Antico Egitto - Giorno Due
Filippo.
"La tua fama ti precede!" esclamai.
"Questo non mi sorprende!" disse Erode, con tono di stizza.
Dalle fessure dell'elmo, il suo sguardo appariva intenso e minaccioso. Amava la guerra, lo si leggeva negli occhi, e dopotutto era qui per un motivo: infliggere più dolore possibile ai suoi avversari e trionfare nella battaglia tra Bene e Male. Taddeo e Bartolomeo si schierarono al mio fianco, pronti a seguire le mie direttive.
"Guidaci verso la vittoria" mi avevano detto con la forza del pensiero, dopo aver assestato, al cavaliere, un calcio in volo alla gabbia toracica, allontanandolo di qualche metro.
"Credete di potermi battere perché numericamente superiori?" disse Erode, quasi ringhiando le parole. "Non siete altro che bambini che giocano a salvare l'universo."
"Siamo molto più di quello che credi. Dividervi è stato solo l'inizio."
"Ho i miei dubbi!" replicò. "Scommetto che quell'essere mezzo uomo e mezzo Dio non vi ha neppure saputo addestrare. Avrei dovuto ucciderlo quando era ancora un marmocchio. Forse, a quest'ora, non mi ritroverei qui a perdere il mio tempo con voi."
Quelle parole toccarono un tasto dolente nel mio cervello, che si predispose d'un lampo alla guerra. Fredda, struggente, fulminea. Erode non avrebbe dovuto neppure accorgersi della sua disfatta.
"Basta parlare!" esclamai. "Non sei altro che un burattino di Satana."
Erode sprigionò tutta la sua collera attraverso l'aura, che gli esplose intorno in mille aghi pungenti. Per metà era di un marrone scuro, per l'altra metà di un arancione pallido. Poi i due colori si mescolarono, formando una sfumatura di bronzo cupa e tenebrosa.
"Sarà meglio per voi fare sul serio" disse. "Non avreste dovuto nominare il nome del Principe."
Avanzi in cielo per qualche metro, poi mi voltai verso i miei fratelli, i cui corpi erano rimasti fermi come due rocce. Un ringhio basso e prolungato fuoriuscì dalla gola di Erode. Il mio intento di farlo imbestialire, dandogli le spalle, stava attecchendo.
"Voglio una guerra lampo" dissi telepaticamente. "Colpite quello sbruffone senza pietà, poiché lui non ne avrà con voi."
Mi voltai con un scatto e il nemico estrasse la balestra dal fodero incastrato sul dorso dell'armatura. La armò velocemente con un freccia di luce oscura che apparve nella sua mano dal nulla, mirò alla mia gola e sparò quasi nello stesso istante. Con un movimento fulmineo sguainai la mia spada di luce celeste e bloccai la freccia con la lama. Un forte boato, simile a uno sparo di grossa artiglieria, scaturì dall'impatto; la freccia continuava a spingere contro l'acciaio largo e affilato, sospesa nel cielo, sprizzando scuri raggi fumosi, fino a quando, priva di energia, diventò di pietra e crollò su Saqqara.
I miei fratelli impugnarono le loro armi bianche e si scagliarono contro Erode, e così feci anch'io un secondo dopo. Il cavaliere gettò la balestra nel vuoto, sganciò lo scudo dall'armatura e lanciò un urlo mostruoso. Svariati colpi di punta e di taglio si frantumarono nel cielo, e un paio di volte le nostre lame furono a un passo dal trafiggere l'avversario nei suoi punti vitali. Ma con la stessa astuzia Erode riuscì a schivarli e a pararli.
Poi incrementò la rapidità dei suoi movimenti, assestò dei pugni violenti a Taddeo e Bartolomeo, e li fece volteggiare in aria senza controllo. Infine si teletrasportò alle mie spalle e mi affondò un gancio nel fianco, e dopo un calcio sul dorso; pertanto mi ritrovai a roteare nel cielo accanto ai miei fratelli, e quando riuscimmo a ricomporci, Erode esplose in una grassa risata. Nel frattempo il suo cavallo, rosso come sangue coagulato, nitriva e scalciava sotto di noi.

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Ricordi di un mondo passato (Cartaceo)
FantasyIl romanzo è stato pubblicato da Lettere Animate in formato digitale e cartaceo. La versione su wattpad è completa e gratuita. Limitarsi a credere a ciò che i nostri occhi vedono, non è come sostenere che l'acqua esiste solo per dissetarci? Sin...