Gli Amanti

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Alessandro parcheggiò la sua fuoriserie nel parcheggio vicino alla piscina, si tolse gli occhiali da sole e camminò sul sentiero lastricato, che conduceva all' ingresso secondario della Villa Virigni. La domestica Susanna stava spolverando i mobili di antiquariato con una attenzione meticolosissima, si voltò per salutare Alessandro con un sorriso calorosissimo, come se fosse suo figlio. <<Ciao Susanna! Papà e Madama Butterfly sono arrivati?>> le chiese a voce alta.
Lei cercò di trattenere le risate, mettendosi un dito davanti alle labbra e fingendo di apparire quasi severa. <<Si, sono di là>> rispose e poi abbassando la voce e picchiandolo con un gesto più di affetto che di violenza, si raccomandò <<Cerca di fare il bravo, signorino. La compagna di tuo padre è piuttosto nervosa oggi>>.
<<Devo correggerti, Susanna, lei preferisce farsi chiamare La Futura Signora Virigni>> E roteò gli occhi ironico.
Susanna lo colpì di nuovo <<Mi licenziasse piuttosto! Io ho conosciuto solo una SIGNORA VIRIGNI, ed era tua madre. Non so come faccia tua padre a sposare quella dopo aver avuto accanto una donna come tua mamma, mi manca moltissimo>>. Due lacrime si mossero dagli occhi di Susanna, Alessandro abbassò la testa per nascondere le proprie. Commentò dicendo semplicemente <<Già>>, poi si voltò e andò verso il soggiorno.
Sua madre si chiamava Bianca, bianca era anche la sua anima, la sua bontà, la sua grinta, la sua generosità... Lei aveva solamente 37 anni, quando morì e Alessandro la perse, quando aveva 15 anni. Erano legatissimi, perché il signor Carlo Virigni era sempre assente e fuori casa per lavoro. Era bellissima: occhi chiari come quelli di Alessandro, capelli sbarazzini, un sorriso che meritava totalmente l' aggettivo 'STRAORDINARIO'. Morì in un incidente stradale, in auto c' era anche Alessandro. Era stato lui a insistere con sua madre, affinché salissero in auto nonostante l' ora tarda e la pioggia battente. Percorrevano quella maledetta strada provinciale stretta e poco illuminata, poi quel camion era apparso così all' improvviso, che non avevano potuto fare altro. L' unica cosa che Alessandro ricordava di quella sera erano i fari accesi del camion, che emergevano minacciosi dal buio, gettando luce sulle gocce martellanti sul parabrezza, il terrore, sua madre che cercava di sterzare, ma poi si gettava su di lui, sacrificandosi facendo da scudo al suo unico figlio, poi l' imbatto, lui che accarezzava i capelli di sua madre, chiamandola ripetutamente, i suoi occhi che si chiudevano, come se Alessandro non la stesse chiamando, ma le stesse cantando una ninna nanna. Era un vero e proprio miracolo che lui fosse sopravvissuto e che non avesse avuto danni permanenti, era stato ricoverato in ospedale per circa un anno, aveva fatto fisioterapia, tutti lo rassicuravano dicendogli che tornato a casa tutto sarebbe tornato normale. Tutti che lo illudevano. Era tutto stravolto, come se un uragano avesse assalito la propria vita, lasciando danni invisibili, ma devastanti, distruttivi e incancillabili. Tra padre e figlio c' era stato sempre e solo imbarazzo, frasi convenzionali e quando tutto questo finiva, il che avveniva dopo pochi minuti, i rancori e l' odio venivano fuori e li portavano a combattersi, mandando al diavolo l' unico legame familiare esistente in quella villa così maestosa e lussuosa.
<<Ciao Deianira>> disse noncurante Alessandro, entrando in soggiorno e trovando la futura sposa di suo padre intenta a passarsi lo smalto sulle unghie. Lei per salutarlo inarcò le sopracciglia talmente sottili da sembrare disegnate. Suo padre stava leggendo il giornale. Si assomigliavano parecchio Carlo e Alessandro, ma gli occhi chiari e la mancanza di Bianca portavano tutti a giudicare Alessandro molto più simile alla madre. <<È andato bene il viaggio a Parigi?>> chiese Alessandro sforzandosi di essere gentile e accomodandosi di fronte a suo padre.
