Alessandro osservava attentamente quella che voleva come sua preda, una bionda tutte curve, con gambe sode e nude. Il locale era gremito di gente, che seduta a tavolini tondi beveva cocktail colorati da bicchieri di vetro. La preda era seduta con alcune amiche, con cui parlava animatamente, non si era ancora accorta degli occhi azzurri di Alessandro, che la divoravano a poco a poco. Fu una sua amica a farglielo notare, così lei lo guardò all' inizio distrattamente, poi di tanto in tanto gli lanciava occhiate sempre più sexy, che facevano infiammare Alessandro facendogli indurire il pene nei boxer. Conosceva il significato di quelli sguardi: voglio farlo terribilmente anch' io. Lui studiò per un po' il suo corpo, soffermandosi sul suo seno prospero e perfetto per essere stretto a piene mani. Aveva le labbra gonfie, forse per il silicone, ma le immaginò attorno al suo pene e subito un brivido gli attraversò la schiena. Si portò la cannuccia del suo cocktail alla bocca e bevve. L' alcool non gli dava affatto alla testa, erano altre le cose che lo facevano impazzire: le donne e il sesso. Aveva circa 24 anni e non passava giorno senza pensare al sesso, dormiva tutto il giorno per stare sveglio tutta la notte con la preda della sera. Preferiva le donne sposate, magari quarantenni e terribilmente desiderose di avvinghiarsi a un corpo giovane e di lasciarsi sbattere alla grande. La sua preda bionda non poteva essere affatto sposata, ma era porca e questo gli bastava.
Lei si voltò verso di lui, gli riservò un lungo sguardo, portandosi alla bocca la cannuccia con un movimento molto sexy e seducente della lingua. Alessandro impazzì. Poi lei si alzò, prese la sua borsetta e si avviò. Alessandro era già sui suoi passi, la seguì oltre la pista da ballo affollata e satura di sudore e di ormoni, la seguì oltre il lungo corridoio, che portava ai bagni e poi all' esterno, dove i due buttafuori stavano fumando una sigaretta raccontandosi barzellette, alcune coppie pomiciavano molto passionalmente e altri ancora sembravano intenti a ubriacarsi come matti o erano già ubriachi e stavano vomitando tutto.
Alessandro si fermò, si sfilò una sigaretta, se la accese e iniziò a fumare. Anche lei si era fermata, si era voltata verso Alessandro e lo guardava maliziosa. <<Come ti chiami?>> gli chiese con una voce molto suadente e dal timbro di voce alto, la classica voce della ragazza fin troppo sicura di sé.
<<Alessandro Virigni>> rispose lui tranquillo.
<<Virigni Virigni?>> si accertò lei, con un sorriso estremamente complice sul volto. Alessandro annuì, lei gli si avvicinò, gli prese la sigaretta e se la portò alle labbra. Aveva grandi occhi, Alessandro non li guardava, era totalmente preso dal rossetto rosso, che si stampava sulla sigaretta. Lei dischiuse leggermente le labbra e rilasciò tutto il fumo su Alessandro, che non reagì in alcun modo, ma si limitò a sorriderle quasi compiaciuto e con l' espressione tipica di chi vuol essere solo sfidato.La donna gli sbottonò la camicia con foga, gliela tolse e la scagliò a terra. Gli accarezzò i muscoli del petto, quasi gemendo e con il desiderio, che aumentava sempre di più. Lui si lasciò spogliare sempre con quel sorriso compiaciuto e di sfida sul volto, lei si inginocchiò tra le sue gambe, mentre lui era seduto sul letto. Gli sfilò i pantaloni, i boxer. Accarezzò dapprima il tronco del pene, poi lo leccò e infine lo prese tutto in bocca. Baciando e leccando il glande, faceva danzare sempre più in fretta le sue labbra carnose su quel cazzo, mentre allungava le sue dita sui suoi addominali. Alessandro le teneva la nuca, accompagnando i suoi movimenti e il suo andare su e giù. Sentiva il desiderio crescere, i brividi del piacere inondargli il corpo e cercava di tenere gli occhi aperti nonostante il godimento. Si piegò in avanti verso di lei, le prese tra le mano i seni e iniziò a palparglieli. Lei capì cosa lui volesse, smise di fargli il pompino e si lasciò spogliare. <<Hai proprio un bel cazzone>> si congratulò regalandogli un' altra leccata. Aveva i capezzoli turgidi, grandi. Erano i capezzoli che Alessandro considerava più eccitanti. Prese la donna dai fianchi e la portò su di sé, si fece cavalcare da lei, che andava su e giù sospirando e gemendo sempre di più, mentre Alessandro usciva ed entrava in lei.
