Capitolo 61 - Un giorno come un anno (R)

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Kephas.

Il cielo limpido mostrava la purezza dell'alba, i cui suoni narravano le gesta di sogni bramati. I raggi dorati del sole accarezzavano le nostre tuniche, facendone risaltare l'eleganza dei colori e della stoffa morbida, per poi scendere obliqui sul tappeto erboso fiorito. Aleggiavamo a mezzo metro da terra, ansiosi di scoprire come si sarebbe sviluppato l'addestramento; nel giardino apparso intorno alla dimora di legno, il Messia aveva fatto sorgere quattro portali luccicanti, simili a specchi eterei.

Un'espressione di estasi regnava sul mio viso, e si trasformò in meraviglia quando ogni portale prese a colorarsi di tinte diverse; allora quello dei Dominatori dell'aria si tinse di platino, i Dominatori del fuoco osservarono il loro trasformarsi di un rosso porpora, davanti ai Dominatori dell'acqua il portale divenne cobalto, e infine quello dei Dominatori della terra assunse una sfumatura bronzea.

"Ciò che vi aspetta non sarà per nulla semplice!" esclamò il Maestro.

Sentivo l'adrenalina scorrere nelle vene.

"Non importa!" risposi. "Daremo il massimo, costi quel che costi."

Il figlio di Dio, al mio fianco, mi rivolse il suo sguardo fiero, dopodiché scese al suolo e dal suono dell'incontro tra i suoi sandali di cuoio e la terra asciutta scaturì un rintocco secco. Uno dopo l'altro echeggiarono undici rintocchi della stessa intensità. Eravamo suddividi in quattro gruppi da tre, ognuno davanti al suo portale, a eccezione dell'elemento aria, di cui facevamo parte solo io e Giacomo.

Fissai lo specchio color platino e ne rimasi estasiato; i contorni generavano un campo elettrostatico che piegava il fogliame adiacente. Al di là della consistenza budinosa sembrava che la dimensione fosse pressoché simile a quella terrestre. La carica elettrica che da fuori permeava l'atmosfera, però, infondeva un senso di mistero.

"Prima che ognuno di voi oltrepassi il proprio portale di appartenenza," disse il Maestro con tono serio "devo dirvi alcune cose."

Le parole fuoriuscirono dalle labbra con un'emissione ponderata e sicura di sé.

"D'ora in poi nessuno dovrà più parlare con la bocca."

Inarcai le sopracciglia, senza afferrare istintivamente il senso della frase.

"È sufficiente che focalizziate l'attenzione su di me, pensando a ciò che volete dirmi. A contatto stabilito, avvertirete un calore tra il torace e la nuca. Potrete sentire le vostre parole fluire nell'aria, viaggiare dalla vostra mente alla mia."

A quel punto egli chiuse le labbra e continuò a parlare, ma questa volta utilizzando il contatto telepatico.

"Mi sentite?" domandò.

La sua voce giunse nella mia testa chiara e delicata. Mi concentrai fissando i suoi occhi, e a un tratto fui pervaso della piacevole sensazione della connessione telepatica.

"Forte e chiaro, Maestro!" esclamai, mostrando un sorriso.

La comunicazione con il pensiero era un'esperienza profonda che mi elettrizzava.

"Quando attraverserete il vostro portale," disse il figlio di Dio "vi dirò telepaticamente quello che dovrete fare. Inoltre, l'utilizzo di questo tipo di comunicazione vi sarà utile durante la battaglia; vi servirete di questa tecnica per organizzare il piano di attacco contro i cavalieri dell'apocalisse, in modo da non fare conoscere in anticipo le vostre mosse."

Pensai che la situazione si stava facendo interessante; gli occhi erano tutti puntati sul Maestro, in attesa di nuove direttive. Curioso di usufruire ancora del contatto telepatico, dissi: "A proposito della battaglia... Chi sono i quattro cavalieri dell'apocalisse?".

Il Maestro distolse lo sguardo verso destra, nel vuoto, assorto in un qualche pensiero distillato, e in quell'istante mi sembrò di avergli causato un tuffo al cuore.

