Chiara e Alessia, con il volto segnato dalla stanchezza e dall'inquietudine, entrarono in casetta all'alba, dopo una lunga notte passata accanto a Flaminia in ospedale. Appena varcarono la soglia, Pietro si avvicinò loro di scatto, con lo sguardo preoccupato e impaziente.
"Come sta?" chiese, la voce carica di ansia. Aveva trascorso ore in attesa, a rimuginare su tutto quello che era successo, incapace di trovare pace fino a quando non avesse saputo che Flaminia stava meglio.
Chiara e Alessia si scambiarono un'occhiata. Era evidente che, nonostante la sua ansia, le parole che stavano per dirgli sarebbero state difficili da ascoltare. Alessia abbassò lo sguardo, come se la pesantezza della notizia fosse quasi troppo da portare anche per lei. Pietro notò la loro esitazione, e la tensione nel suo volto aumentò.
"Vi prego, ditemi come sta," insistette, con il cuore che batteva a mille. "Ho bisogno di sapere..."
Alla fine, fu Chiara a parlare, con una voce pacata ma carica di serietà. "Pietro, Flaminia è ancora molto scossa... È stato un colpo troppo forte per lei. I medici sono riusciti a stabilizzarla, ma è esausta, fisicamente ed emotivamente."
La notizia colpì Pietro come una fitta al petto. Si sentì improvvisamente travolto dalla colpa e dalla preoccupazione. Sapeva di avere contribuito a quel momento di crisi per Flaminia, anche se, in fondo, forse aveva sperato di non essere responsabile di tutto quel dolore. Guardava le due ragazze come per cercare un appiglio, un dettaglio positivo che potesse aiutarlo a trovare un minimo di conforto.
Alessia si accorse della sua disperazione e aggiunse: "Ha bisogno di tempo, Pietro. Non possiamo pretendere che torni come prima subito, e... forse adesso è meglio darle spazio. Non è pronta a vederti."
Quelle parole gli fecero male. L'idea di essere tenuto a distanza lo devastava, ma dentro di sé sapeva che non poteva pretendere nulla. Se Flaminia non era pronta, doveva rispettare i suoi tempi. "Capisco," disse con un filo di voce, anche se ogni parola sembrava uscire a fatica. Abbassò lo sguardo, combattendo contro l'istinto di correre da lei.
Pietro entrò nella sua camera senza dire una parola, chiudendosi la porta alle spalle con un gesto lento e pesante, come se tutto il peso della notte gli fosse improvvisamente crollato addosso. Il suo sguardo era perso, scuro e segnato dalla stanchezza e dalla rabbia contro sé stesso. Il letto, intatto dalla sera precedente, sembrava un rifugio vuoto, ma non vi si avvicinò; rimase in piedi al centro della stanza, con le mani che tremavano leggermente.
Ilan e Gabriel, che si erano appena svegliati e ancora intontiti dal sonno, lo osservarono con sguardi preoccupati. Appena notarono l'espressione di Pietro, capirono che le notizie portate da Chiara e Alessia non erano buone. Pietro sembrava svuotato, esausto e al tempo stesso in una sorta di trance; era chiaro che stava lottando contro i pensieri che si rincorrevano nella sua mente.
Ilan si alzò lentamente, avvicinandosi con cautela. "Fra, come sta Flaminia?" chiese con tono morbido, temendo la risposta. Gabriel si alzò e si fermò al lato opposto, osservando l'amico con apprensione. Pietro rimase in silenzio per un momento, gli occhi fissi su un punto indefinito del pavimento. Respirava a fatica, come se ogni singolo respiro gli costasse uno sforzo immenso.
"Sta... stanno cercando di aiutarla," disse infine, con voce bassa e spezzata. "Ma... è colpa mia, sono stato un idiota," aggiunse, stringendo le mani in pugni. Le parole gli uscivano frammentate, cariche di una rabbia sorda che gli risuonava nel petto come un eco inarrestabile. Si sentiva in colpa, si sentiva un "coglione" — proprio come aveva detto a se stesso. L'aveva spinta in quel baratro, inconsapevolmente o meno, e ora quella realtà gli stava esplodendo davanti agli occhi, troppo dolorosa da ignorare.
Gabriel posò una mano sulla sua spalla, cercando di offrirgli conforto. "Ehi, non puoi incolparti così... Sicuramente non volevi farle del male," disse, ma Pietro scosse la testa, rifiutando quelle parole con un'espressione amara.
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OBSESSION
FanfictionFlaminia: " l'ambizione batte il talento" TrigNo: " sei bella anche quando t'incazzi Ti giuro che vorrei, ma non riesco ad odiarti"