Le sue urla spronavano Alessandro e muoverla sempre con maggiore velocità, poi cambiò posizione e iniziò a prenderla davanti, stando su di lei e sovrastandola. La donna si reggeva con una mano alla spalliera del letto e con l' altra alle spalle di Alessandro, mentre lui diventava sempre più focoso. Uscì da lei e si piegò sulla sua femminilità, che era caldissima e bagnata. Iniziò a leccarla, godendo come un matto solo per i suoi gemiti di piacere, voleva di più, così le mise dentro due dita muovendole energicamente.
Tuffò la sua testa tra i suoi seni prosperosi leccando quei grandi capezzoli, che lui trovava straordinariamente sexy e provocanti. Il desiderio lo incitava a raggiungere il massimo, ma lui voleva concedersi il piacere dell' attesa e la crescita sempre più forte della loro tensione. Sopraffatto dal desiderio, rientrò in lei, prendendola di nuovo, muovendosi su di lei e osservando i grandi capezzoli che sussultavano. Le urla di lei avrebbero svegliato l' intera città, ma lui era Alessandro Virigni, figlio di Carlo Virigni, l' uomo più ricco e più potente della città, a lui tutto era dovuto.
La sua preda iniziava a diventare sempre più bagnata e bollente, stava per venire e anche Alessandro, che però cercava di ritardare sempre di più. Lei lo incitava a continuare così, arrivando perfino a urlargli <<Ti amo!>>, mentre l' orgasmo diventava una vera e propria pazzia. Tra lui e lei si instaurò una sorta di stupida ed edonistica gara, a chi venisse per ultimo. Lei venne per prima, lui la soddisfò e poi uscì da lei per godersi tutta la vittoria meritata.
<<Mettilo in bocca>> le disse in quello che sembrava più un ordine. Lei si piegò subito su di lui, i capezzoli erano sudati, questo diede a lui scariche potenti. Prese in una mano uno dei due seni, accarezzando il capezzolo e a volte stringendolo talmente tanto, che sembrava che lei sussultasse. Venne dopo un po', sentendo quasi la punta del suo glande esplodere a contatto con la lingua di lei. La donna sapeva soddisfare un uomo, ingoiò una parte dello sperma, poi l' altro se lo sputò sul seno spargendolo col dito sul suo enorme capezzolo, quello che non era stato stretto dalle dita di Alessandro.<<Come ti chiami?>> le domandò lui, mentre lei si rivestiva in fretta. Si sentiva stanco morto, era quasi l' alba e aveva cavalcato e masticato la sua preda altre quattro volte quella notte.
<<Silvia>> rispose lei distrattamente, allacciandosi il reggiseno e non guardando neanche in faccia Alessandro.
<<Sei una bomba, Silvia!>> si congratulò lui, che era ancora sdraiato sul letto nudo e sudato.
Lei si fermò, aveva il trucco sbavato e i tre quarti della sua bellezza si erano sciolti assieme al trucco. <<Ci possiamo rivedere, quando vuoi>> propose quasi speranzosa, il suo volto era illuminato dalla bellezza quasi maledetta di Alessandro, che sembrava quasi un principe.
Addirittura sembrò che lui ridesse, ma in realtà sta a solo scuotendo la testa. <<No>> rispose secco.
<<Ma perché? Tu mi stai piacendo anche un po'..>> arrancò lei.
<<Di te mi piacciono le tue bocce, le tue labbra e la tua fica... Sono cose che hanno anche un mare di altre ragazze. Io sono un principe cacciatore, Silvia>> si interruppe, incrociando le braccia dietro la testa. Lei abbassò lo sguardo, sembrava che stesse per piangere.
<<Silvia?>> lui la chiamò. Silvia alzò subito lo sguardo speranzosa, pendendo dalla sue labbra, che articolavano queste parole <<Fai più in fretta a vestirti e ad andartene. Muoio di sonno>>.Per favore METTI IL LIKE, COMMENTA E SEGUIMI!
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I Gemiti del Principe
ChickLitAlessandro Virigni è un Principe: bellissimo e ricchissimo. È un gran seduttore, ama il sesso, ma ama un sesso totalmente senza prove. Quando incontrerà la bellissima, ma triste Arianna Bellanima, le loro storie si intrecceranno e nel gioco perverso...