Cuore spezzato

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L' incidente, che aveva spento le vite di Vincenzo Ferrante e della sua giovanissima amante, aveva portato in città un grandissimo trambusto. Non si parlava d' altro, si spettegolava sull' infedeltà di Ferrante, che aveva una relazione extraconiugale con una ventenne. Era stato criticato, ne avevano riso tutti, ma neanche una persona si era risparmiati i gremitissimi funerali. Arianna non era andata, così mentre tutta la città in un particolarmente assolato pomeriggio autunnale si era finta triste, lei si era sentita schifosamente allegra. Lei e Luca avevano iniziato a sentirsi da un po'. All' inizio semplici SMS che lui le inviava per cose di scuola, poi messaggi sempre più privati. Quello che era stato il suo quasi eterno sentimento per Luca si era risvegliato e ovviamente non poteva affatto accettare la presenza di un altro, cioè Alessandro. Arianna non avrebbe mai negato di aver amato quel loro gioco, di aver goduto nel farlo e di essersi lasciata incantare da esso. Ora però, lei sentiva questo gioco diventarle un peso, proprio perché a una parte di lei sembrava che ormai la sua vita andasse in un' altra direzione rispetto a quella di Alessandro Virigni. La sua vita aveva incrociato il Principe e forse per sempre per lei Alessandro avrebbe rappresentato ben due diverse cose: Il Principe e Alessandro Virigni. Amava il Principe, ma non amava Alessandro Virigni. E tra il gioco del Principe e il suo tenero sentimento per Luca preferiva il sentimento.
"Sei libera?" Le aveva scritto Alessandro, Arianna restò per un attimo incerta sul da farsi guardando la luce del cellulare sul suo volto.
"Devo finire di studiare." Il punto tattico accostato a una vera e propria menzogna, aveva appena finito di tradurre la gigantesca versione di greco e ora era libera.
"Il mio cuore e la mia pelle ti reclamano" insisté lui. Arianna non si era ancora decisa a mollarlo, era dalla Pineta dei Sospiri che non giocavano. Immaginò un' ultima volta, un modo per dirgli addio, ma immaginò anche un' ultima prova da dare a se stessa per scegliere tra il Principe e Luca. Scrisse la sua risposta non pensandoci, perché così sceglieva meglio "Ti aspetto tra mezz' ora". Si fece una doccia molto rapida, si truccò alla bell' e meglio e indossò una semplice gonna e una camicia rosa confetto.

