava, mentre Stefano faceva avanti e indietro dalla cucina. Quella sera, quando Floriana uscì per prendere aria, Nadia crollò dopo 3 giorni di veglia.

«Non so se ce la faccio più» confessò Stefano, mentre cercava di ripulire Milena che aveva vomitato per l'ennesima volta «Mi sento come se stessi affondando con lei»

Nadia annuì, stringendo i pugni per la frustrazione «Anche io. Ma se molliamo adesso, tutto sarà stato inutile»

Floriana rientrò poco dopo, con lo sguardo cupo ma determinato. Si inginocchiò accanto a lei, asciugandole il sudore dalla fronte «Non possiamo permetterci di crollare. Non ancora»

Il quinto giorno fu quello in cui, finalmente, qualcosa iniziò a cambiare. Milena, che fino a quel momento era stata completamente sopraffatta dai sintomi dell'astinenza, cominciò a mostrare segni di miglioramento. Le crisi si fecero meno violente ei momenti di lucidità iniziarono a diventare più frequenti.

Nadia la osservava attentamente, cercando di non sperare troppo «Come ti senti?» le chiese quella mattina, mentre le porgeva un bicchiere d'acqua.

«Meglio», rispose Milena, la voce roca. «Ma mi sembra tutto un sogno. È come se fosse tutto offuscato»

Floriana annuì dal fondo della stanza «Sei forte. Non dimenticarlo»

Ma Nadia sapeva che la forza di Milena era solo una parte della storia. La vera sfida sarebbe stata mantenere quella lucidità, impedire che ricadesse di nuovo in tentazione non appena l'astinenza fosse finita. «Non dobbiamo abbassare la guardia» disse Nadia a Floriana quando uscirono in veranda per un po' di aria fresca «può sembrare migliorata, ma è ancora fragile»

Finalmente, il settimo giorno, ci fu una sorta di tregua. Milena riusciva a stare in piedi da sola, anche se le gambe tremavano ancora. I sintomi dell'astinenza sembravano finalmente allentarsi, e per la prima volta da giorni, un po' di luce entrava nello chalet.

Quella sera, mentre la donna dormiva finalmente tranquilla, Stefano si lasciò cadere sul divano, esausto.

Intanto, a molti chilometri di distanza, Giusy non poteva smettere di pensare a quello che aveva vissuto in Sicilia. Era tornata alla sua vita, o almeno ci aveva provato, ma nulla sembrava più avere lo stesso senso di prima. Ogni pensiero era rivolto a ciò che i ragazzi stavano passando, alla connessione che avevano condiviso, e al bacio rubato di Nadia che non riusciva a togliersi dalla testa.

Si sentiva in trappola, costretta a vivere una vita che non la rappresentava più, mentre tutto il suo essere desiderava solo una cosa... e tutti sappiamo cosa. Ma sapeva di non avere scelta. Non poteva buttare via la sua famiglia, la sua vita per quel desiderio che le bruciava dentro. Eppure, ogni volta che chiudeva gli occhi, lei era lì. A mancarle disperatamente, a volerla stringere tra le braccia, mentre sapeva che lei stava facendo lo stesso per qualcun'altra.

La voce della crisalideDove le storie prendono vita. Scoprilo ora