[CAPITOLO 21: Voglio davvero tornare?]

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James POV'S

Finita la doccia entro in camera e noto Sirius sdraiato sul suo letto improvvisato a fissare il soffitto.
È ancora senza maglietta e ha le braccia dietro la testa.

"James..?" chiede incerto.

"Si?"

"Pensi mai al futuro?" chiede lanciandomi un'occhiata. Poi però ritorna subito a fissare il soffitto.
Questa domanda mi sorprende un po', non è da lui.

"In che senso, scusa?"

"Nel senso: se pensi a come sarai fra dieci anni, come ti vedi?"

"Ammetto di non averci mai pensato. Insomma, spero di essere Auror e spero che Tu-Sai-Chi non ci sia più. Magari sarò sposato e avrò dei bambini. E sicuramente noi saremo ancora inseparabili." incomincio a fantasticare.

"I miei genitori ameranno i miei bambini, faremo tante cene in famiglia e..."

Mi fermo appena mi rendo conto di ciò che ho detto. Merda, non dovevo tirare fuori la storia dei miei genitori.

"Sirius.." incomicio a dire ma lui mi interrompe.

"Ecco, è proprio di questo che parlo. Io non avrò dei genitori che saranno fieri di me. Non li ho mai avuti." dice, senza staccare gli occhi da quel cavolo di soffitto. Mi chiedo cosa ci trovi di così interessante.

"Sirius, tu... Tu cosa vedi nel tuo futuro?" gli chiedo, temendo la risposta. Finalmente si gira a guardarmi e sospira prima di tornare al soffitto.

"Al momento niente. Proprio niente."

Quando tre ore dopo scendo di sotto vedo, dalla finestra, la mia civetta arrivare.
Apro la finestra e aspetto che l'animale si appoggi sul cornicione. Slego velocemnte le due pergamene e poi faccio entrare la civetta. Nascondo le pergamene sotto la felpa e mi giro, trovandomi mia madre davanti.
"James Potter, che sta succedendo?"

"Niente mamma, posso andare in camera?" dico cercando di girarle attorno. Mi sta bloccando il passaggio per le scale.
Si sposta i capelli castani, uguali ai miei, da un lato.
"Volevo sapere come sta Sirius. Non parla molto e sono preoccupata. Magari a te ha detto qualcosa."

"No, non mi ha detto granchè in realtà. Parla pochissimo anche con me. E anch'io sono parecchio preoccupato." dico e faccio di nuovo per girarle attorno, ma mi blocca con una mano.

"Non ho finito. Voglio sapere che diamine nascondi sotto la felpa."
Sono tentato di risponderle 'cazzi miei', ma mi trattengo.

"Non nascondo proprio niente." dico allargando le braccia. Nel farlo le pergamene scivolano e cadono per terra. Dio, cosa ti ho fatto di male?

"Meno male che non nascondevi niente." ironizza mia madre, si china per raccoglierle. Sbuffo e alzo gli occhi al cielo.
Mi tende le pergamene e le afferro confuso.

"Come, prima fai tutta 'sta storia per sapere cosa sono e poi me le ridai senza neanche leggerle?!"

"Si. Non voglio sapere cosa c'è scritto, non sono affari miei. Volevo sapere solo cos'erano. Chiamala curiosità." dice tranquilla.

"Chiamala: farsi i fatti altrui." mormoro, ma lei mi sente lo stesso e mi rimprovera con lo sguardo.

Finalmente si fa da parte e mi lascia passare. Raccolgo le pergamene e me le rimetto sotto la felpa.
Ammetto che è strano il fatto che non mi abbia chiesto come mai le stia nascondendo. Sono felice che abbia rispettato la mia privacy... Fino a un certo punto almeno.

Salgo le scale, ma invece di andare in camera, devio all'ultimo secondo e entro in bagno. Chiudo la porta a chiave e mi siedo per terra, appoggiando la schiena al lato della vasca. Tiro fuori le pergamene dalla felpa e srotolo la prima che mi capita. Dalla scirttura capisco che è di Peter.

My Best Mistake Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora