Cap.22: Rientro

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Le vacanze natalizie erano ormai un ricordo e, come tutti gli altri ragazzi del loro corso, Flaminia e Pietro si preparavano a tornare a Roma per riprendere le lezioni e rientrare nei ritmi frenetici del programma. Decisero di partire in macchina, scendendo da Asti a Roma, e Pietro, con lo sguardo da cucciolo e un sorriso supplichevole, chiese a Flaminia di poter guidare per un po'. Lei lo guardò con un'espressione severa, fingendo di essere incerta, ma alla fine cedette, mettendolo però in guardia con una minaccia scherzosa: "Se anche solo le lasci un graffio, sei nei guai." Pietro sorrise e rispose con un saluto militare, divertito dall'espressione protettiva che aveva visto sul volto di lei.

Il viaggio prese vita tra risate, musica a tutto volume e battute su chi fosse il miglior pilota. Ogni tanto, Flaminia faceva finta di correggerlo o di essere preoccupata per qualche curva, mentre Pietro rispondeva a tono, rassicurandola con uno sguardo complice. Il paesaggio cambiava velocemente fuori dai finestrini, alternando le colline del Nord alle pianure, fino a quando le montagne in lontananza non lasciarono spazio all'orizzonte più ampio del Centro Italia.

A metà viaggio, si fermarono in una stazione di servizio per prendere un caffè e sgranchirsi le gambe. Flaminia approfittò della sosta per chiamare la produzione e chiedere il permesso di poter entrare  agli con la macchina Studi Elios, il luogo delle registrazioni. Dall'altra parte del telefono, la produzione rispose in modo caloroso, assicurandole che non ci sarebbero stati problemi. Questo la fece sorridere, felice di potergli mostrare un angolo della sua vita quotidiana, quello fatto di prove, allenamenti e sfide continue.

Quando la Tesla di Flaminia si avvicinò agli Studi Elios, entrarono senza alcun problema, varcando il cancello d'ingresso con un'aria quasi solenne. La macchina scintillava alla luce del tardo pomeriggio, e il suo rombo elettrico quasi silenzioso sembrava annunciare il loro ritorno in modo discreto ma deciso. Pietro, al volante, non resistette e premette il clacson, facendo voltare di scatto tutti gli altri ragazzi che stavano arrivando a piedi con le loro valigie. Gabriel si girò per primo e, riconoscendo immediatamente la macchina, rimase a bocca aperta, lasciando cadere i bagagli per terra per lo stupore. A fianco a lui, anche Daniele e Alessio si fermarono, increduli e con espressioni di pura meraviglia.

Flaminia, seduta accanto a Pietro, lo guardò di sottecchi con una smorfia di finto rimprovero. "Basta fare il bambino e parcheggia come si deve," gli disse, cercando di mascherare il divertimento che le brillava negli occhi. Pietro rispose con un sorriso sornione, parcheggiando con fare trionfante e spegnendo il motore con un gesto teatrale, come se avesse appena compiuto un'impresa epica.

Appena Flaminia scese dalla macchina, i tre ragazzi non persero un attimo e, con un'espressione che oscillava tra lo stupore e la pura eccitazione, si avvicinarono di corsa. Senza alcun riguardo, si infilarono dentro la Tesla, scrutando l'interno con ammirazione. Gabriel accarezzava il volante con la stessa delicatezza di chi tiene in mano una reliquia, mentre Daniele e Alessio facevano mille domande, cercando di capire ogni dettaglio.

"Ma davvero questa è tua, Flami? Una Tesla? E che modello è?" chiese Daniele, accarezzando il cruscotto con un'espressione estatica.

Flaminia li osservava con una finta espressione severa, le braccia incrociate sul petto e lo sguardo vagamente minaccioso. La sua macchina era per lei quasi sacra, e nessuno, a parte Pietro, era mai riuscito a guadagnarsi il privilegio di guidarla, anche se sotto minaccia. I tre ragazzi, però, erano talmente affascinati che sembravano non notare il suo sguardo gelido, mentre continuavano a esplorare l'abitacolo, commentando ogni dettaglio con ammirazione.

"Ragazzi, fuori da lì," disse Flaminia, con tono risoluto, cercando di trattenere una risata. "Chiariamo una cosa: a questa macchina non ci si avvicina. Se solo la sfiorate, sono guai."

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