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Alessandro guardava sullo schermo del computer. Non era mai stato nello studio dell' azienda centrale dei Virigni, suo padre lo faceva entrare solo quando era piccolo, ma poi da un certo punto in poi aveva sempre cercato di vietare a suo figlio di entrare lì dentro.
Ad Alessandro sembrava di essere salito su un trono, ma la corona gli stava stretta o forse troppo larga per lui. Si alzò dalla scrivania e andò verso l' enorme vetrata del suo studio, da lì poteva vedere gran parte dei suoi dipendenti al lavoro. "Azienda Virigni: Liquori dal 1928" Alessandro fissò quella scritta, che troneggiava sulla parete di fronte alla vetrata. I suoi occhi azzurri si rivolsero poi ai vari dipendenti, che si muovevano sotto di lui freneticamente come delle piccole formiche laborosiose. Bussarono alla porta. <<Avanti!>> disse Alessandro voltandosi verso la porta, l' aprirono ed entrò la sua segretaria, Veronica. Una donna grassottella, con un tweed verde smeraldo, capelli rossicci e lunghi e occhiali spessi, rettangolari e rossi. <<Signore, c' è qui il signor Pattioli Mauro. Lo faccio entrare?>> chiese con molta educazione la sua segretaria.
<<Si, porta del caffè>> rispose Alessandro, Veronica fuoriuscì e Mauro Pattioli entrò occupando tutta la stanza. Era un uomo molto magro e quasi secco, i capelli brizzolati e resistenti solo sulle tempie, occhi acuti e un naso adunco e quasi da rapace. <<È un onore rivederti, Alessandro. Mi sembra ieri quando tuo padre ti presentò a me, eri un tesoro. A proposito, sono rammaricato per il suo decesso. È una perdita immensa per tutti noi>> biascicò con la sua voce lenta e sibilante.
<<Lo so bene, signor Pattioli. Prego, si sieda qui. Non alla scrivania, ma a queste poltroncine. Ho detto alla mia segretaria di portare del caffè. Le va bene?>> Alessandro lo invitò a sedersi alle poltroncine rosse, che erano posizionate di fronte alla vetrata. Mauro Pattioli si andò ad acciambellare velocemente sulle poltroncine e si posizionò la valigetta di pelle sulle gambe. Alessandro si sedette di fronte a lui. <<Lei è il consulente finanziario della nostra azienda, non saprei a chi altro rivolgermi>> esordì Alessandro, mentre Mauro Pattioli congiungeva le punta delle dita davanti al naso.
<<Io devo essere sincero, ho provato e riprovato ad esaminare tutte le carte di mio padre, ma purtroppo non riesco ancora a entrare nella logica di un' azienda e la Virigni poi è troppo vasta e troppo importante per essere condotta da me>> proseguì Alessandro, Mauro Pattioli lo seguiva con estrema concentrazione commentando con ripetuti <<Certamente>>, <<È logico>>.
<<Ho intenzione di vendere l' azienda e so perfettamente che più volte mio padre ha ricevuto proposte di vendita>> gli disse Alessandro. Mauro Pattioli annuiva, disgiunse le punta delle dita e se le adagiò sulle ginocchia. <<Beh certamente la sua scelta è oculata e saggia, ma se mi permette: cosa ne sarà dei Virigni? Non vorreste mica vivere di rendita per tutta la vita! Che io sappia, a breve ci sarà un matrimonio e ci sarà anche la nascita di un bambino. Allora, cosa fareste dopo?>> gli occhi acuti di Mauro Pattioli erano indagatori, ma anche taglienti.
<<Pensavo di mantenermi grazie alle rendite dei terreni di famiglia>> ammise Alessandro.
<<Tasse, cattive annate, problemi di ogni genere... Come dovreste andare avanti così? So io che via potreste seguire: affidate l' azienda a una persona di fiducia, lui la guiderà al posto vostro scegliendo e agendo in virtù del meglio>> il tono di voce di Mauro Pattioli diventava mano a mano più enfatizzato.
<<Non saprei proprio chi nominare>> sospirò Alessandro.
<<Ci pensi>> Mauro sorrise persuasivo ad Alessandro e poi si alzò in piedi. <<Spero che ci pensi su molto saggiamente>> mormorò in tono subdolo e allusivo. Gli tese la mano, Alessandro gliela strinse. Aveva una mano gelida questo Mauro Pattioli. <<E se la affidassi a lei?>> propose Alessandro come colto da una illuminazione. Un' espressione di enorme soddisfazione strisciò sulla faccia di Pattioli <<Sarebbe per me grandioso>> commentò.
<<Venga domani con tutti i documenti>> gli chiese Alessandro.
<<Certamente>> sibilò Pattioli e poi sgusciò via.

Appena Alessandro entrò in casa, notò che non vi era nessuno. Di Susanna e di Daniela non c' era alcuna traccia, salì le scale di corsa, poi nel corridoio trovò Arianna, che stava lavando per terra. Lei si fermò di scatto, guardando lui come se si fosse mutata in una preda di fronde al suo cacciatore.
<<Continua a fare pure quello che stavi facendo>> le disse Alessandro distogliendo lo sguardo da lei.
