Capitolo 31 - After Death Experience (R)

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AnDrEa.

Precipitante in una lunga e stretta galleria, la cui volta generava migliaia di archi, le particelle della mia anima schizzarono in una specie di condotto cilindrico, che mediante un elegante gioco di specchi mostrava l'immagine di una realtà tangibile. Ad aspettarmi alla fine del viaggio, c'era una minuscola isola di luce scintillante adagiata sul cielo, con una ripida scala al centro che mi avrebbe portata in mezzo agli umani. Dopo una lunga ed estenuante discesa, mi ritrovai immersa nella vita terrestre.

Il mio nuovo corpo fisico trasalì e iniziò a respirare con affanno, mentre una dozzina di persone mi fissava in cerchio all'interno di una strana struttura sferica. Mi sentivo in trappola, chiusa in luogo così piccolo da somigliare a una cella; qualsiasi detenuto segregato in una prigione così stretta avrebbe sentito nella maniera più atroce la propria impotenza. La sensazione mi era del tutto nuova: non avevo mai vissuto in uno spazio pieno di limiti e privo di oscurità.

"Andrea..." sussurrò un uomo, accarezzandomi i capelli. "Va tutto bene?"

All'improvviso i ricordi di Andrea si infiltrarono nel cervello come miliardi di raggi laser, e tutto mi fu più chiaro dopo un leggero giramento di testa.

"Sì, Kephas!" esclamai, fredda.

Una strana interferenza interruppe il dialogo che si stava per instaurare tra me e il leader dei Viaggiatori, e un improvviso bagliore si insinuò nell'oscurità della mia mente. Sul principio mi sembrò come se la transizione "Regno dei morti - Pianeta Terra" stesse avendo qualche difficoltà; innumerevoli diapositive simili a una vecchia pellicola di un film scorrevano davanti ai miei occhi, e in un attimo mi proiettarono sulla scena della mia atavica esistenza.

Era il "non tempo", e l'universo privo di galassie, stelle e pianeti era illuminato dall'Esistente, unica e arbitrale forza pura che lo avvolgeva determinandone le leggi. La sua linfa cosmica aveva generato un essere divino, un principio immateriale di esistenza, ricco di un bene non quantificabile: Dio.

Quest'ultimo credette che qualità come l'onestà, la virtù e l'amore non avrebbero avuto alcun significato finché non fossero state condivise con altri esseri divini, generati a sua immagine e somiglianza. E così diede origine alla galassia 'Bianca', che in un secondo momento rinnovò in galassia 'Paradiso', popolata da creature spirituali avvolte dalla luce: gli 'angeli'.

Questi erano dotati di un paio di ali bianche sul dorso che permettevano loro di fluttuare più velocemente all'interno della galassia. Col tempo iniziarono a sperimentare nuove emozioni e capacità, manifestando un'atipica volontà individuale. A seguito di questa evoluzione, tra di loro ve ne fu uno che progredì più in fretta dei fratelli, tanto da pensare di poter strappare il trono a Dio, Padre onnipotente.

Il suo nome era 'Satana', e si distinse dagli altri angeli in qualità delle sue doti oscure, che lo aiutarono a sedurre alcuni dei suoi fratelli e sorelle, convincendoli a seguirlo verso la conquista del libero arbitrio. In breve tempo i 'demoni', nonché gli angeli rivoltosi, riuscirono a sviluppare abilità malvagie, ribellandosi al volere di Dio e combattendo al fianco di Satana, principe del Male. A seguito della guerra, la spiccata arroganza del Principe, e dei suoi sostenitori, spinse i ribelli alla rovina.

Allora il Padre onnipotente decise di dare origine a una galassia transitoria, che chiamò 'Purgatorio', nella quale imprigionò Satana e i suoi seguaci, castigandoli a una vita di riflessione, pentimento ed espiazione. Agli angeli, invece, fu concessa la clemenza di rimuovere il ricordo dell'accaduto, nella speranza che il gesto di disobbedienza non si fosse più ripresentato.

Ricordi di un mondo passato (Cartaceo)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora