Bestie

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<<Arianna, è tardi. Devi svegliarti>>. Arianna aprì gli occhi e vide suo padre che la guardava teneramente. <<Rischi di fare tardi a scuola, fai presto>> suo padre le sorrise e poi andò via. Arianna aveva ancora sonno, era andata a letto tardi la sera prima, tutta colpa di Luca. Si mise a sedere sul letto, suo padre aveva sollevato le tapparelle e i suoi occhi faticavano ad abituarsi alla luce. Si alzò del tutto e andò in cucina per fare colazione. Suo padre le stava preparando il caffè, sul tavolo vi era una semplicissima tovaglia bianca macchiata in più punti di caffè. <<Sai che stamattina è morto Carlo Virigni?>> le disse il padre cogliendola del tutto all' improvviso e facendola scuotere totalmente. <<Davvero?>> gli chiese Arianna.
Suo padre versò il caffè nella tazzina <<Si, è successo proprio stamattina. Mi ha telefonato un mio collega e me l' ha detto. Era molto malato>>.
Arianna sorseggiò il caffè, si era dimenticata di zuccherarlo, perciò sentì totalmente l' amaro del caffè propagarsi nella sua bocca. Quella notizia la ricondusse ad Alessandro, pensava spesso a lui, a come si erano lasciati e anche se non lo volesse e cercasse costantemente di negarlo, il suo cuore non aveva ancora dimenticato. Si era trasferita di nuovo da suo padre, andavano decisamente più d' accordo ora. Forse era perché si avvicinava Natale o forse perché lei ora lo ignorava e basta. Aveva imparato non solo a lasciar scorrere le cose, ma proprio a ignorarle. Se trovava suo padre che si ubriacava sul divano, lei si trasformava in un' ombra, sgattaiolava nella sua stanza e per lei il mondo si riduceva a quella stanza. La vita di Arianna era tornata a essere una sopravvivenza, un qualcosa di forzato e di certo non paragonabile alla vita vera e propria. <<Oggi ti accompagno io a scuola?>> le chiese suo padre costringendola a uscire dai suoi pensieri.
<<No, grazie vado a scuola con Luca oggi>> rispose Arianna. Finì di sorseggiare il proprio caffè, poi andò a lavarsi e a vestirsi. Come al solito Luca era in ritardo, non era affatto puntuale il suo ragazzo. Stavano insieme da un mesetto circa. Oddio, 'stare insieme' era una parola un po' grossa. Uscivano insieme, spesso finivano per stare a casa di lui, da soli nella sua stanza. Non avevano mai fatto l' amore, lui di certo ne aveva voglia, ma lei non si sentiva mai pronta e anzi non riusciva mai a lasciarsi andare.
Il suo cellulare le squillò nella tasca, lo estrasse e lesse il numero di Luca. <<Pronto?>> rispose lei.
<<Amore, sono giù! Scendi>> Arianna chiuse la chiamata e si precipitò giù, dopo aver salutato suo padre.
Luca era seduto in auto, la musica a palla nell' auto, il suo sorriso più affascinante disegnato sul volto. <<Ciao Tesoro!>> si avvicinò a lei e la baciò, aveva le labbra fredde e Arianna se ne avvertì subito.
<<È morto Carlo Virigni, lo hai saputo?>> gli chiese Arianna mentre si metteva la cintura.
<<Si, ho sentito mio padre mentre lo diceva a mia madre. Sai cosa fece quell' essere a sua moglie? La fece uccidere... >> Luca sembrava disgustato.
<<Ma cosa dici?>> suonò incredula la voce di Arianna.
<<Lo giuro.. Sembrò un incidente stradale, ma in realtà era stato tutto programmato. Un tir si schianta contro una specie di utilitaria, chiediti: come mai il figlio non si fece nulla? Virigni voleva sbarazzarsi della moglie, perché lei voleva svelare il segreto della ricchezza e del potere degli Uomini di Fuoco. Sono delle bestie i Virigni... Sono da evitare..>>. Arianna restò a fissare a lungo Luca, lui si accorse della sua strana espressione e scoppiò a ridere. <<Cosa c' è?>> le chiese ridendo <<Tutta la città odia i Virigni! Adesso l' unico sopravvissuto è Alessandro, ma tutti lo considerano un provolone, anzi un maiale che pensa solo al sesso e a scopare... Forse tra un po' creperà anche lui!>>.
<<Che cazzo dici, Luca?>> sbottò furiosa Arianna. Aveva reagito così istintivamente e subito si chiese come mai ci tenesse a lui, in fondo non erano mai stato neppure insieme, avevano solo fatto sesso e chiamato quei loro rapporti 'giochi'.  Luca la guardò risentito, poi mise la musica al massimo.

