Antico Egitto - Giorno Tre
Pietro.
Giuda emise un orrendo sibilo gutturale. Aveva riportato Giacomo in superficie non per bontà, ma per prendersi gioco di me, per accusarmi di non sapere governare la mia forza, e per mettermi sotto una cattiva luce con il resto dei miei fratelli. Forse credeva che Giacomo non si sarebbe più rialzato da terra, poiché il solo pensiero che fosse rinsavito dopo la tempesta di fulmini lo aveva fatto imbestialire, e adesso lo fissava con aria spietata, come se tra i due ci fosse un conto in sospeso.
Ma negli occhi di Giuda c'era qualcos'altro, un velo di preoccupazione, o qualcosa di simile, che lambiva quelle pupille colme di rabbia. Attorno a lui roteava adagio una raffica di vento grigio scuro che si mescolava alla sua aura platino, velando l'armatura d'acciaio lacerata in più porzioni. Giuda aveva subito la furia della tempesta di fulmini tanto quanto Giacomo, e il fatto che guardasse mio fratello con aria spietata, forse, era riconducibile a questo.
Giacomo mi aveva confidato che avrebbe potuto sottrarsi a quel mio errore di valutazione, fuggire lontano da quel punto dannato, salvare la pelle, eppure aveva deciso di rimanere fermo, nel mentre che abbrancava Giuda da dietro, costringendo entrambi alla stessa sorte. L'energia vitale di Giacomo si era ridotta alla metà, ma anche quella di Giuda, seppure cercava di non darlo a vedere e di mascherare l'affronto subito.
Un lampo di luce rossa mi illuminò il cervello e rese tutto più chiaro quando svanì: Giuda guardava Giacomo in quel modo perché non aveva più l'energia necessaria a utilizzare la sua arma segreta, l'interruzione del flusso vitale.
Filippo si voltò verso Andrea.
"Hai forse dimenticato come ci siamo ridotti l'ultima volta?"
Giuda fece presente ai cavalieri dell'apocalisse che stessimo comunicando con il pensiero.
"E poi c'è un'altra questione" disse Matteo. "Anche se riuscissimo a ridurli in fin di vita con il loro aiuto, Pietro e Giacomo potrebbero non avere più l'energia necessaria a generare il buco nero."
"Questo non possiamo saperlo!" controbatté Andrea.
Non avevo idea di cosa volesse dire evocare l'aquila reale marchiata sulla mia fronte, di quanta energia e impegno avrei dovuto dedicarle.
"Stiamo dimenticando un particolare" disse Simone. "Durante la prima evocazione, i cavalieri erano ancora in possesso dei loro cavalli, e sappiamo benissimo che senza li avremmo ridotti in fin di vita."
I miei fratelli si guardarono negli occhi e un lieve mormorio serpeggiò tra le loro labbra.
"E così è questo il modo con cui vorreste sconfiggerci?" Giuda sollevò un angolo della bocca, distogliendo lo sguardo da Giacomo e spostandolo su Simone. "L'evocazione di animali mitologici... sembra interessante. Se ho capito bene, hanno dato filo da torcere a Goethe, Erode e Djoser... Evocateli! Ci sarà da divertirsi."
Erode strinse i pugni davanti al volto e i suoi occhi si accesero dietro le fessure dell'elmo come due lune nel cielo notturno.
"Poc'anzi Pietro stava quasi per mandare all'altro mondo suo fratello Giacomo, adesso volete autodistruggervi tutti insieme. Siete proprio degli stolti, figli di Dio."
Goethe proruppe in una risata sardonica.
"Ancora con questa storia! La realtà è che siete stati sconfitti e vi abbiamo concesso una tregua per quanto ci facevate pena."

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Ricordi di un mondo passato (Cartaceo)
FantasyIl romanzo è stato pubblicato da Lettere Animate in formato digitale e cartaceo. La versione su wattpad è completa e gratuita. Limitarsi a credere a ciò che i nostri occhi vedono, non è come sostenere che l'acqua esiste solo per dissetarci? Sin...