Scosse la testa e mi osservò con un'espressione ancora smarrita, poi disse: "In realtà il quarto cavaliere non è mai stato reclutato, anzi, a dir il vero in passato non ha accettato la proposta di Satana. Nel campo di battaglia troverete Djoser, faraone della terza dinastia egizia e cavaliere della carestia. Monterà sul suo cavallo nero, sarà dotato di un'armatura cobalto, uno scudo e una frusta, e dominerà l'elemento Acqua. Al suo fianco, un cavallo rosso ospiterà sopra la sella Erode, re della Giudea sotto il protettorato romano e cavaliere delle stragi. Anch'egli sarà equipaggiato di un'armatura bronzea e uno scudo, impugnerà una balestra e dominerà l'elemento Terra. Infine rivedrete Goethe, illustre scienziato dei giorni vostri; cavalcherà un cavallo bianco e la sua armatura rossa sarà dotata di uno scudo e una spada. Lui governerà l'elemento Fuoco".

"Al loro fianco ci sarà Giuda" dissi, anticipandolo. "Dominatore dell'elemento Aria."

Il Messia sospirò amaramente.

"Sì..."

Il sole nel frattempo cresceva nel cielo, e i suoi raggi diventavano sempre più caldi e focosi. La purezza dell'azzurro brillava sul paesaggio. Non vedevo l'ora di varcare il portale dimensionale insieme a Giacomo; prima di affrontare l'addestramento, però, volevo risolvere alcuni dubbi rimasti in sospeso.

Dunque utilizzai il contatto telepatico e dissi: "Maestro, prima di fuggire da Erode sono riuscito a percepire la sua potenza e sono rimasto sconcertato. Nulla in confronto alla tua, ma di gran lunga superiore alla nostra. Riusciremo, dunque, a equiparare la forza dei cavalieri dell'apocalisse prima della battaglia?".

Il figlio di Dio sollevò gli angoli della bocca, fece qualche passo in avanti affondando il bastone tra i fili d'erba, e accarezzò i contorni gelatinosi del portale color porpora.

"Hai visto bene, Pietro" rispose con tono sereno. "In questo momento la somma della vostra energia non raggiunge nemmeno la metà dell'ammontare della loro."

Il Messia smise di giocherellare con la consistenza melmosa del portale dei Dominatori del fuoco e tornò al mio fianco. La sua teoria non era per niente rassicurante, eppure non sembrava essere preoccupato.

"Non fatevi ingannare dalle proporzioni" riprese a dire. "Al di là di questi portali, il tempo scoccherà molto più lentamente. L'addestramento durerà circa un anno terrestre, ma per voi sarà come se fosse passato un solo giorno. I vostri corpi ne usciranno sfiniti, ma con un'energia spirituale tale da poter contrastare quella dei cavalieri dell'apocalisse. La notte antecedente alla battaglia vi aiuterà a recuperare le forze, poi, la nuova alba determinerà le sorti dell'universo."

A un tratto compresi da dove derivasse la sicurezza del figlio di Dio; i dubbi erano svaniti come lampi nel cielo. Fui percorso da un fremito di adrenalina fulminante, fissai il portale e mi avvicinai a un passo dallo specchio color platino. Allungai la mia mano gradualmente, eccitato all'idea di immergermi in una dimensione in cui un giorno equivaleva a un anno trascorso qui fuori.

Non appena sfiorai la parete budinosa e luccicante con le dita, questa prese a ondeggiare su se stessa, lasciandomi una sensazione appiccicaticcia sulla pelle. Dopo uno sguardo d'intesa con i miei fratelli e con il Maestro, varcai lo specchio e stramazzai al suolo; l'aria era rarefatta e l'interazione gravitazionale sembrava cento volte maggiore a quella terrestre. Mi mancò il respiro.

"Buona fortuna, figli miei!" esclamò il Maestro con la forza del pensiero.

Ricordi di un mondo passato (Cartaceo)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora