Scambi di Identità

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Christian si sveglio che doveva essere appena l' alba. Se ne accorse, perché oltre il vetro della finestra faceva capolino una luce arancione e debole, che filtrava e si posava nella stanza. Persino sul capezzolo di Livia si soffermava la luce dell' alba. Christian la osservò per un po': i suoi capelli scuri sparsi in maniera disordinata sul cuscino, gli occhi liberi dagli occhiali, un seno scoperto e l' altro nascosto a malapena sotto il lenzuolo. Non era mai sembrata così bella Livia davanti agli occhi di Christian, che subito dopo essere uscito da casa di Fiamma con il cuore trafitto dal tradimento, aveva telefonata a Livia e le aveva detto di prepararsi, perché la stava andando a prendere. L' aveva portata in quella camera d' albergo e mai prima di allora lui e Livia avevano fatto tutto quel sesso. Avevano passato tutta la notte a sbattersi, cambiando mille posizioni e soddisfandosi come mai prima di allora. Christian osservò ancora Livia, che si era voltata verso di lui e ora dormiva scomposta con le mani sotto la testa, nel movimento si era scoperto anche l' altro seno. Christian uscì dal letto, girò nudo per la stanza cercando tutti quei vestiti, che aveva scagliato per terra mentre si spogliava la sera prima. Posò tutti i vestiti sul letto, separando quelli di Livia dai suoi, poi con quelli propri appallottolati e in mano si avviò nel bagno. Chiuse la porta e si infilò sotto la doccia. L' acqua fredda lo colpì e lui rimase lì sotto, con gli occhi chiusi e la mente stravolta da quei pensieri. Fiamma lo tradiva, andava a letto con altri uomini, non era solamente sua. Questo pensiero non riusciva a trovare pace in Christian. Lui aveva sempre creduto che lei lo amasse e Fiamma più di una volta gli aveva sussurrato su quelle lenzuola parole d' amore. L' idea che lei potesse riferire le stesse parole ad altri uomini lo gettava in una crisi immensa. Per tutte le volte che in quella notte aveva penetrato Livia, aveva immaginato di possedere Fiamma. Non amava Livia, quando solitamente lo faceva con lei era sempre molto sbrigativo e finiva per limitarsi a un qualcosa di molto semplice, perché non trovava in Livia nessun motivo per spingersi sempre al di là del piacere. Quella volta invece, aveva finto di essere con Fiamma e ogni volta il piacere aveva avuto un confine in più da superare. Fiamma aveva immaginato di fare l' amore con lui, mentre era tra le braccia di Tancredi? O cosa peggiore di tutte: aveva fatto l' amore con Christian immaginando di trovarsi tra le braccia di Tancredi? Christian si sentì mancare, quel pensiero era capace di ucciderlo. Uscì dalla doccia, si cinse i fianchi con un asciugamano e uscì dal bagno. Livia era ancora perfettamente addormentata, Christian accese il suo telefono e sperò che Fiamma lo avesse contattato con un SMS o magari telefonato. Nulla di tutto questo. Decise di mandarle un messaggio "Voglio vederti per parlare". Restò a fissare lo schermo, sperando sempre di più che lei gli rispondesse, finché non sentì uno sbadiglio seguito da un <<Buongiorno amore!>>. Livia si era svegliata, aveva sollevato il busto e sorrideva a Christian.
<<È stata la notte più bella della mia vita..>> commentò lei, stiracchiandosi. Christian seguì le curve dei suoi seni allungarsi, mentre lei si stiracchiava. Si, senza dubbio Livia sarebbe stata la madre perfetta dei figli di Christian Pattioli, ma non di Christian Virigni.
Christian si sentiva scampato alle fiamme, ma comunque un uomo di fuoco. Si avvicinò al letto e si sedette sopra, Livia non aspettava altro: gli saltò addosso iniziando a riempirlo di baci e facendo scivolare le sue mani sul petto e l'addome di Christian fin sotto all' asciugamani, dove inevitabilmente scattò l' erezione.
Christian sentiva il corpo leggero ed eccitato di Livia muoversi sul suo. Lei voleva ricominciare, ma a Christian non andava neanche di fare una di quelle loro cose rapide, era troppo turbato per Fiamma per fingere di trovarsi a letto con lei annullando del tutto Livia.
