Cuore di Vernice

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Quando Arianna entrò nella camera di Alessandro, lui era in piedi e si stava abbottonando la camicia.
<<Ti prego lasciala sbottonata>> gli disse Arianna, lui le andò in contro e la accolse con un lunghissimo bacio. Restarono avvinghiati a lungo talmente tanto, che sembrava che si stessero per fondere i loro corpi. Un colpo di tosse li fece separare, il primario era davanti a loro con le braccia dietro le spalle e il suo solito sorriso paziente sul volto. <<Disturbo per caso?>> chiede sardonico.
Alessandro e Arianna si separarono molto imbarazzati, il primario fece finta di nulla <<Alessandro, è vero che ti sei ripreso alla grande, ma ti prego di fare particolare attenzione. Non hai avuto una sciocchezza e hai rischiato grosso. Niente stress, niente fatiche colossali e ti raccomando riposo assoluto. Hai capito tutto?>>. Alessandro annuì, il primario allora sorrise <<Va bene. Allora puoi andare, buona fortuna per tutto!>>.
<<Grazie mille>> risposero quasi all' unisono Alessandro e Arianna, il primario si congedò con un sorriso, poi si voltò e andò via.
<<Dove andiamo ora?>> gli domandò Arianna, cercando di aiutare Alessandro a trasportare il suo borsone. Lui rifletté e poi scrollando le spalle disse <<La vecchia villa è andata a fuoco, quindi è da escludere. Nell' altra villa non mi va di andare. Ci sarebbe il monolocale in centro, però prima dovrei andare a prendere le chiavi. Vorresti venire con me?>>.
<<Io sono già con te>> gli rispose Arianna e si baciarono a lungo.

