Cap.39: Étoile

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La stagione de Lo Schiaccianoci era stata un successo straordinario. In nove mesi, il corpo di ballo aveva calcato i palcoscenici dei teatri più prestigiosi al mondo, dal Lincoln Center di New York all'Opera Garnier di Parigi, passando per il Royal Opera House di Londra. Ma l'ultimo spettacolo, quello di chiusura, si sarebbe tenuto in un luogo che da sempre rappresentava un cuore pulsante della danza: il Teatro alla Scala di Milano. Era un evento attesissimo, con i biglietti esauriti da settimane, un pubblico composto non solo da appassionati di danza ma anche da critici e personalità di spicco del mondo artistico.

Dietro le quinte, l'atmosfera era carica di emozione e tensione. I ballerini si muovevano con la precisione di un meccanismo oliato, concentrati sui ritocchi finali delle loro coreografie.

Nell'ufficio di Madame Thomas, l'atmosfera era pervasa da un misto di eccitazione e nervosismo. La donna, stava finendo di discutere gli ultimi dettagli con William. Sul tavolo erano sparsi documenti, liste degli ospiti, il programma della serata e, in bella vista, una pila di inviti stampati su carta pregiata. La serata in questione era un evento speciale, una celebrazione non solo del talento di Flaminia ma del suo percorso di crescita. Era il momento della sua nomina ufficiale come étoile della compagnia, un onore che non solo le restituiva il sogno che aveva rischiato di perdere, ma che suggellava la sua straordinaria determinazione.

Madame Thomas, una donna austera ma dal cuore generoso, annuì soddisfatta quando William le confermò che tutto era stato predisposto. "I nonni della ragazza saranno in prima fila, vero?" chiese, mentre controllava una delle liste.

"Sì, Madame," rispose William. "Accanto a loro siederà il suo primo maestro, Philipp Masson. E, naturalmente, tutta la prima fila sarà riservata ai familiari e agli amici più stretti di Flaminia."

Madame Thomas sorrise leggermente. "Perfetto. È importante che senta il sostegno di chi l'ha accompagnata in questo percorso, soprattutto in un momento così cruciale."

Quando i nonni di Flaminia, Ascanio e Carla, ricevettero gli inviti, non persero tempo. Seduti nel salotto di casa, con una tazza di tè sul tavolino e una penna in mano, iniziarono a compilarli uno a uno. Il primo invito fu destinato a Philipp, il maestro che aveva preso Flaminia sotto la sua ala protettiva in uno dei momenti più difficili della sua vita. Philipp accettò con emozione, sapendo che quel giorno sarebbe stato non solo un traguardo per la sua allieva, ma anche una conferma del fatto che i sacrifici e le lotte che avevano affrontato insieme avevano portato a qualcosa di straordinario.

Poi fu il turno di un altro invito speciale. Carla guardò il marito con un sorriso complice. "E se invitassimo Alessandra Celentano?" propose, riferendosi alla temuta ma rispettatissima maestra di danza che Flaminia aveva sempre ammirato durante la sua partecipazione ad Amici.

"Dici che accetterà?" chiese Ascanio, un po' dubbioso.

"Certo che accetterà," rispose Carla con convinzione. "È sempre stata dalla parte di Flaminia, anche quando era dura con lei. Sono sicura che vorrà essere presente a un evento così importante."

E, infatti, Alessandra Celentano non esitò un attimo a confermare la sua presenza quando ricevette l'invito. Era entusiasta all'idea di rivedere Flaminia, di vederla brillare su un palco che sembrava fatto apposta per lei.

Restava, però, un ultimo invito. Carla lo guardò pensierosa, il dito che tamburellava leggermente sul bordo della carta. "Sai, Ascanio," disse infine, "pensavo di inviarlo a Pietro."

Il marito alzò lo sguardo dalla sua tazza di tè, un sopracciglio alzato. "Pietro? Pensi che voglia venire? Non si sentono da un po', mi pare."

"Lo so," ammise Carla, il tono malinconico. "Ma Pietro ha sempre tenuto a lei. E anche se si sono allontanati, credo che questo invito possa fargli piacere."

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