<<Amore, ora dobbiamo andare via>> Christian tentò di staccarsela di dosso, ma lei continuava a baciarlo e a strusciarsi addosso. <<Amore, no dai>> disse con un tono molto più deciso Christian riuscendo a staccarsi da Livia e ad alzarsi dal letto. L' erezione faceva sollevare l' asciugamano. <<Ma perché?>> protestò Livia. <<Si vede molto bene che hai voglia anche tu!>> disse Livia tornando a usare il tono da bambinetta e indicando il pene eretto sotto l' asciugamano.
<<Scusami, Livia. Ma ora è davvero tardi>> disse con tono risoluto Christian. Di pazienza Livia ne aveva moltissima, fece un sorriso, si era arresa. Livia scrollò le sue spalle ossute ed esclamò <<Tanto abbiamo una vita davanti>>. Si alzò in piedi e camminò nuda verso il bagno, non chiuse la porta e Christian sentì il rumore dell' acqua, che scrosciava nella doccia. Christian sollevato andò verso il letto e si sdraiò, con le braccia dietro alla testa che gli facevano da cuscino, guardava il soffitto rosa antico, poi controllò il suo cellulare, ma Fiamma non aveva ancora scritto nulla. Livia tornò in camera nuda e totalmente bagnata, guardò a lungo il corpo seminudo di Christian, che le faceva venire voglia e la eccitava ancora di piú. Livia amava da morire Christian, le piaceva da sempre ed era stato un vero e proprio miracolo, quando lui quella sera le aveva chiesto di uscire insieme e poi la aveva baciata. Livia guardò Christian, aveva lo sguardo perso chissà dove e lo distoglieva da chissà quali pensieri solo per guardare il suo cellulare. Di una cosa Livia era certa, tra quei pensieri lei non era contemplata.
La suoneria del telefono di Christian sostituì quel silenzio imbarazzante, che aleggiava tra quei due promessi sposi, che si preparavano a sposarsi. Christian afferrò immediatamente il telefono, fu una delusione per lui leggere il nome di suo padre e non di Fismma.
<<Pronto, papà...>>
<<Ciao papà, è successo qualcosa?>> gli chiese Christian. Suo padre lo chiamava molto raramente e per telefonargli alle 7:00 di mattina doveva proprio esserci qualcosa di grosso. Anche se la sua voce era euforica.
<<Oooh una bomba! Ma dove sei stato stanotte?>>.
<<Ho preso una camera in albergo  con Livia. Papà, non tenermi sulle spine, dimmi che cosa è successo!>>.
Mauro Pattioli ridacchiò e poi finalmente si decise a raccontare <<Questa notte il giovane e affascinante Alessandro Virigni ha ucciso una delle tante sgualdrine, che si portava a letto. È stato beccato nella camera di Daniela Ferrante con un pugnale in mano e il cadavere della vittima. È stato messo al gabbio, perciò ora è proprio fuori gioco!>> mentre Mauro Pattioli ridacchiava gongolante, Christian sentì dentro di sé una sensazione pesante e vischiosa scivolargli nelle viscere e travolgere ogni cosa come se fosse uno tsunami. <<Non è possibile..>> disse incredulo.
<<E invece si! È stato beccato dalle domestiche della casa. Pare che lui neghi ancora, ma ci sono prove schiaccianti ormai. Inoltre, io conosco perfettamente l' investigatore che si occupa del caso. Non ci sono tracce di altre persone in camera, le uniche impronte digitali sul pugnale sono quelle di Alessandro Virigni. Aveva anche il movente: Daniela Ferrante aspettava un figlio da lui e Alessandro non lo voleva affatto!>> Mauro Pattioli era incredibilmente gongolante.
<<A me Alessandro ha detto che si sarebbe occupato del bambino, invece..>> si fece sfuggire Christian. la risata gongolante di Pattioli si gelò subito e la sua voce diventò furiosa e molto sospettosa <<Alessandro ti ha detto? Siete diventati così confidenti se neanche vi conoscete?>>.