Il monolocale era in pieno centro e all' ultimo piano di un palazzo senza ascensore. Alessandro e Arianna iniziarono a salire quelle scale ripide e alte, a lei cominciò subito a mancare il fiato. Alessandro invece era molto più abituato a fare sport rispetto ad Arianna. Lui le diede un colpetto affettuoso sul sedere, poi iniziò a correre ridendo per le scale. Arianna allora prese a salire più in fretta per raggiungerlo e poi quando entrambi arrivarono davanti alla porta, lui l' afferrò e ripresero a baciarti.
<<Sei pronta a vedere il nostro nido d' amore?>> le chiese lui. Lei annuì. Alessandro estrasse le chiavi dalla tasca e le infilò nella toppa, girò un paio di volte e dopo un colpo secco riuscì ad aprire quella porta, che sembrava anche piuttosto datata.
Se la porta era vecchiotta, l' interno era messo anche peggio: c' erano pochissimi mobili e sembravano tutti sul punto di sbriciolarsi perché erosi dal tempo, le pareti spoglie avevano ingenti incrostazioni di vernice e solo un muro sembrava essere pitturato, proprio sotto quel muro vi erano numerosi secchi di vernice, uno dei quali era addirittura scoperchiato. I mobiletti della cucina avevano tutti le maniglie e i pomelli rotti e la maggior parte erano mancanti. Quello che doveva essere il divano letto era ricoperto da un plaid rosso, mentre il tessuto era rattoppato e lacerato dappertutto. <<Per favore ditemi che ho sbagliato casa e che questa non è assolutamente la mia>> commentò Alessandro entrando nel monolocale e fermandosi al centro di esso con una faccia disperata.
<<Secondo me è bellissimo!>> ribatté Arianna gioiosa. <<Dimmi che stai scherzando>> le disse Alessandro, guardandola con un' espressione più che esasperata. <<Ma dai, Ale, non è il massimo, ma è bellissimo! Bisogna fare solo dei piccoli lavoretti e poi sai cosa bisogna fare con questo monolocale?>>.
<<Cosa?>> le chiese Alessandro. Lei lo baciò e poi gli rispose con un sorriso malizioso <<Riempirlo d' amore!>>. Lei si staccò un attimo da lui, che le cinse la vita con le braccia e la tirò verso di sé prendendo a baciarla a lungo ed esplorando quel corpo, che aveva desiderato così a lungo e che era stato sempre il protagonista dei suoi sogni. Arianna si sciolse da quel braccio e gli sorrise maliziosamente. Alessandro si sbottonò in fretta la camicia, facendo cadere a terra dei bottoncini, che rotolarono a terra, si sfilò la camicia e la scagliò a terra. Arianna dovette cercare di mantenere la calma, perché la sua anima, il suo corpo e il suo cuore non le chiedevano altro. Si voltò di spalle, Alessandro l' abbracciò da dietro, la sua mano scivolò sul pube di Arianna facendo accedere di desiderio tutte le cellule di lei. Le lecco sul collo per alimentare tutte quelle voglie, che le aveva appena acceso. Arianna si liberò da quella passione, da cui avrebbe voluto farsi incatenare e si mosse rapida verso il secchio di vernice già aperto. Il contenuto bianco era ancora liquido, ma si stava seccando. Arianna fece sprofondare la sua mano nella vernice, si avvicinò ad Alessandro e gli disegnò un grande cuore sul petto. Alessandro la strinse per non lasciarla affatto andare via, le tolse i vestiti e prese a baciarla dappertutto. La vernice sul suo petto si spargeva anche sul corpo nudo di Arianna e sui suoi seni scoperti, che lui riempiva di baci. La passione era più che intensa, era un qualcosa che rompeva ogni argine e capace di trasformare ogni cosa in fuoco vivo. Alessandro prese Arianna in braccio, le gambe di lei che cingevano il torso di lui, che indietreggiò fino al divano e si abbandonò a esso. Alessandro entrò subito in Arianna, così i loro gemiti tornarono a prendere vita, ma il loro piacere prendeva il volo e faceva riverberare in quel monolocale un amore così grande, che senza dubbio in tutto il resto del mondo non aveva eguali. I pettorali di Alessandro strusciavano contro il seno di Arianna, mentre lei andava su e giù riempiendosi di lui e della sua passione. Il loro calore era tale, che sembrava che ci fossero scintille nei punti, in cui i loro corpi si univano. Alessandro si sentiva finalmente vivo, come se si fosse risvegliato dal coma proprio in quel momento e soprattutto come se quel maledetto coma fosse iniziato nel momento esatto, in cui lui e Arianna si erano lasciati. Alessandro amava in quel momento farsi rapire da quegli occhi verdi, che respiravano tramite gli occhi azzurri di Alessandro. Arianna per la prima volta sentì dentro di sé non solo il Principe, ma anche Alessandro Virigni. Sentì in sé tutta la potenza e tutto il valore di quelle due figure, che ora combaciavano perfettamente. Vennero e insieme con un intreccio di gemiti lunghi e profondamente dolci, poi Alessandro si stese su Arianna e iniziarono a baciarsi e a sussurrarsi parole molto dolci nelle orecchie. <<Cosa mi doni? Io ti dono l' amore>> le mormorò nell' orecchio Alessandro, prendendole poi fra le labbra un capezzolo e leccandoglielo con la punta della lingua. Arianna sospirò e gemette socchiudendo gli occhi, sentendo quella nuova scarica di piacere riverberarsi nel sul corpo. Accarezzò il collo di Alessandro, poi le sue braccia muscolose e il suo petto. Aveva una voglia matta di rifare l' amore con lui, gli sollevò il capo ponendo sotto il suo mento la sua mano caldissima per aver accarezzato il corpo di Alessandro. <<Io ti dono l' amore>> gli disse contemplando il suo sguardo illuminato dai suoi occhi azzurri. Lui le sorrise. Era appena finito il loro gioco, avevano appena vinto, ma entrambi sapevano che avevano vinto nel momento, in cui si erano conosciuti. <<Ti amo>> le disse lui iniziando a baciarla sulle labbra e penetrando tra le sue gambe, riprendendo a muoversi in lei. Arianna iniziò a gemere e ciò che più la faceva impazzire in quel momento era sentire lui tra le sue braccia, intento a strusciare sul suo corpo. Guancia contro guancia, Alessandro lasciava risuonare i suoi gemiti nell' orecchio di lei, coprendo il corpo di lei da ogni male, perché per lui era la cosa migliore del mondo. Forse era davvero morto, perché si sentiva in paradiso. Anzi, lui era giunto in paradiso da vivo e quel paradiso era lei. Vennero ancora una volta in lei, Alessandro restò a lungo in lei stando abbracciati e pensando solamente a baciarsi, come se per loro baciarsi volesse dire respirare.
Quando Alessandro si alzò su di lei, Arianna iniziò ad accarezzargli il petto, dove aveva disegnato il cuore con la cornice. I loro corpi strusciandosi avevano reso i contorni del cuore un po' sfocati e imprecisi, anche sul corpo di Arianna c' erano tracce di vernice, eppure sui pettorali di Alessandro la forma del cuore c' era ancora. Avrebbe anche potuto lavarsi via quella vernice, ma il cuore sarebbe rimasto lo stesso. I pezzo di granito erano caduti tutti, perciò il suo cuore sarebbe stato libero per sempre.

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