La Perfezione

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Quante altre volte Christian aveva sentito parlare di Alessandro Virigni e quante volte lo aveva visto passare con quel suo atteggiamento fiero e da ricco, che crede fermamente che tutto il mondo sia suo e che ogni cosa gli sia dovuta. Ora però Alessandro Virigni era nella sua mente una persona del tutto diversa, si sentiva stranamente e misteriosamente vicino a quel ragazzo, come se fossero legati e non solo da quel pensiero, che ruotava incessantemente nella mente di Christian, ma per un qualcosa di diverso e di profondo, talmente profondo, che lui non riusciva affatto a spiegarselo. Livia gli accarezzò il braccio e lui trasalì come spaventato.
<<Amore, a cosa pensi?>> gli chiese con la sua voce velata e densa di mielosità. La guardò cercando di apparire tranquillo e sereno, i capelli scuri e lisci di Livia davano un senso di pace e calma così forti, che era assolutamente impossibile non lasciarsi condizionare. I suoi occhi nocciola incorniciati dai suoi occhiali perfetti sembravano già pronti per accarezzare un bambino, stringerlo sl seno e allattarlo.
<<Va tutto bene>> rispose con un sorriso calmo Christian, mentre suo padre discuteva animatamente con il padre di Livia, un ragioniere dalla vita perfetta: lavoro ben retribuito, moglie con un talento innato per i manicaretti, una figlia adorabile e ben educata e un figlio che per la sua bravura e dedizione allo studio era riuscito a vincere una borsa di studio addirittura ad Harvard e stava per diventare un futuro luminare della Medicina. <<Cristiano, tra poco prendiamo la torta, che ha portato la mamma di Livia>> lo avvisò sua madre con un sorriso mellifluo e complice. Si erano messi d' accordo e avevano ripetuto a lunghi in merito a quella sorpresina, che sarebbe giunta assieme al solito dolce alla crema al pistacchio, che la madre di Livia portava continuamente in occasione di queste cene. Christian annuì e sua madre si voltò verso Livia e sua madre per parlare di nuovo dei migliori negozi di abiti da sposa della città. Era una sceneggiata perfetta: Christian doveva ancora fare la proposta di matrimonio a Livia, eppure loro già parlavano di strascichi, confetti e veli, perché tutti sapevano della sorpresina, sapevano che Christian avrebbe estratto dalla tasca l' anello con il diamante, si sarebbe inginocchiato davanti a Livia e le avrebbe chiesto di diventare sua moglie. Il telefono gli vibrò nella tasca, lo estrasse e cercando di non dare nell' occhio lesse il messaggio, che gli era giunto. Era di 'Filippo Didimo', ovvero il nome finto che usava per nascondere la vera identità del possessore di quel numero: Fiamma. "Ti stai divertendo alla cenetta con i tuoi futuri suoceri?" Christian scoppiò a ridere davanti a quel messaggio, tutti si voltarono verso di lui e si giustificò dicendo <<Scusatemi, ma è un mio collega, che mi ha detto che si è fratturato la gamba scivolando su una foglia, sotto la quale c' era una cacca di cane>>. Sua madre lo guardò quasi con sdegno, Christian si rese conto troppo tardi di aver usato una giustifica non sbagliata, ma sbagliatissima. <<Cristiano, non è bello parlare di queste cose a tavola. Dai, su>> lo rimproverò lei, cercando di apparire giusta e non troppo severa nei confronti del figlio. <<Su, cara, servi il roast - beef ora. Valerio e Silvana devono assolutamente assaggiarlo, è la tua specialità!>> intervenne Mauro Pattioli, facendo comparire un finto sorriso compiaciuto e imbarazzato sul volto della moglie. I genitori di Livia avevano assaggiato mille volte quel roast beef, che non aveva alcun sapore speciale, ma era assolutamente nei limiti del commestibile, però finsero di essere curiosi di assaggiare questa millantata prelibatezza. Livia per interpretare il ruolo dell' ospite perfetta scattò in piedi e si propose subito di aiutare la madre di Christuan, la quale dapprima interpretò il ruolo della padrona di casa perfetta dicendo che non c' era bisogno di alcun aiuto, ma poi accettò davanti alle insistenze di Livia. Christian approfittò per mandare un messaggio di risposta a Fiamma "Da morire. Siamo al secondo, tra poco arriva il dolce!". A Fiamma aveva raccontato tutto, lei gli aveva sorriso con quella sua espressione così bella e soprattutto così ribella e gli aveva detto <<Sei tu l' unico che ti costringe a farlo. Perché sostieni tutto ciò?>>. Non era riuscito a risponderle Christian, si pose da solo quella stessa domanda. Purtroppo spesso siamo prigionieri di noi stessi e di quei desideri, che non appartengono affatto a noi. Livia e la madre di Christian servirono nei piatti il roast beef caldo e fumante accompagnato da un ricco contorno di piselli. Iniziarono tutti a mangiare mugugnando come delle mucche, mentre masticavano e ingoiavano quella carne. La madre di Livia volle addirittura chiedere la ricetta per segnarsela su un' agenda rosa con farfalline variopinte e smiles giallo limone. Dopo il roast beef giunse il momento tanto atteso della frutta, in cui la tavola fu riempita con frutti della passione e macedonie di fragole, nonostante quel frutto fosse fuori stagione. Christian percepì la vibrazione di un nuovo messaggio, visualizzò. Fiamma gli aveva scritto "Se per te quello è il dolce, gustalo pure!". Christian le inviò invece "È vero che per me andrai a dormire tardissimo stasera?".
La risposta di Fiamma giunse in un secondo "Per te resterei sveglia per sempre, tanto riuscirei a sognare lo stesso! Ti aspetto...". Christian sorrise, la madre di Livia pensò che stesse sorridendo per quello di cui stavano parlando. Livia era già passata all' argomento 'figli' e stava raccontando che le sarebbe molto piaciuto comprare un fasciatoio, che aveva visto in una vetrina e che secondo quanto diceva una sua collega da poco mamma era un accessorio perfetto. Christian finse di essere anche lui molto interessato. Sapeva che in quella famiglia perfetta sarebbe stato subito atteso un neonato, anche perché Livia nonostante fosse magrolina e quasi ossuta sembrava una di quelle donne fertilissimi e desiderose di concepire un bambino. Fiamma aveva scarsissime probabilità di rimanere incinta invece, glielo aveva detto in uno dei loro primissimi incontri, mentre Christian cercava di aprire la bustina del preservativo. Gli ave a detto chiaro e tendo che dalla madre, che non aveva mai conosciuto, aveva ereditato un problema fisico, che abbassava drasticamente le possibilità di concepire un bambino rendendole quasi un miracolo. Infatti loro due non usavano mai il profilattico e questo rendeva il tutto ancora più eccitante e passionale.
<<È il momento del dolce!>> annunciò la madre di Christian, battendo un cucchiaino su un bicchiere di vetro. Christian sapeva benissimo che quello era il suo momento, appena sua madre posò sul tavolo la torta della madre di Livia e la propria ciambella, si mise una mano in tasca per estrarre l' anello. Il pacchettino però cadde a terra rotolando sotto la credenza. La madre di Christian scoppiò in una forzatissima risata per cercare di nascondere l' imbarazzo e il gelo, che erano calati nella stanza. Christian si mise inginocchiato e tastò sotto la credenza, finché non toccò il velluto del pacchetto, in cui c' era l' anello. Lo prese e lì sopra si erano attaccati pezzi di carpia, cercò di toglierla strofinando il velluto contro la manica della giacca, poi aprì il pacchetto e lì dentro l' anello si era rovesciato. Lo toccò con due dita e lo girò verso Livia dicendole senza emozione nella voce <<Livia, mi vuoi sposare?>>. Il silenzio imbarazzato nella stanza mutò in un <<Ooooh>> di mielosità. <<Si!>> esclamò quasi isterica Livia, afferrando l' anello e infilandoselo all' anulare.

