La settimana per Pietro si trascinava in un'infinita sequenza di minuti lenti e pesanti, come un'ombra che non riusciva a scrollarsi di dosso. Le lezioni, i momenti di pausa, persino le interazioni con gli altri, sembravano tutte sfocate e prive di significato. Flaminia era diventata il suo pensiero dominante, un costante eco che risuonava dentro di lui, facendolo vacillare ogni volta che cercava di distrarsi e andare avanti. Ogni gesto e ogni parola che le aveva rivolto, le risate che avevano condiviso e anche le discussioni più accese, ora gli tornavano alla mente, pungendolo come spine.
Dal canto suo, Flaminia sembrava invece aver ripreso il controllo della propria vita con una freddezza glaciale. Tornata alle sue routine, si muoveva con precisione chirurgica, eliminando tutto ciò che non era essenziale. Era come se avesse costruito attorno a sé una barriera inscalfibile, un guscio impenetrabile che non lasciava trapelare nulla di ciò che provava. Ogni tanto, Alessia e Chiara tentavano di avvicinarla, preoccupate per il suo stato d'animo, e lei, con poche parole misurate, rispondeva giusto il necessario per non essere scortese. Tuttavia, alla minima variazione nel discorso, appena intuiva che volevano parlare di qualcosa di più personale o emotivo, Flaminia si chiudeva in un mutismo implacabile, lasciando cadere ogni tentativo come un sasso nell'acqua.
La sua freddezza non era passata inosservata nemmeno agli altri compagni, e anche Rebecca, che spesso aveva vissuto le critiche pungenti di Flaminia con una certa insofferenza, iniziava a sentirne la mancanza. Paradossalmente, quelle osservazioni severe che prima la facevano infuriare ora le mancavano, poiché davano a Flaminia una vitalità, un fuoco che ora sembrava spento. Rebecca si rendeva conto che il loro rapporto, per quanto complicato, era stato un'occasione per migliorarsi, e in un certo senso era abituata a quello scontro costruttivo. Ora che Flaminia era distaccata, quasi disinteressata a chiunque, l'intero gruppo ne risentiva, come se un vuoto incolmabile si fosse aperto tra di loro.
Le giornate in casetta si riempivano di silenzi densi di non detti e tensione, e anche Pietro, che da giorni tentava di riavvicinarsi a lei in ogni modo possibile, era intrappolato nel suo senso di colpa e nella rabbia verso sé stesso. Non riusciva a capacitarsi di come fosse arrivato a quel punto, e ogni momento che passava senza vederla o parlarle sembrava un peso insopportabile. Le immagini di lei gli si presentavano davanti nei momenti più inaspettati: la sua risata sincera, la concentrazione intensa che metteva in ogni passo di danza, il modo in cui le sue parole sapevano essere taglienti ma al contempo sincere.
Eppure, Flaminia sembrava non vedere più nulla di tutto ciò. Le sue giornate erano immerse nella disciplina, nella dedizione assoluta alla danza. Ogni passo, ogni mossa era eseguita con una freddezza e una perfezione che lasciavano tutti senza fiato, ma che nascondevano una profonda apatia. La sua presenza era un richiamo visivo di forza e determinazione, ma chiunque la osservasse da vicino poteva percepire che quella stessa forza era in realtà un muro, costruito per tenere fuori ogni possibile emozione.
I giorni si susseguivano così, tra i tentativi silenziosi di Pietro di farsi notare da Flaminia, le domande preoccupate di Alessia e Chiara, e l'inquietudine generale che Flaminia trasmetteva con il suo distacco imperturbabile. Tuttavia, la sua freddezza non era altro che una maschera. Dentro di sé, la ragazza era ancora ferita, il suo cuore gridava per il dolore e la delusione, ma aveva deciso di soffocare ogni emozione, di soffocare quel grido e di sostituirlo con il solo obiettivo che sembrava darle ancora un senso: la danza.
Anna osservava Pietro da giorni, notando come sembrasse sempre più distante, schiacciato sotto il peso di qualcosa che lo stava lentamente consumando. Decise infine di prendere in mano la situazione e lo chiamò per un confronto. Lo portò in sala prove lontano dagli sguardi indiscreti degli altri, e gli chiese cosa stesse accadendo. Pietro, inizialmente riluttante, finì per aprirsi. Una volta iniziato a parlare, sembrava incapace di fermarsi. Le sue parole uscirono come un fiume in piena, rivelando tutto il dolore, i sensi di colpa e la frustrazione che lo avevano tormentato nelle ultime settimane.
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OBSESSION
FanfictionFlaminia: " l'ambizione batte il talento" TrigNo: " sei bella anche quando t'incazzi Ti giuro che vorrei, ma non riesco ad odiarti"