Cap.31: Distruzione

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Le giornate nella casetta si susseguivano in un ritmo serrato di prove, lezioni, e registrazioni, ma per Pietro tutto sembrava sfocato, come se il vero palco della sua attenzione fosse altrove. Nonostante fosse ancora nel gioco e contro ogni sua stessa previsione fosse riuscito a resistere fino a quel punto, la semifinale ormai vicina sembrava quasi un evento secondario nella sua mente. Ogni momento libero, ogni minuto passato fuori dalla sala prove, era un'occasione per controllare il telefono, mandare un messaggio, o lasciare una nota vocale. Flaminia, però, continuava a ignorarlo.

Non era solo Pietro a notare il suo comportamento ossessivo verso quel silenzio, ma anche i suoi compagni. Gabriel e Ilan, preoccupati per l'amico, avevano cominciato a osservarlo con attenzione. Durante le pause, Pietro spesso si allontanava dagli altri, chiudendosi in camera con il telefono. Non faceva altro che scorrere vecchie chat, riascoltare i messaggi vocali che Flaminia gli aveva mandato settimane prima, cercando tracce di quel legame che sembrava sempre più lontano. Ogni tentativo di contatto con la fidanzata si risolveva in un nulla di fatto. Nessuna risposta ai suoi messaggi, nessun cenno di reazione alle sue chiamate. Era come se fosse stato escluso dalla sua vita, e quella consapevolezza gli stava lentamente logorando la mente.

Una sera, dopo che Pietro aveva inviato l'ennesima nota vocale senza ricevere risposta, Gabriel e Ilan decisero di affrontarlo. Lo trovarono seduto sul suo letto, con il telefono in mano, gli occhi persi in un punto indefinito della stanza. "Pietro," iniziò Gabriel con tono cauto, sedendosi accanto a lui, "dobbiamo parlarti di questa cosa con Flaminia."

Pietro sollevò lo sguardo, confuso. "Di cosa vuoi parlare? Non c'è niente da dire. Lei è solo... impegnata. Ha tanto da fare, sta cercando di rimettersi in piedi, lo so."

Ilan si appoggiò contro il muro, incrociando le braccia. "Lo sappiamo che sta attraversando un momento difficile, ma anche tu lo sei. E per quanto tu voglia ignorarlo, è chiaro che qualcosa non va. Hai pensato che forse Flaminia... non voglia più condividere con te questo momento?"

Pietro sgranò gli occhi, la sua espressione passando rapidamente dalla sorpresa all'indignazione. "Non dire cavolate, Ilan. Non è così. Flaminia mi ama, lo so. Sta solo cercando di ritrovare se stessa. Non è facile per lei, ma non significa che mi stia escludendo."

Gabriel sospirò. "Fratello, non vogliamo ferirti, ma non possiamo neanche stare qui a guardarti mentre ti consumi per qualcosa che forse non puoi cambiare. Flaminia sta lottando con i suoi demoni, e sembra che in questo momento abbia deciso di farlo da sola."

Pietro si alzò in piedi di scatto, camminando avanti e indietro nella stanza come un animale in gabbia. "Non capite. Io non posso semplicemente mollare. Lei ha bisogno di me, anche se non lo ammette. Io sono qui per lei. Devo esserci."

Ilan scosse la testa. "Ma lei non c'è per te, Pietro. Guardati. Sei ancora qui, nel programma, hai raggiunto un punto che neanche pensavi possibile, eppure la tua mente è sempre altrove. Non ti stai godendo nulla di questo, perché sei ossessionato da qualcosa che non puoi controllare."

Il silenzio calò nella stanza. Pietro si fermò, appoggiandosi al bordo del letto, lo sguardo basso. "Non capite... Flaminia è tutto per me. Se la perdo, non so cosa mi resta."

Gabriel si avvicinò, posandogli una mano sulla spalla. "Capisco quanto ci tieni, davvero. Ma non puoi salvare qualcuno che non vuole essere salvato. E non puoi perdere te stesso nel tentativo di farlo."

Le parole rimasero sospese nell'aria. Pietro non rispose subito, ma i suoi occhi tradivano una lotta interna. Sapeva che i suoi amici avevano ragione, ma accettare quella verità era una ferita che non era pronto a sopportare. Quando il silenzio divenne insostenibile, Ilan aggiunse con tono più morbido: "Prenditi del tempo per pensare, Pietro. Non stiamo dicendo che devi rinunciare a Flaminia. Stiamo dicendo che devi ricordarti anche di te stesso." 

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