Andrea.
Mi ritrovai catapultata fuori dal corpo, frastornata come se mi avessero dato una serie di pugni in testa. Lanciai uno sguardo intorno, e solo allora ricordai cosa fosse accaduto all'interno della piattaforma temporale, a causa di quel terremoto improvviso. Una benda bianca mi avvolgeva la fronte, due pannelli di gommapiuma separavano la mia testa dal pavimento.
Kephas si trovava al mio fianco e mi fissava con quei suoi occhi dolci, probabilmente immerso nei suoi pensieri, intanto che il mio corpo fisico veniva scosso da spasmi involontari. Fluttuai davanti a lui e agitai le mani pronunciando il suo nome; la mia unica intenzione era quella di fargli sapere che stessi bene, e per quanto l'idea potesse apparire semplice nella mia testa, egli non riusciva a percepire il piano astrale... né con la vista né con l'udito.
Tuttavia, dal momento che non volevo arrendermi, iniziai a calpestare il pavimento con tutte le forze, ma la mia anima riuscì a malapena a farlo scricchiolare lievemente; poi picchiettai con le unghie alcuni oggetti metallici, ma l'inconsistenza del mio corpo ottenne soltanto sottili ronzii. Dunque mi avvicinai al suo orecchio e, tra un respiro profondo e un altro, sussurrai semplici parole di conforto: "Kephas... non preoccuparti per me... io sto bene... cerca di riposare adesso. Proverò a scoprire cosa è andato storto... sento che Sofia mi sta aspettando nel Regno dei morti. Tornerò presto, ti voglio bene!".
Sul collo si disegnò un brivido che gli fece rizzare i capelli sulla nuca, e in quell'istante il mio corpo fisico si quietò d'incanto. Fiduciosa che avesse percepito la mia presenza, mostrai un sorriso e mi voltai verso l'ingresso della piattaforma. Il portellone si trasformò come per magia nella grande Porta Rossa, contornata da uno strato sottile di nebbia bianca. Non appena la attraversai, fui catapultata in un luogo dominato dalle tenebre, uno spazio infinito lacerato dal grido delle anime condannate a vagare in eterno senza uno scopo: il Regno dei morti.
Cominciai a muovermi esattamente come gli abitanti del posto, fluttuando a destra e a sinistra con lo sguardo assente e perso nel vuoto, drizzando gli occhi di tanto in tanto nel caso in cui fosse sbucata nel buio un'anima color bianco-perla. Dopotutto la missione non pareva difficile; le anime dei defunti erano nere e ricoperte da un'aura biancastra, e non sembravano notare la differenza dei colori. Se solo avessero percepito la mia energia vitale, però... una di loro avrebbe potuto prendere possesso del mio corpo fisico, intrappolandomi in questo luogo per l'eternità.
A ogni passo immerso nella dura oscurità adornata di caligine, il rischio di perdere la cognizione dello spazio aumentava a dismisura, e con esso il pericolo di non trovare più la strada di ritorno. Tra le innumerevoli anime vaganti che ondeggiavano ammassate, all'improvviso una di loro si mise a fluttuare all'impazzata scintillando di bianco: era Sofia.
La osservai mentre volava verso di me, e d'un tratto ebbi come la sensazione che stesse fuggendo da qualcosa... o qualcuno. La sua anima era piegata in avanti, le braccia distese lungo i fianchi, lo sguardo severo e irriconoscibile. Sembrava quasi che non fosse felice di vedermi! Cercai di eliminare il pensiero dalla testa e, non appena giunse a una distanza ravvicinata, chiusi le palpebre e feci come per abbracciarla, ma ella sfrecciò al mio fianco e mi trascinò con sé, acchiappandomi per la mano. Strabuzzai gli occhi e il respiro divenne affannoso.
"Sofia!" esclamai, fluttuando con tutte le forze per stare al suo passo. "Cosa sta succedendo?"
Lei si voltò verso di me senza allentare il passo, e in quell'attimo tremai dalla paura.
"Perché hai quel marchio sulla fronte? Non dirmi che..."
Le sue sopracciglia erano aggrottate, le palpebre tese.

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Ricordi di un mondo passato (Cartaceo)
FantasyIl romanzo è stato pubblicato da Lettere Animate in formato digitale e cartaceo. La versione su wattpad è completa e gratuita. Limitarsi a credere a ciò che i nostri occhi vedono, non è come sostenere che l'acqua esiste solo per dissetarci? Sin...