Palermo - 21 luglio 2023
Kephas.Il cielo era stellato e privo di nubi. Uno spicchio di luna accresceva il fascino della calda sera d'estate, in cui i labili vapori del mare stagnavano sopra le onde e le profondità blu zaffiro scorrevano lente e misteriose. La spiaggia davanti ai miei occhi era smussata e piena di dune, lì dove giaceva il corpo dell'anziano pirata, adesso immobile e ricoperto di formiche. Poco più in là vi erano le luci adagiate per terra a forma di cuore che illuminavano i nostri vestiti, le armi e l'amuleto di Bartolomeo. Quest'ultimo, appeso a una delle sedie a sdraio, luccicava di un verde brillante e i miei occhi non potevano fare a meno di fissarlo. La paura che potesse diventare rosso da un momento all'altro era snervante.
Nel frattempo un leggero venticello accarezzava i miei capelli gocciolanti; l'acqua del mare sfiorava il mio ventre e lambiva i palmi delle mani coricati su di essa. Il mio sguardo si mosse verso destra, poi verso sinistra: a Mondello non vi era anima viva.
"Kephas, ti sei imbambolato?" urlò Lux euforica, mentre gli altri continuavano a schizzarle l'acqua addosso. "Vieni a divertirti insieme a noi. Sei l'unico rimasto in disparte." Si girò di spalle e, muovendo le mani freneticamente, rivoltò le onde del mare sulla faccia di Simone e su quella di Alessio. "Non c'è nessuno, Kephas. Gioca con noi."
Forse Lux aveva ragione; non dovevo preoccuparmi, non questa sera. Eppure le voci dei presenti mi sembravano così lontane, il mondo mi appariva piccolo e soffocante, e lo stomaco era stretto da una morsa d'angoscia. Tale sensazione mi faceva paura, perché era la stessa che provavo ogni qualvolta qualcuno tentasse di uccidermi.
Volsi il mio sguardo ancora lungo la spiaggia, ma un'altra volta non vidi nessuno. Dunque feci un lungo sospiro come per espellere l'angoscia dal mio corpo e mi voltai verso Lux, intento a tenderle un agguato alle spalle. Proprio allora, con la coda dell'occhio, mi parve di vedere un'ombra muoversi tra le aiuole che ammantavano il marciapiede, al di là del muretto che separava la spiaggia dalla strada. Guardai meglio, e il mio cuore batté più forte e veloce: un uomo correva zoppicando nella nostra direzione.
"Simone!" urlai, muovendomi di fretta e furia verso le armi, con le gambe contratte a smezzare le acque e le mani travolgenti in superficie come due remi.
"Cosa hai visto, Kephas?" gridò il militare, con un tono di voce allarmato.
La faccia sommossa del mare schizzò attorno al mio corpo, alzandosi, abbassandosi e creando una spuma bianca sopra la distesa blu zaffiro. Le mani si muovevano con frenesia, la mia vista era annebbiata dai continui spruzzi che guizzavano da ogni direzione. Le gambe sembravano macigni.
Il livello del mare divenne sempre più basso e potei muovermi con più rapidità, affondando i piedi sulla sabbia dura e compatta. Passai una mano davanti agli occhi per far volare via le goccioline che ostruivano la mia vista e mi accorsi che quell'uomo stesse per arrivare alle armi prima di me.
Tentai di prendere la pistola più vicina tuffandomi in avanti, ma un calcio dritto al petto mi fece balzare all'indietro. Dopo una mezza giravolta la mia schiena si schiantò al suolo, sulla sabbia piena di dune. Gli occhi erano rivolti al cielo e la testa dolorante. Il mio avversario raccolse un'arma, protese il braccio in alto e premette il grilletto. Lo sparo echeggiò nel buio della notte, ricoprendo di brividi il mio corpo.
"Non ucciderlo, ti prego!" urlò Lux, la cui voce mi parve distante e impaurita. "Per favore, non farlo."
Chiusi gli occhi, e una fotografia volteggiò da lontano nella mia mente, fino ad avvicinarsi e ingrandirsi sempre di più: vi era il volto di mia moglie e accanto quello del mio bambino.

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Ricordi di un mondo passato (Cartaceo)
FantasyIl romanzo è stato pubblicato da Lettere Animate in formato digitale e cartaceo. La versione su wattpad è completa e gratuita. Limitarsi a credere a ciò che i nostri occhi vedono, non è come sostenere che l'acqua esiste solo per dissetarci? Sin...