Alessandro la aspettava sotto casa sua, non sembrava affatto un Principe quel giorno, nonostante fosse bellissimo. Aveva una tuta blu notte, Arianna appena lo vide sentì il proprio corpo tendere al suo come calamite. <<Andiamo a casa tua?>> gli chiese lei posando la mano sulla sua gamba e poi nell' interno coscia, sentì subito il suo membro emanare calore e irrigidirsi. <<Qui ci venivo da piccolo, capirai perché ho la tuta>> rispose lui. Lasciarono la città, percorsero una strada extraurbana, poi svoltarono nei pressi di un centro commerciale immettendosi in una via serrata. Iniziava a essere sempre più scuro il cielo del crepuscolo, che spegneva il cielo e accendeva le stelle. Entrarono in quello che era un grande cancello di legno, delle luci rischiaravano gli alberi e l' edificio, che si ergeva tra essi. <<Cos' è?>> gli chiese Arianna, quando si fermarono davanti a questa casa quasi triste e molto malinconica. Alessandro le prese la mano e se la portò alle labbra, sentì il loro odore e lo gustò donando a quella mano un guanto di baci. <<Io sono nato qui. È la vecchia 'Villa Virigni'. Avevo pochissimi mesi, quando ci trasferimmo nell' altra Villa. Questa è rimasta per lo più abbandonata a se stessa per circa venti anni, ora mio padre l' ha fatta aggiustare. E capisco anche il perché. Qui si respira aria sana, dunque se sei malato, qui hai tutto ciò che ti necessita>> Alessandro finì di spiegare, poi aprì lo sportello e uscì fuori dalla sua auto, andò verso lo sportello di Arianna per aprirglielo con galanteria, ma lei era già scesa.
<<Vieni>> la invitò e la condusse per mano verso l' edificio, aprì con le chiavi la porta e si ritrovarono dentro. Sembrava di essere entrati in uno spazio infinito, era tutto gigantesco, vi erano oggetti stipati alla rinfusa: mobili incelofanati, quadri appesi a far la muffa, il simbolo dei Virigni inciso dappertutto, un lampadario di cristallo appeso sul soffitto con la ragnatela, che pendeva abbondante. Nonostante quel caos di oggetti, lì dentro si respirava solo polvere e un indescrivibile senso di vuoto, il freddo penetrava fino alle ossa. Alessandro non appena ebbe chiuso la porta, si gettò su di lei, baciandola con foga. Lei non si lasciava baciare, socchiudendo gli occhi e sentendo il calore delle labbra e della pelle di lui scioglierle quel freddo, che sentiva addosso. Arianna con le sue dita febbrili lo spogliò, desiderando solo il contatto con la sua carne. Lui intanto le esplorava il corpo, accarezzandole le parti intime e spogliandola, poi la prese in braccio e la distese su un divano. Arianna provò un immenso piacere, quando lui si distese sul divano con lei e iniziò a leccarle la femminilità, infilando due dita in lei e strusciandole sulle pareti della sua vulva. Lo faceva come non lo aveva mai fatto, Arianna iniziò subito a gemere premendosi e accarezzando i suoi seni. La voglia non la aveva mai posseduta così tanto prima, ciò che ora voleva era il suo corpo fosse posseduto in toto dal suo principe, voleva sentire i muscoli del suo petto strusciare sul suo corpo, mentre la penetrava senza mai fermarsi. <<Prendimi, Principe>> gli mormorò tra i gemiti. Lui allora si spinse su di lei, le baciò e leccò i seni e poi si dedicò alle sue labbra. Arianna si lasciava baciare, ma voleva sentirsi penetrare da lui, lo abbracciò, ricambiò i baci e poi trattenne il respiro, quando finalmente lui entrò in lei. In un primo momento stette fermo dentro di lei, concentrandosi solo sui baci, ma poi iniziò a spingere, entrando e uscendo. Ora anche il Principe gemeva e lo faceva sempre più forte, mentre il suo corpo muscoloso ed eroico avvolgeva il corpo di lei. Non si poteva neanche parlare di due corpi distinti con due proprietari diversi, perché era un unico corpo, poiché persino le loro anime ora erano una sola cosa. Lui venne prima, uscì da lei e le donò l' orgasmo leccando la sua femminilità, che ardeva.
<<Cosa mi doni?>> le chiese lei, distesa su di lui, ancora nudi e soprattutto silenziosi sul divano. Lui le rispose senza neppure pensarci <<L' amore. Ora tocca te>>. Stesa così com' era, Arianna poteva sentire il battito del cuore del suo Principe, si sollevò su di lui, i loro occhi ora si incrociavano, alle spalle di Alessandro vi era un quadro con il simbolo dei Virigni. Lei abbassò lo sguardo sul suo Principe, si rese conto che per lei lui era di nuovo Alessandro Virigni e i loro cuori ora non erano più vicini, anzi i loro battiti neanche potevano ascoltarsi reciprocamente. <<Ti regalo la Tristezza>> rispose lei, con un gesto che ad Alessandro parve fatto al rallenty, lei si rialzò e iniziò a rivestirsi.
<<Cosa fai?>> le domandò lui scattando, mettendosi seduto sul divano e guardandola con gli occhi sgranati e le lacrime sui suoi occhi azzurri, che possedevano già la tristezza di chi ha capito già tutto.
<<Alessandro, io non posso più continuare questo gioco. Credo di amare un altro>> gli disse lei, cercando di non ascoltare i suoi battiti del cuore talmente agitati, che sembravano essere quelli di lui.
<<Quindi per te è finita qui?>> le chiese lui, come se non avesse capito bene o come se non avesse neanche sentito.
<<Si, scusami>> disse lei con un sorriso triste.
<<Io ho bisogno di te, perché sei la cosa che amo di più>> le disse lui alzandosi in piedi e prendendole la mano. <<Scusami, Alessandro, non voglio farti soffrire>>.
<<Ma è quello che stai facendo>>.
<<Non posso ricambiare il tuo amore solo per pietà>> si schernì lei.
<<Ma non negare di desiderarmi. Io leggo nei tuoi occhi che provi qualcosa per me>>.
<<Come puoi leggere qualcosa nei miei occhi, se sto piangendo?>> gli chiese lei facendo un passo indietro.
<<Le tue lacrime sono le lettere, che compongono quella frase, quella che ti lega a me, che mi fa capire che mi ami. Se non vuoi ascoltare il tuo cuore, ascolta il mio. Tanto ormai sono la stessa cosa!>> ormai Alessandro piangeva e sembravano azzurre come i suoi occhi le sue lacrime.
<<Addio Principe>> lo salutò lei.
<<Sei la persona che amo di più, sei quella che ora mi sta uccidendo. Ma sappi che se tu vorrai tornare da me, mi sarò capace di rinascere dopo esser stato ucciso da te. Ti amo, Arianna>> le disse lui, ma Arianna gli accarezzò una guancia e si voltò, era consapevole di avere alle sue spalle un cuore spezzato.

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             •FINE PRIMA PARTE•

I Gemiti del PrincipeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora