Cap.19: Da Sconosciuti A Innamorati

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Novembre passò veloce, in un soffio, e la casetta sembrava un formicaio in piena attività. A ogni angolo spuntavano valigie aperte e abiti sparsi; i ragazzi si muovevano carichi di energia e borse, riempiendo la casa di un'atmosfera di fervente attesa. La maggior parte dei ragazzi era alle prese con i preparativi per tornare a casa per le feste, eppure Pietro sembrava eccitato più di tutti. L'idea di avere Flaminia come ospite per le vacanze di Natale, proprio a casa sua, era qualcosa che aspettava da settimane.

Ogni mattina, senza mai saltarne una, lasciava un post-it giallo acceso sullo specchio di Flaminia con un messaggio semplice, un conto alla rovescia che a lei sembrava quasi ossessivo. "Ancora 15 giorni." "Solo 10 giorni!" "Mancano 3 giorni, non vedo l'ora." Il foglietto giallo diventava un appuntamento fisso, un promemoria che ogni giorno Pietro non mancava di lasciarle, come se volesse rendere palpabile la sua attesa.

Nonostante tutto, Flaminia fu molto chiara fin dall'inizio: avrebbe fatto prima una tappa a casa propria per prendere alcune cose e solo dopo sarebbe andata ad Asti. L'idea di essere così vicini ma di rimanere separati per qualche giorno sembrava mettere alla prova la pazienza di Pietro, ma anche lui sapeva che non sarebbe servito a nulla insistere. Aveva provato più volte a farle cambiare idea, ma ogni tentativo si era scontrato con la fermezza di Flaminia.

Lei, d'altra parte, non si lasciava trasportare dalla sua eccitazione, mantenendo un'aria distaccata, quasi come se quel viaggio fosse solo un impegno tra tanti. 

Arrivato finalmente il giorno della partenza, Flaminia sentiva un misto di emozione e leggerezza. Dopo aver salutato velocemente i suoi amici, si mise in taxi e raggiunse la villa ai Parioli dove era cresciuta, ormai vuota eccetto per la presenza di Ines e delle altre domestiche. La casa era immersa in un silenzio che le dava una sensazione di distacco, quasi di estraneità. Passò davanti alle stanze vuote e immacolate, dirigendosi direttamente alla zona dell'ingresso dove Ines l'aspettava con un sorriso caloroso e i regali accuratamente impacchettati. Ogni pacchetto era avvolto in carta preziosa, con nastri e fiocchi scelti con una cura particolare, un tocco che solo Ines riusciva a dare.

"Signorina Rocchetto, ecco tutto ciò che mi aveva chiesto," le disse Ines con il tono premuroso di sempre, e Flaminia sentì un piccolo senso di gratitudine per quel calore familiare. Dopo aver caricato i regali nella Tesla, fece un respiro profondo, salutò Ines con un cenno della mano, e si mise in viaggio.

Mentre percorreva l'autostrada diretta verso Asti, il telefono continuava a squillare. Era Pietro. Ogni pochi minuti la chiamava, con l'energia di chi non riesce a stare fermo dall'entusiasmo, per chiederle dove fosse, quanto mancasse, se il viaggio andava bene. Flaminia rispondeva con un tono a metà tra il divertito e l'irritato, chiedendosi come potesse essere così impaziente di vederla. Dopo l'ennesima chiamata, Pietro finalmente si offrì di mandarle la via precisa della sua casa.

Flaminia inserì l'indirizzo nel navigatore e sorrise di fronte alla distanza segnalata. "Ci vediamo tra un'oretta, più o meno," gli disse con calma. Dall'altra parte, Pietro esplose in un entusiastico "Perfetto, allora ti aspetto a casa!" e riagganciò con la velocità di chi non riesce a nascondere l'emozione.

Durante il tragitto, Flaminia pensava all'accoglienza che l'aspettava. La famiglia di Pietro era un mistero per lei, una cornice nuova e ancora da scoprire. Immaginava la sua reazione entrando in una casa a lei estranea, cercando di immaginare il calore delle luci e i rumori familiari di una casa vissuta. Per la prima volta dopo molto tempo, sentiva un leggero nervosismo: Pietro, con la sua solita sicurezza, le aveva fatto credere che tutto fosse normale, ma l'idea di trascorrere del tempo con la sua famiglia le creava un certo imbarazzo.

Con l'auto ormai quasi arrivata, Flaminia guardò il navigatore: pochi chilometri la separavano dalla destinazione, e poteva già intravedere le colline piemontesi che si stagliavano all'orizzonte.

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