In casetta, ogni giorno scorreva con un'atmosfera sempre più pesante e tesa. Flaminia, che prima almeno per quieto vivere si univa qualche volta ai discorsi dei compagni, ora si era chiusa completamente. Il silenzio che l'avvolgeva era impenetrabile, e sembrava che una barriera invisibile la separasse dal resto del gruppo. Preferiva pranzare e cenare da sola, e spesso non si presentava nemmeno in cucina, digiunando pur di evitare qualsiasi contatto.
Il suo unico rifugio era diventato lo studio della danza. Durante le lezioni, sembrava infondere tutte le sue energie nei passi e negli esercizi, quasi a voler mettere in secondo piano il malessere che la consumava. Quando si muoveva, era come se ogni passo fosse una valvola di sfogo per i pensieri che non riusciva o non voleva condividere con nessuno. La danza, che era sempre stata la sua passione, ora sembrava l'unico modo per allontanarsi da tutto e tutti.
Alessia, vedendo quanto Flaminia fosse cambiata, decise di tentare un approccio. Inizialmente provò a parlarle con dolcezza, cercando di avvicinarsi a lei in modo delicato. Ma ogni parola si infrangeva contro un muro di indifferenza. Flaminia evitava lo sguardo, mantenendo una distanza visibile e quasi fisica. Quando Alessia le si avvicinava, lei trovava subito una scusa per allontanarsi, o si rifugiava in un angolo della sala relax dove nessuno osava disturbarla.
Con il passare dei giorni, anche i compagni avevano iniziato a notare quanto Flaminia si stesse isolando. Qualcuno sussurrava che forse era troppo sensibile per un ambiente così competitivo, mentre altri, come Pietro, oscillavano tra l'indifferenza e una crescente preoccupazione, senza però mai fare il primo passo per riavvicinarsi.
In realtà, Flaminia era tutt'altro che fragile. Fin da bambina aveva imparato a mettersi in competizione su ogni fronte, spinta da un senso di responsabilità che i genitori le avevano inculcato con rigore e aspettative altissime. Non poteva permettersi di fallire: doveva eccellere a scuola, nella vita, e poi nella danza, che divenne il suo unico rifugio e la sua ossessione. Questa pressione l'aveva accompagnata per tutta la vita, crescendo insieme a lei e radicandosi in ogni gesto e pensiero. A scuola era stata sempre "la migliore", ma questo primato nascondeva un prezzo altissimo.
L'ossessiva ricerca della perfezione, esacerbata dal profondo senso di inferiorità che sentiva verso gli altri, le aveva fatto trascurare ogni altro aspetto della sua vita. Ogni vittoria la riempiva di un orgoglio momentaneo, ma le lasciava sempre un vuoto, una voce che le ricordava che doveva fare ancora meglio, che essere "abbastanza" non esisteva.
Anche ora, in casetta, quella voce non la lasciava mai sola. E, pur di non deludere le aspettative che si era autoimposta, aveva iniziato a ignorare il proprio corpo, spingendosi oltre i limiti con allenamenti estenuanti, diete restrittive, e facendo spesso ricorso a stratagemmi per calmare l'ansia, come farmaci o sigarette. Quando ballava, però, quella pressione sembrava dissolversi per un attimo: ogni passo, ogni movimento le restituiva la calma e la forza che nella vita quotidiana sembrava sfuggirle.
La sua competizione con se stessa era il motore della sua determinazione, ma anche la causa di una solitudine crescente. Ai suoi occhi, tutto quello che non riguardava la danza aveva perso di significato, inclusa la sua stessa salute e le relazioni che avrebbe potuto costruire.
Quella mattina, l'arrivo della busta blu aveva suscitato una certa curiosità tra i ragazzi, che, come lei, si sedettero sulle gradinate per vedere cosa contenesse. Flaminia aprì la busta con una leggera tensione: ogni nuovo compito era una sfida, un'occasione per dimostrare il proprio valore. Mentre leggeva, il silenzio era palpabile. Il maestro Emanuel, con parole dirette ma rispettose, le riconosceva la tecnica impeccabile che aveva sempre mostrato, ma esprimeva anche il desiderio di vederla esplorare nuovi territori. La sfida? Uscire dalla sua comfort zone e cimentarsi con una coreografia di hip-hop.
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OBSESSION
FanfictionFlaminia: " l'ambizione batte il talento" TrigNo: " sei bella anche quando t'incazzi Ti giuro che vorrei, ma non riesco ad odiarti"