Christian propose a Livia di accompagnarla lui a casa. Sapeva cosa gli sarebbe costato: appartarsi in auto con lei per fare una scopata veloce, ma l' accompagnarla era solo la scusa per passare poi da Fiamma.
<<Avete fissato le nozze?>> gli chiese lei stuzzicandolo e sedendosi in maniera sensuale sul divano. Aveva i capelli rossi legati in una treccia e indossava la sua vestaglia nera, quella che lasciava intravedere ogni cosa. <<Non ancora. Tu sarai invitata>> le rispose Christian, sedendosi accanto a lei. Fiamma iniziò a palpeggiargli il pene da sopra il pantalone, mentre lo sbaciucchiava sulle labbra. <<Io vengo solo se mi fai fare la sposa>> gli disse lei, staccandosi lievemente dalle sue labbra. Christian non resisteva affatto, le tolse la vestaglia e le strinse i seni nelle mani mordendole i capezzoli e sentendola gemere sia per il piacere che per il dolore. Lei gli sbottonò la camicia, gli leccò il petto e gli slacciò il pantalone, mentre il suo corpo bolliva chiamando il suo. Finirono sul letto di lei, quel letto che era sempre sfatto al contrario di quello di Livia su cui capeggiavano sempre due orrendi peluche. Christian le entrava dentro, muovendosi su di lei e afferrandole il pube, mentre le mani di lei gli stringevano i polsi anche graffiandolo, ma solo per spronarlo a continuare così. Christian sapeva benissimo che Fiamma era innamorata di lui per quello che era e che non lo avrebbe mai voluto perfetto, perché se fosse stato perfetto, non sarebbe stato mai l' uomo che amava. Lui forse si era innamorato di lei per questo, perché Fiamma lo voleva così e addirittura non le bastava mai per quello che era. Lei gli prese il pene in bocca, mentre lui le teneva stretti i capelli e guardava il suo corpo a quattro zampe teso verso di lui. Fiamma tendeva a lui, non a un' immagine idealizzata di lui. Christian stava per venire, la prese per i fianchi e la girò verso di lui infilandoglielo da dietro accarezzandole i fianchi e strusciando il suo petto contro le curve e la pelle della sua schiena, mentre un dito si attorcigliava tra i suoi capelli. Non era solo lei a tendere a lui, loro erano più uniti di quanto potessero credere. Vennero entrambi, poi Christian si sdraiò sul letto e si addormentò con lei, che gli baciava il petto. Sarebbe rimasto lì quella notte, non gliene importava di nulla.

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