<<Scusami!>> gli urlò lei, ma non arrabbiata o spaventata, ma come se stesse gridando al cuore di lui, che ero troppo lontano da lei per ascoltarla.
Fece cadere la mazza a terra, si lanciò verso di lui <<Scusami, Alessandro. Non volevo farti soffrire anch' io! So che le persone che più ami sono quelle che quando ti fanno male ti ammazzano di più, ma ora stai uccidendo la parte di te che io più amo>>.
Alessandro la ascoltò con lo sguardo basso, voleva baciarla, voleva stringerla di nuovo e donarle ancora e ancora tutto l' amore, che possedeva in sé. Sentì molti pezzo di granito sbriciolarsi e cadere giù dissolvendosi, ma il cuore di chi ha sofferto tanto è completamente ricoperto di granito e quelli che erano appena caduti erano sì molti, ma non erano ancora tutti. Tuttavia, una forza lo portò ad alzare lo  sguardo su di lei, incontrò quegli occhi verdi, quegli occhi che per lui potevano bastare a vivere. Si avvicinò a lei ancora di più, erano i suoi occhi verdi a chiamare il suo cuore, le cinse con un braccio i fianchi prendendola anche con forza. Ora le loro labbra erano vicinissime, il profumo e l' odore di lei erano l' ossigeno del suo cuore, Alessandro sentì il proprio cuore purificarsi e pompare amore, mentre altri pezzi di granito andavano via.
Si tese verso di lei e si preparò a baciarla, era certo che quel bacio avrebbe frantumato interamente tutto quel granito, ma si sentì la porta di ingresso aprirsi e lui immediatamente lasciò andare Arianna e le volse le spalle andando via in fretta e girandosi verso di lei solo una volta, la guardò con intensità, fece qualche passo verso di lei, non poteva proprio ignorare quel bacio. Si sentiva disposto a tutto, voleva mettere a repentaglio qualsiasi cosa, non gli interessava più della sua vita, perché era in quel bacio che si sarebbe fermata tutta la sua vita, sarebbe stato come morire per poi rinascere. Fece di nuovo qualche passo verso di lei, ma la voce di Daniela lo fermò chiamandolo <<Amore, sono appena tornata dalla chiesa. Ci sposiamo la prossima settimana! In teoria, non si potrebbe proprio, perché devono passare dei mesi dalle pubblicazioni al matrimonio vero e proprio. Ma con qualche mazzetta sono riuscita a convincere l' impiegato a fare una modifica al database e ad anticipare la data, che compare sulle pubblicazione>> Daniela rise istericamente.
<<Ci sposiamo subito dopo Natale! Non sei felicissimo?>> esclamò Daniela soddisfattissima. Alessandro si girò verso di lei, le sorrise fingendo di essere compiaciuto. Suo viso di Arianna c' era una tristezza incredibile, era la prova che lo amava e Alessandro se ne accorse subito. Avrebbe chiamato subito Mauro Pattioli e gli avrebbe chiesto di concludere la firma sui documenti in giornata e poi avrebbe preso tutti i provvedimenti per trasferirsi a Milano. Avrebbe dovuto farlo molto prima, ma solo ora capiva che quando un amore ti fa soffrire, devi semplicemente allontanarlo da te o allontanarti tu da lui. Stare accanto ad esso è dannoso, perché emana ciò che per il tuo cuore era veleno. Quando si erano conosciuti, era stata lei quella che non sapeva lasciarsi andare, ora quello che non sapeva fare ciò era lui. Questo li separava, insieme a tantissimi problemi, a tutte quelle cretinate umane, che si fanno inseguire e che ti portano lontano da ciò che è veramente importante, ma che tu non hai saputo riconoscere e tenere con te. <<Devo fare una telefonata>> disse a Daniela congedandosi, andò nel suo ufficio, digitò il numero di Mauro Pattioli e attese.
<<Pronto?>>
<<Sono Alessandro Virigni. Venga subito a casa mia con i documenti, firmiamo oggi stesso>>.
<<Arrivo entro una mezzoretta. È stata una scelta molto saggia questa, signor Virigni>>.
<<Già. È l' unica cosa che io abbia potuto scegliere nella mia vita>> commentò Alessandro e salutò Pattioli chiudendo il telefono.
Uscì dalla camera, si sentiva deluso da se stesso e arrabbiato. Arianna in quel momento stava apparecchiando la tavola, Alessandro le passò da affianco, la guardò in faccia. Lei ricambiò con uno sguardo intimorito.
<<NON MI OCCUPERÒ PIÙ PERSONALMENTE DELLA MIA AZIENDA, OK?>> le gridò contro infuriato. <<È questo che vuoi?>> le chiese lei intimorita. Lui annuì deciso, lei sistemò una forchetta, poi i suoi occhi azzurri si posarono su di lui. Alessandro si sentì un' energia diverse addosso, come se quegli occhi fossero la fonte di forza del suo cuore, capì in quel momento che la palestra del nostro cuore sono gli occhi di chi amiamo. Se avesse avuto quegli occhi a dargli forza per tutta la vita, non avrebbe mai firmato. Purtroppo sapeva che non li non avrebbe avuti su di sé per tutta la vita e non li aveva neppure in quel momento, quando firmò sotto il sorriso sardonico di Mauro Pattioli.

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