[CAPITOLO 17: problemi natalizi]

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James POV'S

Metto la collana nella scatolina e, dopo averla chiusa, prendo un nastro.

Lego il nastro attorno alla scatolina e ci incastro una rosa.

Prendo un bigliettino e scrivo: spero che ti piaccia.
Buon Natale Lils.

Non firmo e non scrivo nient'altro. Voglio vedere se riuscirà a capirlo da sola che io sono il mittente.

Attacco il bigliettino alla rosa e metto la scatola in uno dei cassetti della mia scrivania.

"Tesoro! Scendi, è pronto il pranzo." Urla mia madre dal piano di sotto.

Scendo e vado in salotto.
Casa mia non è tanto grande, ho due stanze da letto, una cucina, un salotto, una sala da pranzo e due bagni.
Abbiamo il garage, ma non lo usiamo mai, al contrario della soffitta, che è strapiena di roba.

In salotto c'è un enorme albero natalizio.
Sono anni che non faccio gli alberi con loro. Quando loro lo fanno io sono ancora a Hogwarts.
È carino, niente paragonato agli alberi enormi e addobbatissimi di Hogwarts.

Mi piacerebbe poter fare qualcosa in famiglia.
I miei genitori non sono cattivi, anzi, però da quando frequento la scuola mi calcolano di meno.

Okay, è vero che sto via quasi tutto l'anno però almeno l'albero di Natale lo potremmo fare insieme!

Mi dirigo verso la sala pranzo e noto che il tavolo è stato allungato.
"Mamma che succede?" Chiedo fissandola stranito.

"Stanno per venire tutti i parenti, un bel pranzetto in famiglia!" Esclama entusiasta.

Ecco. Queste sono le cose in famiglia che posso senza alcun problema evitare.
Una cosa è l'albero, una cosa è il pranzo.

Devi sorridere, essere cordiale e gentile con tutti. E per di più devo anche vestirmi elegante.

"James! Pettinati quei capelli. Sai che nonna Betta farà storie." Dice mio padre.

È vero, ogni volta che nonna mi vede viene da me e, ancora prima di salutarmi, dice: sai caro, esiste una cosa per pettinare i capelli.. Si chiama Spazzola.

Simpatica eh.

"Chissene frega ciò che dice la nonna. E comunque perché facciamo il pranzo la vigilia? Di solito lo facciamo il 25"

"Quest'anno abbiamo voluto cambiare." Si limita a dirmi mamma.

Annuisco e torno in camera mia.
Prendo il pacchetto e lo lego alla zampa del gufo di mamma. Se usassi la mia civetta, Lily la riconoscerebbe e addio sorpresa.

"Mi raccomando: sai la via e la casa. Non perdere né la rosa né il bigliettino.
Torna appena puoi okay? Non posso lasciare la finestra aperta tutta la notte." Gli dico.

Lui mi guarda e muove la testa, come per annuire.

Apro la finestra e lui vola fuori.
Rimango a fissarlo fino a quando non sparisce nel cielo.

Sento dei passi di sotto e capisco che gli ospiti sono arrivati.
Mi alzo sistemandomi la camicia e esco di camera, assicurandomi di chiudere bene la porta.
Camera mia è tabù.
Solo i miei genitori, i malandrini e io possiamo entrarci. Anche se vengono qui raramente.

Mentre scendo penso che magari potrei deviare per il bagno, per pettinarmi magari e evitare inutili commenti, ma so già che i miei capelli fanno quel che pare a loro perciò lascio perdere.

Saluto tutti cordialmente, ignorando i commenti di Betta, e ci sediamo.

Che la tortura abbia inizio.

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