Federico.
Nella profondità della notte, avvolta dal canto della vittoria, crisantemi bianchi e colorati sbocciarono dal soffitto della navicella, mentre fuori i lampi illuminavano il cielo. Con le mani incrociate dietro la nuca, la schiena distesa sul pavimento e gli occhi stregati dai soffici petali dei fiori, aspettavo ardentemente il giudizio divino. Un bagliore intenso mi accecò e d'un tratto mi ritrovai fuori dal mio corpo fisico, che adesso vedevo sotto di me, privo di sensi.
Il mondo non era poi così diverso agli occhi della propria anima; solo un po' più cupo... e picchiettato da minuscoli granelli di rugiada. Una sensazione di beatitudine fermentò nel mio corpo astrale, e bianchissime bollicine schiumose si sparsero dalla testa ai piedi, in maniera ordinata e uniforme.
Una folata di vento gelido anticipò l'arrivo silenzioso della Morte, che attraversò la parete della navicella librandosi a mezz'aria. Approdata da chissà quale mondo lontano, ella si rivelò come un'ombra gigantesca, alta circa quattro metri, la cui materia si sarebbe mescolata con la notte, se non fosse che il suo nero era più olivastro e denso.
Con estrema compostezza, mi si avvicinò fluttuando nell'aria sopra i corpi, adesso tremanti, dei Viaggiatori. Il suo sguardo penetrante mi paralizzò: non un sussurro, non un movimento. Il respiro fermo in gola. All'improvviso mi sembrò come se stesse leggendo la mia coscienza. In quell'occasione, strinse il bastone di legno scuro che aveva nella mano e accese gli occhi di un bianco latte.
"Federico!" esclamò la Morte, facendo vibrare le pareti della navicella. "Hai pagato il prezzo di una vita con la tua stessa vita, consapevole della tua scelta. Questo ti fa onore, ma l'esorcismo è una pratica illecita, eppure sapevi anche questo."
La morte chinò il volto e portò una mano alle labbra, meditando con un basso lamento rauco. La paralisi sfumò e ripresi a respirare, affannosamente, ma non ebbi il coraggio di parlare.
"In un'altra circostanza ti avrei spedito nel Regno dei morti a scontare la tua pena," disse "ma qui la questione è diversa, ed io ho ricevuto chiare istruzioni da cui non posso sottrarmi."
Sollevò lo sguardo e mi atrofizzò nuovamente. La gola stretta da una morsa.
"Dal momento che sei stato investito dalla grazia divina del Messia, non mi rimane altro che offrirti il futuro eterno che hai sempre desiderato. Il luogo che raggiungerai a breve, l'aldilà terrestre, potrà sembrarti... eccentrico. Ecco tutto."
A seguito di quelle parole, egli sollevò il bastone al soffitto e fissò la sua estremità. Di colpo ripresi a respirare, e colpi di tosse tuonarono nella gola. Lo sguardo sul pavimento.
"Rivedrò mia moglie?" chiesi timidamente.
"Sì!" esclamò, facendo vacillare un'altra volta le pareti della piattaforma.
Il silenzio scese su di noi. Provai un immediato bruciore agli occhi, poi un brivido alla schiena: avrei rivisto mia moglie. Caddi in uno stato di intontimento, ma fui scosso all'istante da un evento strabiliante: la Morte aveva fatto apparire un portale celeste nella parete laterale, che sprigionava raggi di luce bianca e cascatelle di vapore. Schiusi le labbra e lo fissai con meraviglia; le gambe pungolate da un formicolio.
"L'aldilà terrestre" disse la Morte con tono formale "è un luogo di purificazione, dove lo spirito umano si libera delle sue imperfezioni, della sua ignoranza e dei godimenti terreni. Un ambiente di trasformazione, evoluzione e ascensione verso Dio."
Il canto di una voce soave echeggiò distante, e le vibrazioni sonore fecero ondeggiare la consistenza semifluida e collosa del portale.
"È giunto il momento!" esclamò la Morte con voce profonda. "Presto, scoprirai il perché di tutto quello che ti è successo in questi ultimi anni, e che deve ancora accadere. Ecco tutto. Il mio tempo qui è finito."
STAI LEGGENDO
Ricordi di un mondo passato (Cartaceo)
FantasyIl romanzo è stato pubblicato da Lettere Animate in formato digitale e cartaceo. La versione su wattpad è completa e gratuita. Limitarsi a credere a ciò che i nostri occhi vedono, non è come sostenere che l'acqua esiste solo per dissetarci? Sin...