Lambito dal Fuoco

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<<Pattioli!>> lo chiamò Alessandro, facendolo girare di spalle all' improvviso. Mauro Pattioli gli rispose con il suo solito sorriso viscido <<È davvero bello rivederti in perfetta saluta, signor Alessandro Virigni>>.
<<Che cosa hai fatto alla mia azienda?>> gli gridò Alessandro prendendo Pattioli dalla giacca e strattonandolo. <<Tu mi hai ceduto le redini dell' azienda! Ora non ti lamentare!>> si difese Pattioli con una palpabile paura negli occhi. <<Tu hai messo in cassa d' integrazione un sacco di persone e io sono stato attaccato senza aver fatto nulla!>> lo accusò Alessandro, spingendolo contro la parete. Tutti in quel corridoio degli uffici amministrativi dell' Azienda Virigni stavano ascoltando e assistendo alla scena impietriti, mentre Pattioli andava a sbattere contro il muro. Si ricompose e poi puntò un dito accusatorio contro Alessandro minacciandolo <<Attento, potrei denunciarti per questo!>>.
Alessandro scoppiò a ridere, gli si avvicinò sfidandolo con gli occhi <<Sarò io a denunciarti, Mauro Pattioli. Intanto mi riprendo le redini dell' azienda!>>. Pattioli sorrise ancora più viscidamente di prima <<Non puoi! Ora appartiene a me, quelle carte che hai firmato sono valide per sei mesi e non strapparle ora>>.
Alessandro si avvicinò a lui, sembrava che stesse per incornarlo, i suoi occhi azzurri lo fulminavano molto da vicino <<Sei un essere viscido e schifoso, Pattioli. Io mi riprenderò la mia Azienda e tu non potrai mai più mettere piedi qui dentro..>>.
<<Che succede qui?>> tuonò una voce autoritaria. Alessandro si voltò e quell' uomo, che avanzava verso di lui, gli richiamò in mente il sogno che aveva fatto quando era stato in coma, dove aveva visto sua madre e suo fratello, quel sogno gli richiamò il diario di sua madre che aveva letto. Aveva sepolto tutto ciò nel letto nel letto del suo coma, ma Christian andando verso di lui, gli permise di tornare in possesso di tutta quella immensa e impressionante verità. Alessandro notò che Christian si era fermato tentennando un attimo, quando aveva guardato in faccia Alessandro. <<Che cosa sta facendo a mio padre?>> chiese furioso Christian ad Alessandro ponendosi al fianco di Pattioli, che si sentì molto più sicuro e protetto con un uomo atletico come Christian al fianco.
<<Tuo padre mi ha truffato. Ha licenziato i miei dipendenti per trasferire la mia Azienda in Albania>> gli spiegò Alessandro non distogliendo lo sguardo dagli occhi di Christian. I loro occhi avevano gli stessi colori. Ad Alessandro non sfuggì che Christian tentennò ancora e lanciò un' occhiataccia a Pattioli.
<<Signor Alessandro Virigni, lei ha firmato dei documenti, con i quali autorizzava mio padre a prendere decisioni importanti sull' Azienda anche autonomamente. Cosa vuole farci ora? È lei il responsabile di questo>> lo sfidò Christian riportando lo sguardo di nuovo su Alessandro.
<<Già, purtroppo mi rendo conto solo ora del terribile errore, che ho commesso. Ma posso rimediamere, ho intenzione di riassumere tutti i miei dipendenti, anche quelli in carcere che hanno tentato di uccidermi, e annullare il trasferimento dell' Azienda, che rimarrà qui. I tempi di Mauro Pattioli in questa Azienda stanno scadendo>> Alessandro scandì parola per parola, poi fissò prima Pattioli e poi Christian e andò via.