Carlo non alzò gli occhi dal giornale, mugugnò e poi rispose <<Si, molto bene>>.
<<Bene un corno!>> irruppe Deianira con la sua voce acuta, fredda e snob. <<Il nostro wedding planner è un incompetente! Gli avevo ripetuto almeno un milione di volte che volevano sposarci sulla Tour Eiffel, e invece? Non l' ha prenotata e adesso non è più disponibile per il 28 giugno! È assurdo!>> borbottò con gli zigomi rifatti, che le davano un' espressione di eterna serenità in netto contrasto con la voce arrabbiata.
<<Perché non cambiate data?>> si permise di chiedere Alessandro. Il padre alzò gli occhi dal giornale per lanciargli un' occhiata torva.
Deianira rimase con quella faccia serena e immutabile, con quella serenità artificiale, che non ti permetteva di capire il suo stato d' animo. <<Spero che dal nostro matrimonio nascano altri figli, perché tu sei troppo idiota per portare avanti l' azienda di famiglia>> sorrise malignamente.
Alessandro non si sentì affatto offeso, Deianira era piombata in casa sua circa cinque anni prima. Inizialmente quando era mora, con le labbra sottili e la terza di seno si sforzava di sembrare gentile almeno con lui, poi era diventata biondo platino, labbra come due canotti e due seni per niente sexy ma solamente volgari e sembrava che nel silicone che si faceva iniettare ci fosse altra cattiveria.
<<Era solo una proposta>> si difese Alessandro.
<<La proposta di un idiota>> incalzò lei.
<<Beh allora sposatevi pure il 28 giugno a Parigi, ma fate nelle fogne. I topi così non faranno tanta strada per omaggiare la Regina delle Zoccole!>> colpì Alessandro guardando con un eroico sguardo di sfida Deianira. Carlo si alzò in piedi.
<<A L E S S A N D R O!>> tuonò inferocito. Ma suo figlio già sta a andando via, passò dall' ingresso, dove Susanna lo guardava preoccupata, uscì di casa e si rinchiuse nella sua auto. Odiava Deianira e odiava suo padre. Non gli faceva una colpa se voleva rifarsi una vita, ma stava totalmente cancellando la vita passava. Carlo sapeva benissimo che valore avesse il 28 giugno per Alessandro, eppure sembrava che non gli importasse affatto. Sua mamma era nata proprio il 28 giugno e celebrare il matrimonio di Carlo e della sua nuova moglie proprio quel giorno, ad Alessandro sembrava una cosa orribile, un gesto senza alcun tatto e di una insensibilità pazzesca.
Mentre stava accasciato sul sedile, con le mani che tremavano per la rabbia sul volante, sentì il suo smartphone vibrare. Lo prese dalla tasca e vide che era un SMS da parte di Daniela.
Daniela era una donna sposata, stava insieme a un collega di Carlo molto avanti negli anni, lo aveva sposato solo per soldi, tanto per saziarle i desideri carnali c' era Alessandro.
"Vieni da me. Vincenzo è appena partito per Milano, torna giovedì. Ti aspetto nuda e bagnata".
Alessandro se lo sentì subito duro e non ci pensò un attimo. Aveva proprio bisogno di un' ora di sesso estremo con Daniela. Fece retromarcia e corse al massimo verso casa di Daniela.

Non era una donna bellissima: una quarantenne con fianchi larghi e i classici seni gonfi di silicone delle donne dell' alta società, capelli lunghi e neri, carnagione olivastra. Era proprio la sua carnagione a far impazzire Alessandro, la faceva sembrare una donna asiatica e poi il suo sguardo da pantera avrebbe fatto scoppiare il desiderio di ogni uomo.
Alessandro si gettò su di lei, strusciandosi sulla sua femminilità, facendosi toccare dalle sue mani rapide, che lo spogliavano. Nei loro giochi perversi riusciva sempre Daniela a prendere il comando, così si adagiò su Alessandro, in modo che lui potesse soddisfare con la lingua la sua femminilità, mentre lei gli soddisfava con la bocca la sua virilità. Stessero a lungo così, poi la voglia di prenderla prese il sopravvento su Alessandro. Sgusciò da sotto di lei e la prese da dietro, penetrandola totalmente e anche con forza. A Daniela piaceva il sesso violento, perciò lui la soddisfava entrando fino in fondo e con forza, schiaffeggiandola sui fianchi e facendola gemere anche per il dolore, che per lei spesso consisteva nel piacere. Erano eccitatissimi, perciò vennero entrambi subito.
Restarono stesi, Daniela accarezzava con le dita gli addominali di Alessandro, mentre lui con lo sguardo fisso come un eroe greco e le mani dietro alla testa restava fermo. Daniela si discostò e prese da sotto il letto una bottiglia di champagne e dei calici di cristallo.
Alessandro si sollevò per appoggiarsi allo schienale e stappò lo champagne riempiendo i due calici.
Alessandro e Daniela erano amanti da due anni ormai e col tempo erano diventanti anche confidenti.
<<Il Vecchio vuole che gli dia un figlio>> esordì Daniela sorseggiando lo champagne e riprendendo ad accarezzare il petto nudo di Alessandro. Il "Vecchio" era il modo meno cattivo con cui chiamava suo marito.
<<Siete sposati da tre anni, è ora che facciate un bebè>> scoppiò a ridere Alessandro.
<<Non voglio un figlio da quello. È un pezzente arricchito, io sono la figlia di un marchese e di una contessa. Non genererei mai un figlio con quello>>.
Alessandro avrebbe voluto ricordare a Daniela che suo padre aveva solo uno stemma tra l' altro anche talmente eroso da essere illeggibile e che l' unico palazzo in possesso della madre era in vendita da nove anni, ma nessuno comprava, perché era diroccato e inagibile, ma si trattenne dal proferir parola per non rischiar di perdere la sua focosa amante. Lui e Daniela lo facevano di continuo, spesso anche durante le cene a cui non mancava neanche Vincenzo, trovavano scuse per allontanarsi e la paura di essere scoperti rendeva ancora più intensi i loro orgasmi.
<<Se non gli do un figlio, divorzia. È stato chiaro>> spiega Deianira facendosi riempire un altro calice. <<Daglielo>> ripeté Alessandro. Lei finì tutto d' un fiato lo champagne, allungò il braccio con il calice e lo lasciò cadere a terra facendolo frantumare.
<<Voglio avere un figlio da un principe>> sorrise maliziosa. Alessandro capì cosa intendeva. <<Scordalo>> rispose e tentò di alzarsi, ma lei lo strinse da dietro e i seni premuri contro la sua schiena, fecero riesplodere il desiderio in Alessandro.
<<Non lo saprà nessuno>> gli sussurrò nell' orecchio.
<<No!>> disse determinato lui, le mani di lei gli scendevano sensualmente sul petto e inevitabilmente il pene gli si indurì, lei se ne accorse e cominciò a leccarlo sul collo.
Un pensiero furbo attraversò la mente di Alessandro, sorrise e disse <<Ok>>. Lei lo liberò, si sdraiò sul letto allargando le gambe. Alessandro le entrò subito dentro, sempre facendo uso di tutta la sua energia per farle male. Lei iniziò a urlare, Alessandro andava talmente forte che sarebbero venuti subito, perciò rallentò di poco. Ma poi mise subito in pratica il suo pensiero furbo, uscì da lei, la girò e la penetrò da dietro nel bel sedere gonfio di Daniela. Lei cercava di opporsi, ma il piacere che provava la ostacolava.
Alessandro venne, le riempì il fondoschiena di sperma e poi rise come un matto notando l' espressione delusa e arrabbiata di lei. <<NON TI VOGLIO VEDERE PIÙ! FANCULO, STRONZO>> gli urlava lei dimenandosi nuda sul letto. Alessandro si rivestì e andò via, sicuro che lei gli avrebbe mandato un SMS tra un quarto d' ora.

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