<<Si, papà, ci siamo ritrovati al bar dell' Azienda e abbiamo chiacchierato un po'>> mentì Christian sperando di riuscire a convincere suo padre, che tacque. <<Va bene, ora vado. Ci vediamo a casa, Christian>> lo congedò suo padre e chiuse la telefonata. Christian non riusciva proprio a crederci, non conosceva molto bene Alessandro, ma non lo riteneva affatto capace di uccidere una persona.
Christian iniziò subito a vestirsi, Livia lo guardava incuriosita, ma Christian non aveva affatto voglia di ripetere che Alessandro aveva ucciso una donna. Quella notizia lo sconvolgeva già tantissimo.

Erano le 7:30, ma Christian si attaccò con il dito al campanello di sua zia Susanna, non si staccò un attimo. Quando lei aprì la porta, aveva i bigodini ai capelli, una vestaglia consumata e verde acqua e una faccia sconvolta. Christian irruppe dentro senza neppure salutarla. <<Zia, so che Alessandro è mio fratello. L' hanno arrestato e ora sono solo. So che tu sei a conoscenza della verità, perciò non mentirmi, ti prego>> le disse guardandola dritta negli occhi.
<<Alessandro ha letto un diario, in cui nostra madre parlava chiaramente di me: il bambino adottato da Mauro Pattioli. Perché mi hai mentito parlandomi di una neonata?>> le domandò furioso. Sua zia si sedette su una sedia, lo guardò con dolcezza e gli disse con calma <<Non ti ho mentito, Christian. Io aiutai Bianca a partorire e io presi per prima in braccio sua figlia. Alessandro ha letto un diario, giusto? Quel diario ha mentito. Bianca scriveva un diario, ma dopo la nascita di sua figlia, ricopiò il contenuto del vero diario su un altro alterando del tutto la verità. Scrisse di un figlio maschio per salvare sua figlia depistando sua suocera, che pretendeva che rispettassero quel rituale. Suo marito Carlo voleva solo inizialmente dare alle fiamme quel bambino, ma poi cambiò del tutto idea. Mi dispiace, Christian. Tu non sei quel bambino. Quel bambino è una femmina. Non ti sto mentendo>>. Christian si sentì mancare, indietreggiò sbattendo contro la parete e facendo cadere a terra alcuni quadretti appesi.
<<Dov' è il vero diario?>> le chiese.
<<Bianca mi fece giurare che lo avrei dato a sua figlia, quando lei avrebbe compiuto 18 anni e io ho realizzato l' ultimo e il più grande desiderio della mia signora>> rispose Susanna.
<<Quindi tu conosci la vera Virigni?>> le domandò Christian con la voce, che tremava. Susanna lo guardò a lungo e poi lentamente annuì.
<<Dimmelo. Voglio saperlo, ti giuro che non lo dico a nessuno>> le disse Christian con un tono duro, anche se quasi tremava e si stava accasciando lungo la parete.
Susanna non rispose subito, teneva lo sguardo fisso su Christian.
Piegò la testa, guardandosi le mani e ricordando quel momento: la ragazza aveva i capelli legati in una treccia, non assomigliava molto a sua madre, aveva i tratti di sua nonna paterna, ma era incredibilmente bella, forse solo lo sguardo aveva ereditato da sua madre, ma non i suoi occhi azzurri. Quella ragazza usciva da scuola, le sue amiche la seguivano con dei palloncini verdi, perché era il giorno del suo diciottesimo compleanno. Susanna la aveva aspettata, poi le era andata in contro. La ragazza doveva essere stata ben educata nella sua nuova famiglia, aveva sorriso a Susanna, pur non conoscendola. E poi Susanna le aveva dato quel diario, lei lo aveva aperta alle pagine più importanti e la ragazza aveva letto. Sulla faccia della ragazza era apparsa una espressione triste, sorpresa, ma comunque bellissima.
<<Vuoi proprio saperlo?>> gli chiese Susanna, Christian era seduto per terra, la testa tra le mani, la sollevò per guardare Susanna e per annuire <<Ho il dovere di saperlo, zia. Ti prego, dimmelo>>.
Susanna fece un grande respiro, poi schiuse le labbra e rivelò.

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