Quando Alessandro tornò a casa, trovò Arianna che già studiava sul tavolo traballante. La baciò a lungo per salutarla. <<Come è andata oggi a lavoro?>> gli chiese Arianna, intenta a evidenziare le pagine del suo voluminosissimo libro di storia. Alessandro si voltò verso di lei, le posò le mani sulle sue spalle come se lei potesse donargli tutta la forza, di cui aveva bisogno.
<<Ary, prima che io perdessi i sensi, avevo bevuto tantissimo e lo aveva fatto nella cantina della villa. Lì avevo trovato un baule, conteneva chissà quante cianfrusaglie e tra tutte queste cose ho trovato una borsa di pelle, con dentro un diario di mia madre>> Alessandro si interruppe per un attimo di parlare, poi si sedette di fronte ad Arianna e le loro mani si toccarono e si presero subito. <<Che cosa c' era scritto in quel diario?>> gli chiese Arianna incoraggiandolo con la sua espressione calma e i suoi occhi verdi e profondi.
Alessandro fece un lungo respiro, chiuse gli occhi per un secondo e poi li riaprì continuando il suo racconto <<C' era scritto che mia madre e mio padre prima di sposarsi avevano avuto un figlio. Mia nonna non voleva che tutta la città ridesse loro dietro>> Alessandro notò che dicendo quest' ultima frase Arianna aveva abbassato leggermente lo sguardo, poi riprese <<E così erano stati obbligati a lasciarlo in un orfanotrofio, aspettando il loro matrimonio, quando sarebbero tornati a riprenderlo. Ma il bambino era stato adottato. In questo diario era stato scritto che era stato proprio il bambino la causa della sua morte. Lei aveva incominciato una relazione extraconiugale con un altro uomo ed evidentemente un personaggio misterioso aveva detto al suo amante di farla fuori>>. Alessandro stava già lacrimando, Arianna si alzò dalla sua sedia e si sedette sulle sue gambe, stringendola tra le sue braccia. <<Dobbiamo recuperare subito quel diario, Ale. Dobbiamo portarlo alla polizia, perché il caso di tua madre deve essere di nuovo riaperto>> gli disse lei e poi aggiunse <<È fondamentale poi trovare tuo fratello>>. Alessandro le sorrise e le comunicò <<L' ho già trovato. È il figlio di quello stronzo di Mauro Pattioli, si chiama Christian. Ti prego, amore, vieni con me a recuperare il diario. Da solo non ce la farei mai>>.
Arianna annuì incoraggiante e poi lo baciò a lungo, asciugandogli tutte le lacrime con le sue labbra. <<Stai tranquillo>> gli disse accarezzandogli il viso.
<<Ascolta>> iniziò a dirgli con un tenero sorriso sul viso <<Mia madre ha saputo di noi e che tra poco ci sposeremo. Beh, vedi, vorrebbe per lo meno conoscerti e per questa ragione ci ha invitati da lei stasera. Mica per te è un problema?>> Alessandro la ascoltò con un sorriso leggermente spaventato, poi la abbracciò forte acccarezzandole la pelle che la sua maglia le lasciava scoperta sui fianchi e rispose <<No, certo che no!>>.
Arianna lo abbracciò forte e lo riempì di baci, poi sorrise e ritornò al suo volume di storia.

Al crepuscolo la villa Virigni sembrava ancora più spettrale, Alessandro e Arianna percorsero in auto il tratto sterrato che precedeva l' ingresso nella villa e poi si fermarono a pochi metri dagli scalini, che permettevano di accedere alla villa.
<<Andiamo?>> lo incoraggiò Arianna prendendogli la mano. Lui annuì e scesero dall' auto, lei si avvicinò subito ad Alessandro e gli prese la mano. Perché solo così avrebbero superato l' impossibile. Camminarono su quell' erba, qua e lì c' erano dei bastoni, che l' orda di uomini aveva lasciato cadere fuggendo dalla polizia. Salirono gli scalini, il nastro messo dalla polizia aveva già ceduto, Alessandro estrasse dalla tasca le chiavi e aprì. L' enorme ingresso con la altissima scalinata era quasi interamente bruciato, la moquette che un tempo era stata bordeaux ora era nera e l' effetto fu ancora più sconvolgente, quando accesero le luci. Arianna strinse forte la mano di Alessandro, che sembrava quasi che tremasse e lui la guidò verso il punto in cui quello che sembrava un libro non bruciato ma totalmente carbonizzato era adagiato. Alessandro disperato si piegò per prenderlo, ma il fuoco ormai aveva distrutto il diario di Bianca Virigni, dove era stata descritta la sua vita e la sua fine. <<Vuoi andare anche di sopra?>> gli chiede Arianna. Gli occhi di Alessandro saettarono verso la scalinata, allora ricordò che lui era precipitato da quelle scale e che lui le stava salendo per andare nello studio. Annuì deciso e si diresse verso le scale, lui e Arianna le salirono rapidamente e lui corse nello studio. Il piano superiore non era stato affatto toccato dalle fiamme, perciò lì era tutto intatto, persino quell' arazzo della famiglia Virigni, con quella figura umana avvolta dal fuoco. Sapeva benissimo che vi era una attinenza tra quell' emblema e una frase contenuta in quel diario. Ma non riusciva affatto a ricordare quale fosse.

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