Cristina si era tinta i capelli di rosso, non aveva ancora fatto outing, anzi sembrava che volesse dimostrare l' esatto opposto di quello che era, rinnegando la sua vera identità. Aveva scordato le sue maglie delle band e iniziava a vestirsi come le ragazze ricche e belle della scuola, era diventata una di loro ormai. Rinnegava se stessa e rinnegava anche Arianna. Aveva preso ad atteggiarsi, uscire con i ragazzi più fighi e girava voce che avesse scopato con quattro ragazzi diversi nella medesima sera. Luca si sedette al suo posto, accanto al suo migliore amico e iniziarono a parlare di calcio come sempre. Arianna si ritrovò sola, Cristina che spettegolava con le sue nuove amiche e Luca che non la considerava più. Senza accorgersene si ritrovò col cellulare in mano e con sullo schermo il numero di Alessandro. Pigiò sul simbolo degli SMS e si chiese se fosse saggio inviargli un Sms per la morte del padre. Perché le dava così fastidio che Luca avesse parlato così male di lui? Perché per tutti era una bestia e per lei era un principe? Perché lo aveva lasciato, se lo amava? Perché si sbaglia così tanto in amore? Sarebbe tutto più semplice se l' amore fosse scritto su una pagina di carta e non sul cuore, perché quello nessuno sa decifrarlo, è il motore della vita e forse è proprio per questo che è così incasinato. Eppure, capisci chi ami proprio quando ti ritrovi sola e pensi a chi vorresti che ti cacciasse la tua solitudine, perché sai già che se lui ti vedesse sola verrebbe subito da te.
Premette su 'Invio' e vide il testo del suo SMS, provava tantissime emozioni in quel momento. Di Alessandro Virigni amava ciò che rappresentava davanti ai suoi occhi, ovvero la figura del Principe. Quella era la parte di lui che più la faceva sentire viva.

Arianna uscì dall' auto di Luca, lo salutò con un sorriso quasi timido senza un bacio intenso, anzi rapido e sfuggente. Si diresse verso il portone, il freddo pungente, che la faceva infagottare nel suo cappotto e correre più in fretta verso il portone. Il portone era rotto come al solito e perciò aperto, lo spinse e iniziò a salire i gradini, ma Alessandro Virigni le bloccò subito la strada facendola quasi spaventare. Cosa ci faceva lì? <<Ciao!>> lo salutò lei, fredda perché non avrebbe mai creduto di poterlo rincontrare così. Dal modo in cui iniziò a palpitare il suo cuore capì che non le era affatto indifferente.
<<Ciao, ora che mio padre non c' è più, io ho preso il suo posto a capo dell' azienda. Ho dimenticato il nome di tuo padre..>> la guardava così intensamente, che a lei ricordava i gemiti che le faceva fiorire sempre. Eppure, c' era un qualcosa di diverso nei suoi bellissimi occhi azzurri. Quel qualcosa fece risuonare nella testa di Arianna le parole di Luca "...bestie...".
<<Come si chiama tuo padre?>> le chiese.
<<Gennaro Bellanima>> rispose con una voce molto debole lei.
Lui estrasse dalla tasca interna della sua giacca un taccuino e una penna e scrisse qualcosa. <<Gennaro Bellanima sarà il primo che licenzierò>> sorrise gelidamente e quasi con perfidia ad Arianna, fece per andarsene, ma lei subito lo fermò, lui cercò di spingerla via per passare, ma lei si strinse al suo braccio e riconobbe tra i sentimenti di paura che quella notizia sul licenziamento le aveva causato, un sentimento ancora più grande: quello dell' amore.
<<Ti prego... Alessandro, ti prego... Non puoi vendicarti così>> lei lo stava supplicando.
<<Vendicarmi? Tuo padre è un ubriacone, è un operaio pessimo...>> disse con aria di superiorità.
<<Sta migliorando, sai benissimo che non è più quello di prima..>> Arianna provò a difenderlo.
Sembrò che Alessandro ci stesse riflettendo, esibì un sorriso malizioso e compiaciuto e poi <<Se vuoi che non lo licenzi, dovrò assumere te: vieni a fare la mia domestica nella mia villa. Mi trasferirò con la mia futura moglie nell' antica Villa Virigni, è molto più di quando di questa, in cui vivo. Susanna non può lavorare da sola lì dentro. Se assumo te come domestica, non ne dovrò pagare un' altra e così in un certo senso risparmierò sui soldi, che tuo padre mi fa perdere. Accetti questo mio "dono" ?>> alzò la voce per sottolineare la parola "dono" ricordando il loro gioco.
<<Ti sposi?>> chiese col cuore spezzato Arianna. Lui annuì e si accese una sigaretta. <<Accetti?>> incalzò.
Non aveva scelta lei, abbassò lo sguardo e poi lo risollevò per guardare i suoi occhi bellissimi, ma il fumo non le permetteva di guardarli con chiarezza, anzi li sfocava.
<<Accetto!>> rispose lei. Sul viso di lui capeggiò un sorriso vittorioso, mentre lei capiva che come lei gli aveva spezzato il cuore, così lui aveva fatto con il suo.

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I Gemiti del PrincipeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora